Gestione dei rifiuti Italia resta indietro, il Sud nemmeno a dirlo
Immagine: pixabay.com

La gestione dei rifiuti resta, in Italia, un problema. Non è necessario andare nelle discariche per capirlo. Basta guarda le città. O peggio, le strade che portano ad altre città. In molte zone d’Italia le nuove discariche sono a cielo aperto, nelle piazzole di sosta. Ci sono tonnellate rifiuti che si vedono o che sfuggono alla vista di tutti i giorni ma che esistono, inquinano, distruggono. Anche per questo tuona costantemente l’esigenza di una gestione dei rifiuti efficiente. La raccolta differenziata è un tassello importante, ma l’Italia ha disatteso le aspettative che avrebbe dovuto raggiungere già nel 2012. Inoltre, osservando da vicino i dati, si nota una completa frattura tra le regioni del Sud e quelle del Nord: la questione meridionale è una partita che si gioca anche sui rifiuti.

Sulla gestione dei rifiuti parlano i numeri

Secondo i dati dell’ultimo rapporto ISPRA diffusi da Openpolis, nel 2018 sono stati prodotti 30,2 milioni di tonnellate di rifiuti urbani. L’anno precedente le tonnellate erano 590 mila in meno. Dei rifiuti il 22% è stato depositato nelle discariche, il 18% smaltito negli inceneritori. Due soluzioni estremamente inquinanti. Si ferma al 58% la percentuale sulla raccolta differenziata che già 6 anni prima, nel 2012, sarebbe dovuta essere al 65%.

L’Italia non solo non raggiunge gli obiettivi nazionali ma fatica a stare al passo con le direttive europee. Non si può fare però di tutta l’erba un fascio poiché nell’Italia che affanna, alcune regioni vanno meglio di altre: 7 su 20 hanno raggiunto la percentuale richiesta. A segnare i dati migliori Veneto (73,8%) Trentino-Alto Adige il 72,5% e la Lombardia il 70,7%. Le peggiori Sicilia (29,5%), Molise (38,4%) e Calabria (45,2%).

Fonte immagine: Openpolis

La situazione in provincia non è diversa dall’andamento regionale, a parte qualche eccezione. La provincia peggiore, in quanto a raccolta differenziata, è Palermo, la migliore Treviso. Il quadro delineato va inserito in un contesto più grande ed è bene evidenziare che i dati sono elaborati sui rifiuti di cui si ha traccia, cioè quelli registrati legalmente.

Rifiuti zero, impianti mille

Il dossier lanciato in occasione dell’Ecoforum sull’economia circolare da Legambiente lo scorso anno ha tra gli obiettivi principali quello di creare nuovi impianti di riciclo per raggiungere quota zero in discarica. Altro obiettivo l’ecotassa: c’è l’esigenza di limitare lo smaltimento indifferenziato, ridurre la produzione di rifiuti e agevolare altre forme di smaltimento affinché si limitino le ripercussioni ambientali.

La gestione dei rifiuti non è però fatta soltanto di regolamentazioni. Guardando alla raccolta differenziata si nota che questa non solo divide gli italiani tra nord e sud, grandi realtà e piccoli paesi (è qui che la raccolta funziona meglio). Sull’utilità c’è molto scetticismo: secondo i sondaggi ISTAT condotti lo scorso anno, sono più scettiche le famiglie delle regioni del Sud. C’è un problema culturale? Qualcuno potrebbe pensarlo, di certo non può essere la spiegazione a tutto.

Oggi più di ieri

La disciplina comunitaria dei rifiuti, entrata in vigore a fine settembre, è un primo passo verso l’economia circolare. L’idea è di agire sulla gestione dei rifiuti riducendone la produzione, di rafforzare la raccolta differenziata migliorandone la qualità e prestare attenzione ai materiai riciclati. Processi che richiedono l’adeguamento delle infrastrutture. È un primo passo appunto.

Produrre meno e riciclare di più sono dunque le chiavi per un futuro verde. Di green economy e sostenibilità si discute con il Recovery plan, il piano economico europeo. L’occasione che si presenta è unica: rilanciare il sistema produttivo e ripensare l’economia, partire dagli errori, riconoscerli e superarli. A oggi sono tanti i problemi che riguardano la gestione dei rifiuti. Si pensi alle discariche, ai gas serra prodotti, al traffico illegale collegato al settore, allo scetticismo sulla raccolta differenziata. La gestione dei rifiuti è catastroficamente indietro rispetto agli obiettivi del 2012: questo potrebbe essere, deve essere, il punto da cui ripartire.

Alba Dalù

1 commento

  1. Buongiorno Alba
    Ho letto il tuo interessante ed esaustivo articolo sulla attulae situazione e volevo sapere se conosci realtà comunali in giro per l’italia che stanno funzionando sul ciclo virtuoso dei rifiuti. Vorremmo proporre alla giunta comunale della mia città (in sicilia) un cambio di strategia ma vorremmo avere dei modelli di riferimento al fine di capire come sono state superate alcune delle basilari questioni riguardanti la gestione e di conseguenza proporre qualcosa che possa poi essere messo in pratica.

    Grazie in anticipo.
    Michele Eufrate

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