Come comportarsi durante un colloquio di lavoro

Essere contattati per un colloquio di lavoro è il primo obiettivo che ci si pone dopo aver scritto e inviato il proprio curriculum a un’azienda. Ma che cosa succede quando si riceve la telefonata in cui viene comunicato che si è stati selezionati per presentarsi di fronte al responsabile delle risorse umane o direttamente al titolare dell’azienda? All’inizio è normale lasciarsi travolgere dall’entusiasmo, ma poi potrebbe subentrare la paura per le domande da fronteggiare e per le risposte che ci si deve preparare a dare. È importante evitare di mostrarsi impreparati, sapendo che alcuni quesiti sono più frequenti di altri e, quindi, più papabili.

Il colloquio: come prepararsi

È chiaro che i colloqui per trovare lavoro non possono essere tutti uguali, per il semplice motivo che i lavori, a propria volta, non sono tutti uguali. A dispetto di ciò, comunque, alcuni interrogativi sono comuni alla maggior parte delle situazioni, e rispetto a queste domande conviene essere pronti con una risposta da sfoggiare. In genere, il primo quesito che viene posto nel corso di un colloquio di lavoro, ha la finalità di far sentire il candidato a proprio agio e al tempo stesso deve permettere al selezionatore di saperne un po’ di più a proposito della persona che si trova davanti. Quindi è molto probabile che al candidato venga richiesto semplicemente di parlare di sé.

Un esame del profilo professionale

Sin dal primo interrogativo è bene essere consapevoli del fatto che l’esaminatore o il datore di lavoro sono intenzionati ad approfondire la conoscenza del profilo professionale del candidato più che quello personale. Quindi serve a poco lasciarsi andare a dettagli privati, a meno che essi non abbiano a che fare comunque con le modalità di svolgimento della mansione per cui ci si è proposti. D’altro canto, bisogna evitare di apparire eccessivamente schematici e di ripetere quel che è già stato scritto nel curriculum. Piuttosto, bisogna prepararsi a saper dire per quale motivo si dovrebbe essere scelti da quell’azienda e imparare a indicare i propri punti di forza e le proprie caratteristiche più interessanti.

Il giusto approccio

Qualunque sia la domanda a cui si deve rispondere, comunque, è sempre fondamentale tenere conto della posizione per cui ci si sta candidando e mettere in evidenza le caratteristiche che si ritiene possano essere più utili e apprezzate dal punto di vista del datore di lavoro. Ipotizzando di essere chiamati per un colloquio da un’azienda di design, è evidente che le qualità che è necessario porre in risalto sono quelle creative, artistiche e grafiche. Per un negozio o per un albergo possono servire delle doti comunicative, a maggior ragione se si è in grado di parlare l’inglese o un’altra lingua straniera. In altri contesti potrebbe servire essere in grado di gestire lo stress in situazioni di forte pressione, e così via.

I punti deboli: meglio nasconderli o metterli in evidenza?

A volte una delle domande del colloquio è relativa ai punti deboli del candidato che viene esaminato: il selezionatore chiede alla persona che ha di fronte quali pensa che siano gli aspetti o le aree di competenza in cui crede di essere meno preparato. Si tratta di un quesito che senza dubbio rischia di mettere in difficoltà il destinatario, ma solo se non ci si fa trovare pronti nel cogliere questa opportunità. È, infatti, un’occasione da non lasciarsi sfuggire per far vedere il proprio lato più onesto e umile; purché non sia fintamente umile. Ovviamente non si deve parlare dei difetti personali, ma semplicemente parlare di ciò in cui ci si sente poco forti, fermo restando che si tratta di aree in cui si potrà migliorare, a livello professionale, con il passare del tempo.

Essere sinceri

Così come quando si redige un curriculum vitae professionale, anche durante il colloquio di lavoro essere sinceri è sempre fondamentale, oltre a mettere il selezionatore nelle condizioni di poter prendere la decisione migliore. Il fatto che non si sia in grado di rispondere a questa o a quella domanda, non deve per forza portare a considerarsi non pronti o poco validi. Può essere che una posizione non sia adeguata alle aspettative o alle competenze del candidato, ma che lo diventerà in seguito. Insomma, non bisogna avere paura di scoprirsi non all’altezza o indicati per un certo ruolo. E poi è meglio rifiutare un lavoro per cui non si è portati che accettare una mansione che non si è in grado di svolgere.

Che cosa chiedere nel corso di un colloquio

Spesso, anche il candidato durante il colloquio ha la possibilità di porre delle domande. Si tratta di un’altra chance da afferrare al volo, perché è attraverso queste domande che ci si dimostra sia interessati che preparati. I quesiti sono un modo per far capire che si conosce l’azienda per cui ci si è candidati; ovviamente non bisogna parlare di soldi, di ferie o di permessi.

Pasquale De Laurentis

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