Tutti i comunicati stampa emessi oggi dalle cancellerie di tutta Europa, le parole scritte e dette dai ministri degli Esteri sulle conseguenze violente di Erdogan sui golpisti, purtroppo non avranno alcun effetto concreto.
Non lo avranno perché non può essere altrimenti, la Turchia tiene sotto scacco con un ricatto l’Unione Europea e l’intero occidente, imbarazzato dal comportamento dell’alleato, (ricordiamo sempre, Paese Nato, ndr), tra i più importanti in quell’area geografica e che, in un momento di crisi umanitaria rappresenta solidità e garanzia. Ed è proprio questo il problema, secondo gli accordi presi tra Unione Europea e Turchia sui migranti c’è il vero tema con cui Erdogan ricatta l’occidente.
I migranti e i profughi sulla rotta balcanica, siriani compresi, secondo quanto stabilito negli accordi presi con l’ex premier turco Davutoglu, vengono rimandati in Turchia se non presentano la domanda d’asilo presso le autorità greche. Per rispettare le leggi internazionali, i migranti sono “registrati senza indugi e le richieste d’asilo esaminate individualmente dalle autorità greche”.
I non registrati vengono respinti e mandati in Turchia. Il piano sarebbe dovuto essere una misura temporanea e straordinaria, ma è chiaro, dopo mesi dall’accordo, che il tema vero non è stato risolto. L’Unione Europea si è lasciata aiutare dalla Turchia con cui vige un’alleanza su un argomento molto caldo e che non ha trovato ancora una soluzione: in Europa sono ormai dilaganti i partiti xenofobi e nazionalisti che chiedono misure restrittive nei confronti dei migranti, se non ci fosse questo accordo potrebbe scoppiare una crisi umanitaria all’interno dell’Europa con conseguenze pesanti, oltre ad una crisi politica.
Questo è il pensiero con cui si sono stretti gli accordi con la Turchia, ma la crisi politica europea è scoppiata lo stesso. La Brexit, Marine Le Pen possibile sfidante dal ballottaggio francese, il terrorismo islamico e il tunnel di una crisi economica di cui non si vede ancora la luce. L’Europa è sotto scacco, anche tenendo conto del fatto che si sono dati ben tre miliardi di euro alla Turchia per la gestione dei campi profughi e, forse, altri tre miliardi entro il 2018.
Ecco perché le parole dette dalla Mogherini o da Paolo Gentiloni, Angela Merkel, risultano essere insufficienti rispetto a ciò che Erdogan sta deliberatamente facendo nel suo Paese. Il Sultano turco sa benissimo che può ricattare l’Unione Europea proprio sull’accordo sui profughi, sulla pelle dei cittadini che scappano dalla guerra e dal terrore per approdare in Europa. Sa benissimo che potrà avere via libera anche sulla pena di morte: e se la minaccia dell’Occidente è che non potranno entrare nell’UE, ad Erdogan non interessa poi così tanto: sta uscendo la Gran Bretagna, l’Europa politica ha decisamente meno fascino ultimamente.
Luca Mullanu