“Il cinema è quella cosa impossibile che si deve fare per forza” è questa la missione di SALEM Videoproduzioni, organizzazione indipendente, attiva a Napoli da circa un anno.

Abbiamo intervistato Emilio Costa, direttore della fotografia, e Salvatore Martusciello, regista e montatore, due dei fondatori dell’associazione.

Perché proprio “SALEM” e di cosa si occupa effettivamente l’organizzazione?

E: “A spiegare l’origine del nome ci si vergognerebbe un po’: di fatto sta per Salvatore ed Emilio. Sal fa il regista ed il montatore ed io faccio il direttore della fotografia. Siccome ci siamo trovati molto spesso a lavorare insieme, quando abbiamo scoperto che i nostri nomi facevano una sigla così bella, non abbiamo avuto dubbi”.

SALEM allo stato attuale delle cose è una rete di giovani professionisti del settore audiovisivo che collaborano tra loro. Le figure professionali che lavorano insieme a noi coprono tutti i reparti di cui necessita una produzione audiovisiva, dalla produzione alla regia, alla fotografia e alla postproduzione di video e audio.

Uno dei vostri ultimi lavori “The Passage” affronta come tema fondamentale quello della morte e dell’andare avanti. Il tutto viene sviscerato in un video di appena 4 minuti. Quanto è difficile riuscire a “comprimere” un concetto così vasto ed esteso in poche scene? E qual è, secondo voi, la vera forza del cortometraggio?

S: “Innanzitutto il tema della morte è un tema a me carissimo e avevo tantissima voglia di realizzarci un lavoro. Il fatto di riuscire a “comprimere” un concetto così vasto in così poche scene dipende da due fattori fondamentali: il primo è che in un cortometraggio il tuo messaggio deve essere, secondo me, rapido, deciso e comprensibile; il secondo è che il cortometraggio è stato realizzato durante il Kino, un evento nel quale si realizzano cortometraggi in tempi brevissimi sfruttando la collaborazione tra filmmaker di tutta Europa. In tutta onestà non so quale sia la forza del cortometraggio. Credo che, forse, sia il fatto che quando si parla di qualcosa, che si fa o che si sente in maniera particolarmente forte, l’aspetto personale diventa fondamentale”.

Oltre alla realizzazione di video originali, la SALEM ha anche diretto il video “Il Senso della Fine”, brano del gruppo emergente i “Kairo”. La realizzazione del video è stata possibile grazie ad un processo di crowdfunding (raccolta di fondi che parte dal “basso”). Potete parlarci della collaborazione e di come nasce e si sviluppa l’idea del videoclip?

E: “L’idea de “Il Senso della Fine” è venuta a me e Daniele Magliulo, che è un producer, mentre chiacchieravamo del più e del meno. Eravamo molto affascinati dall’idea di raccontare una storia di fede, di sacrificio e di eroismo. Ovviamente i mezzi non potevano che arrivare da un crowdfunding, e così è stato: grazie a tutti i sostenitori del gruppo, alla azienda di attrezzature cinematografiche GMC e alla compagnia di rievocazione storica Tre Leoni, oltre che a tutti i professionisti che hanno deciso di collaborare al progetto, abbiamo portato una troupe sulle montagne dell’altopiano Laceno e l’abbiamo girato. Nessuno di noi ha dormito per 72 ore prima delle riprese. Ovviamente senza l’aiuto di tutte le realtà che ci sono vicine (e a cui siamo vicini), girare un videoclip in costume su delle montagne non è nemmeno pensabile a basso budget”.

La SALEM è spesso associata alla scuola di cinema ASCI (Associazione Scuola Cinema Italiana). L’obiettivo della scuola è quello di formare “professionisti” nell’ambito cinematografico, offrendo corsi di sceneggiatura, regia, recitazione e tutto quanto inerente al mondo del cinema. Secondo voi, per “fare cinema”, quanto è importante un’adeguata formazione teorica e pratica? O credete che basti il talento, una macchina da presa ed un’idea originale?

“Con la Scuola di Cinema ASCI abbiamo un rapporto professionale e amicale meraviglioso. Ci siamo formati lì, abbiamo iniziato a lavorare in quell’ambito e i nostri percorsi lavorativi tutt’ora si intrecciano quanto più è possibile. La realtà formativa che propone l’ASCI è, a nostro avviso, irraggiungibile nelle nostre zone. I ragazzi lì hanno l’occasione di formarsi tecnicamente e teoricamente con attrezzature cinematografiche e con docenti preparatissimi. Non è un caso che per la nostra produzione la scuola sia un punto di riferimento fortissimo, e che continui a sostenerci nonostante ormai il nostro percorso di studi si sia concluso. Dal canto nostro, SALEM ha partecipato attivamente a tutti i cortometraggi di diploma degli studenti dei corsi della scuola nei reparti di produzione, regia e fotografia. Inoltre, attualmente alcuni studenti dell’ASCI stanno partecipando in qualità di stagisti su alcuni set che stiamo portando avanti. È questo il concetto di “rete” a cui tanto teniamo.

Per quanto riguarda la questione delle competenze: il cinema è un modo di lavorare. E ovviamente è anche un modo di vivere. È fondamentale che un ragazzo che voglia avviarsi a questo mestiere familiarizzi con una grammatica, e che prenda confidenza con i “ferri del mestiere”, siano essi carta e penna, o carrelli e macchine da presa. Il Cinema, come ogni forma espressiva, ha un suo linguaggio specifico. Ed i linguaggi specifici seguono delle regole: anche quando vuoi sovvertirle.

Non tutta la produzione audiovisiva è Cinema, per intenderci. Se hai una macchina da presa e buone idee potrai fare un sacco di video. Ma per fare Cinema (che oltre un’arte è un lavoro) bisogna sapere quello che si fa”.

 Vanessa Vaia

Vanessa Vaia
Vanessa Vaia nasce a Santa Maria Capua Vetere il 20/07/93. Dopo aver conseguito il diploma al Liceo Classico, si iscrive a "Scienze e Tecnologie della comunicazione" all'università la Sapienza di Roma. Si laurea con una tesi sulle nuove pratiche di narrazione e fruizione delle serie televisive "Game of Series".

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