Eduardo, Titina e Peppino De Filippo sono piena rappresentanza del teatro napoletano, pozzi di cultura che hanno rivoluzionato la tradizione partenopea arricchendola di nuove immagini e di nuovi sapori.
I tre fratelli erano i figli illegittimi di Eduardo Scarpetta e Luisa De Filippo (figlia di un suo cognato e di 25 anni più piccola di lui), ed erano quindi componenti di una famigliola nata sotto mentite spoglie residente a via Baudon.
La seconda vita di Eduardo Scarpetta si svolgeva in via Colonna, dove dimorava con la sua famiglia ufficiale, ma non senza continue tensioni dovute dal fatto che tutti erano al corrente che quei ragazzi che erano costretti ad appellarlo come semplice “zio”, in realtà erano i suoi figli. Eduardo non ha mai cercato di arginare il chiacchiericcio di paese, infrenabile soprattutto nei confronti di un personaggio pubblico, ma spesso, proprio grazie alla sua particolare posizione, l’ipocrisia del tempo tendeva a mantenere chiusa tra le mura ogni forma di violenza verbale.
La storia di Scarpetta si è incrociata sentimentalmente con quella dei De Filippo quando, nel 1876, Eduardo sposò Rosa De Filippo, figlia di un commerciante napoletano. Da questa unione nacque Domenico, un bimbo settimino che nutrì vari pettegolezzi su un probabile tradimento di Rosa consumato con Vittorio Emanuele II, diceria forse non proprio fittizia se si tiene conto del fatto che Domenico avrà molte somiglianze estetiche con i Savoia e che, dal momento della sua nascita, la famiglia Scarpetta incassava un buon introito economico.
In seguito nacquero altri tre figli: Maria (che Eduardo ebbe con un’altra donna, Francesca Giannetti), Eduardo detto Bebè (che morì da piccolo per tubercolosi) e Vincenzo (al quale venne assegnato il compito di portare avanti il discorso teatrale del padre).
Eduardo, Titina e Peppino sono i figli che Scarpetta ebbe con la nipote di Rosa, Luisa De Filippo e, oltre loro, sono esistiti altri due De Filippo: un altro Eduardo (in arte Eduardo Passarelli) e Pasquale, figli di una sorellastra di Rosa, Anna, nata dal secondo matrimonio del padre di Rosa, Pasquale De Filippo.
Eduardo Scarpetta diede sempre il massimo per far crescere i suoi figli nel migliore dei modi e per tenerli lontano dai pettegolezzi, nati a causa del suo comportamento sconsiderato.
Tendeva spesso a far visita alla sua seconda famiglia e, quando era in viaggio, portava con sé tutti, indistintamente. Tutti i suoi sforzi non sempre però erano abbastanza per sopperire delle evidenti mancanze affettive e, tra tutti, fu Peppino ad avvertire dei forti contrasti con la figura paterna.
Titina a soli 7 anni debuttò in teatro in “Miseria e nobiltà”, nella parte di Peppeniello, un primo passo di quella che sarà una spettacolare donna capace di destreggiarsi tra attrice, autrice e sceneggiatrice teatrale e cinematografica.
Eduardo aveva un carattere molto più rocambolesco della sorella, tanto da esser iscritto a undici anni al collegio Chierchia di Napoli. Tra vari tentativi di fuga, dovuti dal suo spirito ribelle, inizia ad emergere il suo grande talento nella scrittura, visibile nelle divertenti poesie che dedicò alla moglie del direttore.
Una volta allontanato dal ginnasio, Eduardo fu istruito dal padre che lo costringeva a copiare e a leggere testi teatrali, facendo così nascere in lui questa passione che ha poi potuto nutrire con la collaborazione col suo fratellastro, Vincenzo Scarpetta. In questi anni farà tesoro di ogni singolo aspetto della vita teatrale, ricoprendo il ruolo di servitore di scena, suggeritore e attrezzista. Dal 1920 al 1922 partì per il servizio di leva, durante il quale scrisse “Farmacia di turno”, il suo primo testo teatrale. Al suo ritorno si cimenterà anche come regista, nella compagnia di Francesco Corbinci, e qui nasceranno “Uomo e galantuomo” e “Sik sik l’artefice mago”.
Nel 1931 con Titina e il fratello Peppino fonda la Compagnia del teatro Umoristico, con il debutto al teatro Kursaal di “Natale a casa Cupiello”. Da questo momento in poi l’icona napoletana iniziava man mano a forgiarsi e i De Filippo iniziarono, spettacolo dopo spettacolo, a rintagliarsi uno spazio sempre più grande nel cuore di questa magica città.
A causa del suo carattere troppo burrascoso, Eduardo litigò furiosamente con suo fratello Peppino, durante le prove al teatro Diana al Vomero, e i due si riappacificheranno solo quando Peppino si ammalò gravemente.
Nel dopoguerra Eduardo comprò il teatro San Ferdinando e quello divenne il luogo in cui si concentrò maggiormente la loro attività teatrale, mista a nuove importanti soddisfazioni.
Eduardo De Filippo fu autore di un libro di poesia per Einaudi, fondatore di una scuola di drammaturgia a Firenze, ottenne il premio Pirandello e due lauree honoris causam e nel 1981 fu nominato senatore a vita.
La vena artistica non morì dopo questa generazione, ma fu tramandata anche alla successiva, che sentiva sulle spalle il peso di una grande famiglia.
Il figlio Luca De Filippo abitava il teatro già dai 7 anni, quando interpretava il ruolo di Peppiniello in “Miseria e nobiltà”, lo spettacolo del nonno.
Ma il suo orgoglio e la sua volontà di esser giudicato per le sue reali capacità, lo spingeranno a presentarsi come Luca Della Porta a quello che lui reputerà come suo primo debutto “Il figlio di Pulcinella” e a fondare una sua compagnia, dopo essersi fatto le ossa in quella del padre. La sua tenacia e la sua originalità lo hanno fatto spiccare tanto da garantirgli collaborazioni con Lina Wertmuller e gli hanno garantito la parte come attore in molti adattamenti televisivi di spettacoli teatrali (“Quel negozio di Piazza Navona”, “Mannaggia alla miseria” e “Naso di cane”) e, nel 2010, il premio De Sica come miglior attore teatrale.
Lo zio Peppino intanto, dedicatosi al ramo comico delle realizzazioni teatrali, dopo essersi allontanati dai fratelli creò un fortissimo duo con Totò, con il quale scrisse 16 film di successo. Di sua penna fu anche un libro che affrontò tutti i suoi dolori giovanili e che smascherava la figura dell’emblematico Eduardo Scarpetta, un padre tutt’altro che perfetto.
Anche il figlio si dedicò alla vita teatrale e cinematografica. Si parla infatti di Luigi De Filippo, che dopo aver scritto vari film per la Rai, fu insignito dal presidente della Repubblica Ciampi, nel 2005, della onorificenza di Grande Ufficiale della Repubblica per meriti artistici.
Alessia Sicuro