La rubrica torna anche questa settimana, senza seguire un percorso obbligato. ItinerArte in fondo è un viaggio attraverso il mondo dell’arte, le cui tappe possono essere infinite ed imprevedibili. Ci troveremo a parlare di grandi artisti immortali e, perché no, anche di quelli viventi: oggi è la volta di Jack Vettriano e della sua arte che si fa seduzione.
Jack Vettriano è un’autodidatta: nella sua pittura c’è un po’ la somma dei quei vizi come il fumo, le donne e i tacchi a spillo, che egli venera e colleziona come veri e propri feticci. Tema fondamentale delle sue rappresentazioni è la donna che seduce. Le sue donne sono rigorosamente sensuali e seduttive, indossano tacchi e hanno quasi sempre una sigaretta tra le dita. Considerato sessista nei confronti del genere femminile, Jack Vettriano ama le donne e ne esalta il loro potere seduttivo sugli uomini, fino all’abbandono e alla perdizione.
Abbiamo atmosfere da film anni ’50, cupe e distaccate ma soprattutto erotiche e sensuali, che si alternano a rappresentazioni più luminose e romantiche. Uomini e donne in coppia o in gruppo, elegantemente vestiti, che passeggiano e ballano su una spiaggia, mentre un maggiordomo canta “fly me to the moon” di Sinatra.
Nelle sue opere è forte quella vena autobiografica e di vitalità, legata ad un’esperienza realmente vissuta (“Scarlett Ribbons”, “Very married woman”, “Beautiful losers II”); un’esperienza chiaramente rivista e corretta attraverso l’occhio del pittore, che ci fornisce una visione edulcorata e solo apparentemente lontana dagli occhi dell’osservatore. Jack Vettriano è attore e regista delle scene che ricrea, può vestire i panni del sedotto o defilarsi in secondo piano e porsi come semplice spettatore “vojeur“. Le donne che ritrae sono raramente frutto della sua immaginazione, più spesso sono persone con le quali ha avuto un contatto, un rapporto e un coinvolgimento. Prostitute che ha fotografato per strada, sconosciute che ha avvicinato, nonché donne che ha amato. Ma la componente biografica abbraccia il dato reale e si fa anche visione più intima, di delusione per un rapporto d’amore e di passione finito male.
Chi è dunque Jack Vettriano?
Nato come Jack Hoggan nel 1951, a Fife in Scozia, passato alla ribalta nel 1988, cambia cognome e assume quello della madre, di origini italiane, Vettriano. Il suo approccio all’arte è tutto sommato tardivo; solo verso i venti anni scoppia la passione per la pittura, prevalentemente ad acquerello. Nel suo bagaglio culturale non manca lo sguardo sui grandi maestri come: Caravaggio, Monet ed Hopper. Vivendo in Scozia le prime tappe della sua esplorazione nell’arte partono dal museo di Kirkcald e di Kelvingrove: in questi luoghi matura l’interesse per i colori scozzesi. La svolta artistica avviene nel 1988, quando partecipa all’esposizione estiva della Royal Scottish Academy con due dipinti, venduti entrambi il primo giorno e nella stessa occasione riceve anche proposte da altre gallerie, intenzionate ad esporre i suoi lavori. Attualmente, con esposizioni in tutto il mondo, è diventato uno dei più famosi e popolari artisti del XXI secolo . Le sue opere raggiungono cifre da capogiro alle aste e milioni di riproduzioni, anche per chi non può permettersi gli originali. Jack Vettriano ormai gode del consenso acclamato non solo del pubblico ma anche della folta schiera di collezionisti. Nel 2014 si è tenuta la sua più importante retrospettiva al Kelvingrove Art Gallery and Museum di Glasgow con circa 100 dipinti, che hanno ripercorso la sua carriera dal 1992 al 2012; l’affluenza dei visitatori è andata ben oltre le aspettative dell’artista che finalmente si è visto riconoscere uno ruolo importante, nel campo dell’arte, proprio da parte di chi lo aveva bistrattato.
Rossella Mercurio