Stando al Food Sustainability Index 2017 l’Italia è il primo paese per sostenibilità agricola al mondo. Questo studio è stato realizzato dall’Economist Intelligence Unit in collaborazione con il Barilla Center for Food & Nutrition analizzando il regime alimentare di 34 paesi.
Il Food Sustainability Index è nato nel 2016 con lo scopo di raccogliere dati da tutto il mondo su diverse tematiche di estrema attualità tra cui nutrizione, agricoltura sostenibile e spreco alimentare. Questo studio serve a monitorare i comportamenti della società in materia di alimentazione e spreco alimentare in modo tale da poter individuare soluzioni pratiche per far fronte ai paradossi del cibo.
Martin Koehring, redattore capo dell’Economist Intelligence Unit ha spiegato così l’obiettivo dello studio: “I principali cambiamenti globali come i mutamenti climatici, la rapida urbanizzazione, il turismo, i flussi migratori e la tendenza a seguire regimi alimentari “occidentali” stanno mettendo l’intero sistema cibo sotto pressione. Il Food Sustainability Index vuole essere uno strumento per aiutare istituzioni e stakeholder a definire politiche efficaci per migliorare la sostenibilità del sistema alimentare”.
Il 7 dicembre 2016 il Food Sustainability Index è stato presentato al Parlamento Europeo con l’obiettivo di sensibilizzare la comunità europea sulle tematiche legate all’alimentazione e raggiungere i 17 Sustainable Development Goals (SDGs) che compongono l’Agenda 2030.
Cibo ed ambiente sono un binomio inscindibile: preservare l’uno corrisponde alla tutela dell’altro. La coltivazione di un alimento non adatto ad un territorio o impiegando sistemi invasivi e dannosi (basti pensare ai pesticidi) condiziona le risorse naturali disponibili, gli organismi animali e vegetali e il clima mondiale. Per questi motivi ml’UE ha deciso di porre attenzione a queste tematiche.
Il titolo del report di quest’anno è stato “Fixing Food: The Mediterranean Region” e i 34 paesi analizzati sono stati quelli dell’area mediterranea. Nel rapporto viene posta particolare attenzione ai regimi alimentari e alle tradizioni delle nazioni coinvolte e alle sfide che questi paesi vivono ogni giorno a livello ambientale e alimentare.
L’Italia è stata premiata ”campionessa di sostenibilità della produzione agricola”. I motivi di questa scelta sono molteplici e tra essi spiccano la grande quantità d’acqua che il territorio possiede, la capacità con cui essa viene gestita ed amministrata e le antiche tradizioni e abitudini alimentari che contraddistinguono il Bel Paese, culla della Dieta Mediterranea che nel corso dei secoli ha attirato l’attenzione di numerosi studiosi di tutto il mondo.
L’Italia, inoltre, risulta essere in netto miglioramento rispetto allo scorso anno per quanto riguarda il ”Food loss”, ossia la lotta allo spreco. Nel 2016 eravamo soltanto a nono posto, ma grazie alle politiche di riduzione della perdita del cibo adottate è stato possibile guadagnare in un anno ben cinque posizioni.
Al primo posto in sostenibilità agricola ed alimentare troviamo, invece, la Francia seguita da Giappone, Germania, Spagna, Svezia, Portogallo, Italia, Sud Korea e Ungheria. Essa è stata riconosciuta come il paese che più di tutti ha saputo adottare pratiche valide per la riduzione dello spreco sia a livello industriale che domestico, attuare pratiche agricole attente alla tutela dell’ambiente e intraprendere campagne di educazione alimentare.
Nonostante i traguardi sopra descritti l’Italia nella classifica generale si trova, però, soltanto al diciannovesimo posto a causa dell’alta fascia di bambini in sovrappeso tra i 15 e gli 11 anni. Quel che emerge dal Food Sustainability Index 2017 è che le famiglie italiane dovrebbero porre maggiore attenzione alla salute dei propri figli. Il fatto che abbiamo le migliori tradizioni agricole e culinarie e allo stesso tempo un così alto indice di obesità è un paradosso. Migliorare ulteriormente si può: basta volerlo.
Nicoletta Crescenzo