Il 3 ottobre 2017 la Camera ha finalmente mostrato solidarietà, approvando un disegno di legge per l’abbattimento delle barriere architettoniche negli spazi pubblici e privati. Il 4 ottobre il DDL è stato trasmesso al Senato ed è attualmente in attesa di assegnazione.
Il proposito di abbattere definitivamente le barriere architettoniche è frutto di due proposte di legge risalenti al 2013 — ora abbinate — e ha tra i diversi presupposti quello di muoversi in conformità con i principi contenuti nella “Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità”. Quest’ultima ambisce a rendere qualsiasi edificio accessibile e a garantire le giuste assistenze alle persone con disabilità, grazie agli adattamenti di qualsiasi progetto e garantendo, a priori, una progettazione universale accessibile a chiunque.
Di conseguenza, lo scopo più pratico e concreto del DDL è dare delle linee guida tecniche miranti a progettare universalmente qualsivoglia edificio, ma poiché molte barriere architettoniche sono “antiche” bisogna individuare la soluzione a eventuali problemi tecnici, garantendo la possibilità di modifica e aggiornamento. L’aspetto fondamentale del disegno di legge è il voler dare i giusti spazi e le giuste accessibilità a tutti.
«[…] Questa iniziativa legislativa, nata per semplificare e monitorare, non è solo per le persone diversamente abili, ma è una risposta al diritto di cittadinanza che hanno tutti: mamme con il passeggino, bambini, anziani, non vedenti e ipovedenti, passeggeri con valigie, chi trasporta borse della spesa.»
On. Vittoria D’Incecco, deputatipd.it, 3 ottobre 2017
Peculiare è stata anche la data dell’approvazione del DDL, dato che il 1° ottobre 2017 ricorreva la XV edizione della “Giornata nazionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche”. È dunque auspicabile che l’inizio di ottobre possa, un domani, essere associato al superamento delle barriere architettoniche, le quali si spera che abbiano ormai le ore contate, cosicché venga restituito a chiunque un vero “diritto di cittadinanza”, in grado di consentire a tutti di rivendicare i propri diritti in tema di accessibilità a spazi pubblici e privati.
Così facendo, ogni persona, malgrado la sofferenza legata alla disabilità, potrà collaborare e/o partecipare attivamente alla vita sociale del contesto che la circonda, migliorando la qualità della vita tramite l’integrazione reale nella comunità. Ecco perché rendere case, scuole, luoghi di lavoro e spazi pubblici universalmente accessibili è uno dei presupposti per l’effettivo esercizio del diritto di cittadinanza.
È importante la scelta di voler offrire normalità o una vita all’esterno normale e senza difficoltà a chi tanta normalità non ne riscontra più nel proprio quotidiano, rendendo l’Italia una nazione vivibile per ogni cittadino, priva finalmente di barriere architettoniche e sociali.
Eugenio Fiorentino