La canapa ha catalizzato l’opinione pubblica: il leader della Lega, durante una conferenza stampa, si è scagliato duramente contro i cosiddetti cannabis shop, ossia i negozi che vendono la cannabis light, vale a dire quel tipo di marijuana che contiene solo in piccolissima parte la sostanza psicoattiva e per questo è a tutti gli effetti legale e in vendita presso molti negozi specifici e tabaccherie.
Le dichiarazioni sono arrivate in puro stile salviniano: dure, autoritarie che non ammettono repliche. Il Ministro ha infatti annunciato l’immediata chiusura dei negozi che vendono canapa light accusandoli inoltre di corrompere i costumi dei giovani e mascherare attività illecite tra cui lo spaccio di canapa “normale” e altre sostanze stupefacenti.
Ma il governo chiuderà davvero i cannabis shop?
Se ci atteniamo alle parole del Ministro, che ne ha annunciato la chiusura immediata, la risposta è ovviamente sì. Ma la direttiva governativa è profondamente diversa e le incongruenze salterebbero anche all’occhio del lettore più distratto: nella direttiva governativa del 9 maggio 2019 si legge infatti che i negozi di canapa light devono essere controllati per stabilirne la conformità ai requisiti a cui per legge devono attenersi. Requisiti come igiene, agibilità, impiantistica, urbanistica e sicurezza, come qualsiasi altro esercizio commerciale che abbia a che fare con prodotti organici.
Un’altra incongruenza in realtà è sotto gli occhi di tutti: sin dalla campagna elettorale Salvini ha dichiarato guerra aperta alle mafie schierandosi anche pro un ipotetico disegno di legge a favore della riapertura dei bordelli che, secondo il leader della lega, porterebbero più decoro nelle strade e sottrarrebbero ingenti quantità di denaro alla malavita organizzata.
Dunque, sarebbe logico dedurre che Salvini, tanto avvezzo a combattere le mafie d’Italia, sia pro questo tipo di attività che ha già portato via svariati milioni alle mafie. Il leader della Lega è invece contrario sia al commercio di canapa light e derivati (oli, pillole e creme), sia alla liberalizzazione delle droghe leggere e alla loro distinzione da quelle pesanti.
Inoltre, badando al punto di vista economico, uno studio dell’Università di Messina ha dedotto che lo Stato incasserebbe intorno ai sei miliardi di euro l’anno senza contare poi i soldi sottratti alle mafie e quelli risparmiati nella lotta contro la canapa, da reinvestire magari contro droghe maggiormente pericolose. A voler far della facile ironia, la canapa tanto odiata da Salvini, in un anno, pagherebbe la metà di quei 12 miliardi che occorrono al governo per non far arrivare l’IVA al 25%!
Il disegno di legge (abbandonato?) sulla canapa
Di tutt’altro parere sembra essere invece l’alleato di governo, il Movimento 5 Stelle. Il senatore Matteo Mantero ha infatti depositato un progetto di legge che prevede la legalizzazione e regolamentazione della vendita e del consumo di canapa light e non. In questo disegno di legge si prevede: la possibilità di coltivare fino a un massimo di tre piante a persona e trenta in caso di persone associate, la possibilità e quindi la liceità di detenere quindici grammi in casa e cinque fuori le mura domestiche e differenziare le pene in base alla tipologia di droga.
Anche questo ovviamente è un terreno di scontro per il governo giallo-verde. In linea di massima l’intero Movimento 5 Stelle sarebbe d’accordo a introdurre una nuova regolamentazione per le sostanze stupefacenti. La Lega appare invece più divisa: Salvini e alcuni esponenti sono assolutamente contrari non solo alla legalizzazione, ma anche alla differenziazione di trattamento tra droghe leggere e droghe pesanti.
Il Ministro e i suoi si rifanno alla teoria (smentita dai dati e dalla comunità scientifica) secondo cui la canapa sia una droga di passaggio che porti poi all’assunzione di altre sostanze stupefacenti quali eroina e cocaina. Lo stesso senatore Mantero però a Radio Capital ha assicurato che all’interno della Lega ci sarebbero voci fuori dal coro che sarebbero invece favorevoli alla proposta sulla legalizzazione della canapa.
Il senatore si è anche augurato che la discussione prenda luogo per vie parlamentari e che sia seriamente dibattuta all’interno del parlamento insieme ad altri argomenti scottanti (prostituzione ed eutanasia) che meritano sicuramente più attenzione da parte del governo. Giuseppe Conte però ha tagliato quasi del tutto fuori questa possibilità dicendo che l’argomento non è nel contratto di governo e per questo non riceverà molto probabilmente le dovute attenzioni.
Ad oggi quindi siamo allo stesso punto di quando anni fa Marco Pannella combatteva la sua battaglia personale a favore della canapa. Siamo ancora incastrati in un pantano di falsi miti e generalizzazioni e nel frattempo le mafie lucrano, lo Stato perde soldi più utili che mai e i nuovi negozianti che con coraggio cercano di aprire nuove attività si ritrovano sempre più intoppi amministrativi poco simpatici da gestire.
Esiste la concreta possibilità di guadagnare e nel frattempo sottrarre potere e soldi alla malavita che non si combatte solo inaugurando commissariati di polizia e con belle parole durante i comizi. Si combatte piuttosto con l’educazione, con la cultura, con le azioni legislative e smuovendo quel substrato (quello delle droghe) sulla quale per anni le mafie italiane hanno lucrato e con la quale hanno accresciuto la loro potenza.
Alessandro Leuci