È vera e propria bufera sui diritti LGBT e ddl Cirinnà in Senato.
Qualche settimana fa il movimento cinque stelle aveva annunciato “Voteremo Cirinnà solo se non sarà stravolta”. In quel caso arrivarono le accuse di Governo e maggioranza da sempre rivolte ad m5s “Si sa che se una legge entra in Parlamento può essere modificata: è la democrazia”, ma questo non aveva smosso di una virgola la posizione che i pentastellati hanno sempre sostenuto. Posizione, dunque, criticabile, ma di certo farcita di una coerenza che in politica è tutto nonostante tutti riconoscano nel compromesso e l’intermediazione il sale della democrazia.
La scena, però, cambia quando Grillo annuncia che ci sarà libertà di coscienza per i suoi parlamentari a cui fa da contraltare Renzi che dichiara “Non ci saranno indicazioni di partito su articolo 5” (step-child adoption, ndr).
In aula si scatena la bagarre perché il Senatore Andrea Marcucci propone un emendamento che, in sostanza, consentirebbe di scavalcare gran parte dei copiosi emendamenti in larga parte leghisti, che Zanda ieri disse essere “spesso analoghi e volti ad allungare la discussione, portando a compimento una lunga opera ostruzionistica”. L’emendamento Marcucci è sicuramente criticabile moralmente, ma ha senso se il Senatore Malan presenta la modifica che riportiamo:
Ad ogni modo la mossa politica dem era brillante: se m5s avesse votato a favore dell’emendamento, avrebbe dovuto appoggiare necessariamente il ddl Cirinnà per rispettare la parola data; in caso contrario, sarebbe risultato attaccabile e nessuno avrebbe potuto attaccare i democratici dicendo “La legge non è passata perché è stata stravolta” o, peggio (per il pd), “Il ddl è stato affondato dagli ultracattolici dem”. Come se non bastasse, il voto contrario dei pentastellati ha scatenato gli applausi scroscianti dell’ala destra del Senato. Volendo usare un linguaggio sportivo, i grillini hanno fatto una schiacciata nel proprio campo.
Mentre a Palazzo Madama emergeva la sostanziale opposizione del movimento, le associazioni LGBT vedevano i loro diritti rinnegati e così esprimevano il loro dissenso:
La vostra coerenza è un lusso a 5 stelle che pagheremo solo noi.Il Movimento Cinque Stelle, in poche settimane, è…
Pubblicato da Monica Cirinnà su Mercoledì 17 febbraio 2016
Già ieri sera la Senatrice aveva affidato a facebook la propria delusione:
Sono stupita dal #dietrofront5S contro #unionicivili Il Partito Democratico va avanti: no agli emendamenti. Andrea Marcucci ha reso chiaro chi vuole legge e chi bluffa.
Pubblicato da Monica Cirinnà su Martedì 16 febbraio 2016
Gli emendamenti presentati dalle opposizioni, ad ogni modo, potrebbero stravolgere completamente il ddl e rendere la norma semplicemente un modo per evitare di essere nuovamente multati dalla Corte dei diritti europea per violazione dei diritti umani. Infatti, l’Italia sarà nuovamente sanzionata qualora non promulgasse una legge sulle coppie di fatto, ossia quelle uomo-uomo, uomo-donna e donna-donna, poiché il nostro ordinamento non prevede alcuna tutela per questi nuovi tipi di nuclei familiari che si stanno affermando in maniera consistente da circa quindici anni.
Quello che molti non sottolineano, invece, è che la Corte dei diritti europea ci ha nuovamente multati il mese scorso perché il nostro ordinamento giuridico “è discriminatorio” in quanto consente di adottare solo alle coppie etero.
Possiamo concludere che eviteremmo una salata multa se approvassimo uno “scarabocchio” sulle unioni civili, ma non riusciremmo ad evitarne un’altra per non aver concesso le adozioni alle coppi LGBT.
Anche per questo, forse, la Senatrice Cirinnà ha twittato:
ripeto che ho sbagliato a fidarmi di @M5S_Senato se legge #unionicivili diventerà una schifezza pronta a togliere firma e lasciare politica
— Monica Cirinnà (@MonicaCirinna) 17 febbraio 2016
Intanto il Pd ha chiesto il rinvio della discussione di una settimana: l’ostruzionismo delle opposizioni sembra aver portato i suoi frutti, ma il punto resta: perché i contribuenti dovranno pagare milioni di euro di multe a causa di una politica incapace di fare ciò per cui è lautamente pagata?
Carlo Rombolà