Quando due acerrimi nemici decidono di unire le forze per affrontare un avversario comune, la situazione incomincia a diventare complicata per quest’ultimo. In questa convergenza di interessi si muovono Stati Uniti e Russia, infatti, proprio il quindici di questo mese, si sono incontrati a Mosca i segretari di stato delle due potenze, l’americano John Kerry e il russo Serguei Lavrov.

I due hanno cercato di trovare una soluzione che potesse finalmente risolvere la spinosa situazione siriana e sembrano aver concordato che il terrorismo jihadista sia uno dei più temibili pericoli per  la popolazione mondiale.

L’americano ha infatti dichiarato: «il mondo ha bisogno che le nostre due potenze trovino un punto di accordo», aggiungendo in seguito: «Sono terroristi che minacciano la nostra cultura, la nostra dignità e non ci lasciano altra scelta che combattere contro di loro». Un’analisi condivisibile, in quanto il terrorismo è un problema concreto  attendiamo fiduciosi  interventi del genere anche sulla crisi economica che massacra da anni l’Europa, tuttavia questo è un altro discorso.

I principali punti di criticità tra USA e Russia riguardavano l’identificazione dei terroristi. La Russia ha inserito nel novero di essi anche l’Esercito libero siriano, in quanto armato, invece l’Occidente l’ha sempre considerato un interlocutore valido. Tuttavia sembra che anche in questo caso le posizioni si stiano avvicinando, poiché l’Esercito libero siriano ha proposto una collaborazione alla Russia per individuare le basi strategiche dello Stato Islamico.

Un altro punto sul quale le due fazioni hanno lavorato sembra essere la posizione di Bashar al Assad.  Gli USA vogliono da sempre destituire il leader siriano e, a questo punto, anche la Russia si sta convincendo che si debba lavorare a un passaggio del testimone in Siria. Dal Cremlino sono convinti, però, che il passaggio debba essere eseguito in collaborazione col governo e non contro.

USA e Russia hanno stabilito che sia necessario un nuovo incontro, il 18 dicembre,  con il gruppo internazionale di supporto per la Siria per limare le distanze in vista del cessate il fuoco previsto per gennaio e stabilito dagli accordi di Vienna.

Proprio oggi a New York, all’Hotel Palace, sono incominciati nuovi negoziati, sul modello di quelli di Vienna, per cercare di arrivare alla conclusione degli scontri armati. L’incontro è stato aperto dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon e presieduto da Kerry. Al vertice hanno partecipato, oltre alla diplomazia russa, una decina di delegazioni, tra cui quella italiana, con il nostro ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, quella iraniana e per l’opposizione siriana l’ex premier Riad Hijab. Al centro del dibattito ci sono ancora le sorti del futuro politico del presidente Assad, ma sembra esserci un avvicinamento da parte dei diversi schieramenti e che Assad possa far parte di un governo di transizione.

Insomma, sembra che i potenti del mondo abbiano scelto di percorrere un’unica strada, individuando un avversario comune, per risolvere la situazione siriana e debellare la piaga del terrorismo.

Alessandro Fragola

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