matteo renzi pd
Fonte: ANSA

Con oltre 50mila ricerche, Matteo Renzi conquista il secondo posto (preceduto da B. B. King) tra le ricerche Google di lunedì 16 settembre 2019, giorno in cui si vociferava della papabile scissione col PD. Un percorso politico non facile, fino alla decisione di voler aprire una nuova Casa per colmare lo spazio politico disponibile. Sul web impazzano i meme che raffigurano Renzi con la chioma di Silvio Berlusconi, di cui rappresenterebbe l’erede. Italia Viva è il nome del suo (primo) partito personale.

Renzi dal 2017 ad oggi

Era novembre 2017 quando Matteo Renzi, dallo scanno dell’ottava edizione della Leopolda, dichiarava: «Stimo il lavoro di Macron, il punto di riferimento per questa speranza, per mettere in discussione l’austerity. Per l’Italia ci siamo riservati la flessibilità ma questo non basta». Stava dimenticando, o omettendo, di parlare di precarietà e di lavoratori, e quelli che avrebbero dovuto storcere il naso stavano, invece, applaudendo. Non stupiva già più: da sempre, il “rottamatore” si era posto come il primo della classe (e gli va riconosciuto, ndr), con un rispettabile seguito, nonostante le sue idee, insolite a sinistra. Tanto da riuscire a tramutare in un vanto il suo essere discutibilmente divisivo, con annessi i progetti che l’hanno visto protagonista, come Buona Scuola, JobsAct e Riforma Costituzionale. Sarebbe stato più semplice se si fosse accorto prima di essere nel posto sbagliato.

Così un giorno, all’improvviso, si è accorto di non essere di sinistra. Saranno stati i titoli dei giornali ad aprirgli gli occhi sul neonato “governo giallo-rosso” (su cui qualcuno ha anche ironizzato, sostituendo il rosso con il “salmone”), come un bagliore improvviso sulla strada per Damasco. La sua conversione ha suscitato il medesimo presentimento anche nell’animo di altri 26 deputati e 15 senatori, tra cui Teresa Bellanova, che si è insediata da poco tempo al Ministero dell’Agricoltura, e Maria Elena Boschi, entrambe renziane della prima ora. La Lorenzin, invece, ha scelto il PD. Al Senato si è formato il gruppo riformista “Italia Viva-PSI”, come annunciato dal senatore socialista Nencini. Anche la senatrice Donatella Conzatti aderisce, provenendo da Forza Italia (Berlusconi, nel fare gli auguri a Renzi, ha anche fatto sapere che sarà l’unica).

Renzi scissione PD
Fonte: sondaggio Emg Acqua presentato il 19 settembre 2019 ad Agorà, il programma condotto da Serena Bortone su Raitre (Open)

Nasce (Forza) Italia Viva

I saluti formali avverranno alla prossima Leopolda. Intanto c’è già il nome della formazione: Italia Viva. Nelle ultime ore, l’idea del nome è stata rivendicata da molti; ovviamente anche da Vincenzo De Luca, per aver dato lo stesso nome a un convegno tenutosi a Salerno nel 2014. L’immaginario collettivo, però, ha richiamato alla memoria gli albori di Forza Italia, che saranno celebrati a partire dal 4 ottobre nelle nuove puntate della serie TV 1994, per concludere la trilogia nata da un’idea di Stefano Accorsi.

La nota pubblicata da Matteo Renzi il 17 settembre chiarisce qualche punto programmatico:

«Ho deciso di lasciare il Pd e di costruire insieme ad altri una Casa nuova per fare politica in modo diverso. Dopo sette anni di fuoco amico penso si debba prendere atto che i nostri valori, le nostre idee, i nostri sogni non possono essere tutti i giorni oggetto di litigi interni. La vittoria che abbiamo ottenuto in Parlamento contro il populismo e Salvini è stata importante per salvare l’Italia, ma non basta. Adesso si tratta di costruire una Casa giovane, innovativa, femminista, dove si lancino idee e proposte per l’Italia e per la nostra Europa. C’è uno spazio enorme per una politica diversa. Per una politica viva, fatta di passioni e di partecipazione. Questo spazio attende solo il nostro impegno».

Renzi lavoro Assemblea nazionale PD

Un partito dell’establishment, dell’uomo che si fa da sé, sul modello francese di En Marche. Anti-populismo e anti-populisti, gli stessi che sta appoggiando al governo. Giovane si traduce con futuro e con progresso, a cui fa seguito l’innovazione, il femminismo (non ci sperate, è quello delle quote rosa e del gender gap), start up e imprenditoria sotto la grande bandiera dell’Europa. Quello spazio enorme a cui si fa riferimento è l’ala liberale.

Chiaramente cresce la curiosità per l’assetto politico del nuovo partito, il sondaggio più recente lo dà al 3,4%. Tra le ricerche su Google Trends impennano “scissione PD significato” e “perché Renzi lascia il PD“, oltre che “news scissione PD“. L’appoggio al governo al momento rimane.

E allora il PD?

Zingaretti Renzi
Account Twitter di Nicola Zingaretti

In meno di un mese il PD ha perso due tra i suoi volti più conosciuti e più problematici: Matteo Renzi e Carlo Calenda. Come già la storia ci aveva dimostrato, Tony Blair non stava al Labour Party, come la sinistra dovrebbe stare alla sinistra. O con le parole di Romano Prodi: «Il partito personale funziona una volta sola».

Qualcuno rientrerà e qualche altro, invece, lascerà. Ci si aspetta il completamento di questa osmosi da parte di coloro che aderirono ai tempi a FutureDem. È la fase di apertura di nuovi scenari e bisogna dialogare per riorganizzare un indirizzo. Nel mercato della politica verrà premiato chi saprà differenziarsi e offrire un’alternativa. I nonni dovranno capire di non aver lasciato molto in eredità ai nipoti, i quali adesso hanno bisogno di ricostruire sulle macerie. Insomma, il momento è propizio e va sfruttato.

Sara C. Santoriello

Giornalista pubblicista, aspirante politologa. Mi alimento di dubbi e curiosità. Sono una femminista lonziana, appassionata dell'aspetto Social nei Media. Scrivo di Politica, Genere, Etica e Tecnologie. Coordino la sezione Femminismi per Libero Pensiero. PhD Student in Scienze Sociali e Statistiche all'Università di Napoli "Federico II".

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