Alle 18.58 ora locale un potente terremoto di magnitudo 7,8 ha fatto tremare lo zona costiera settentrionale dell’Ecuador. La scossa ha avuto il suo epicentro nelle vicinanze di Muisne, una zona turistica distante circa 170 Km dalla capitale Quito. Dopo il forte tremore iniziale ci sono state almeno 55 scosse di assestamento per una durata di circa sei ore.
Il sisma è stato avvertito anche in Colombia. Il Governo di Bogotà ha attivato l’allerta tsunami e ha annunciato un piano di aiuti al paese vicino in accordo con Perù e Cile.
Attualmente il bilancio è di 77 morti e 578 feriti. Ci sono, inoltre, forti danni strutturali. I media locali riferiscono che almeno una casa e un cavalcavia sono crollati a Guayaquil . In alcune aree si sono verificati problemi nelle comunicazioni e nella fornitura dell’energia elettrica. Le autorità dell’aviazione hanno fatto chiudere l’aeroporto di Manta a causa dei seri danni nella torre di controllo.
Jorge Glas, vicepresidente ecuadoriano, ha disposto lo stato di emergenza in sei province chiedendo alle popolazioni costiere di evacuare in quanto è possibile il verificarsi di forti mareggiate. In un discorso a reti unificate ha invitato i cittadini alla calma: “Vi chiediamo prudenza e di mantenere la calma. Le forze della sicurezza sono mobilitate”.
Il presidente Rafael Correa, attualmente in visita in Vaticano per una Conferenza della Pontificia Accademia delle Scienze sociali sull’enciclica “Centesimus Annus” di Giovanni Paolo II, appresa la notizia ha rilasciato il seguente tweet: “Forza paese! Abbiamo avuto un forte terremoto. Le autorità sono nei posti di controllo, valutando i danni e intervenendo.”. Il capo di stato ecuadoriano ha reso noto che appena possibile rientrerà in patria per monitorare la situazione.
Vincenzo Nicoletti