Cari lettori, anzitutto fatemelo dire: siamo spacciati.
Per anni abbiamo coltivato un gusto sadico per l’horror e il catastrofismo, attendendo un’apocalisse zombie che annunciasse la fine del mondo proprio come nei peggiori film da quattro soldi che ogni tanto guardiamo in streaming su Cineblog. E invece…
Ci ritroviamo catapultati in uno scenario che nessuno avrebbe mai potuto prevedere: l’apocalisse Pokémon.
A quale team appartenete? Io alla squadra blu, perché mi ritengo una persona saggia e anche perché mi piace un sacco Articuno.
Ad ogni modo, l’arrivo di Pokémon Go è senza dubbio il fenomeno di massa più rilevante dai tempi dell’introduzione di facebook, e non c’è da stupirsi che continui a fare più notizia della strage di Monaco di Baviera o dell’esplosione suicida a Kabul.
“Mamma Nintendo” si è dimostrata, da questo punto di vista, ancora una volta all’avanguardia, riuscendo in un colpo solo a scardinare due delle problematiche più annose dell’era contemporanea: la scarsa propensione all’attività fisica da parte dei giovani, e la spocchiosa convinzione del sesso femminile di trovarsi sempre, comunque al primo posto per diritto divino.
Con Pokémon Go siamo quindi di fronte ad un rovesciamento dei paradigmi finora conosciuti, ad una rivoluzione copernicana dei modelli socio-culturali, all’inizio di quella che potrebbe essere in futuro definita come l’era del Pikachismo. Prendendosi un po’ in giro, ma neanche troppo.
Naturalmente, occorre fornire la giusta analisi ai cambiamenti epocali che ci stanno accadendo intorno, per non farsi trovare impreparati in caso di un attacco del Team Rocket, che ormai ha soppiantato l’ISIS.
Com’era prevedibile, la prima conseguenza è stata il suddividersi dell’umanità in due fazioni: quelli che stravedono per il gioco e la trovano una delle più grandi idee dai tempi di Leonardo da Vinci – e gli altri non possono capire la bellezza di esplorare il mondo perché attraverso i pokéstop stanno scoprendo tutti i monumenti che avevano sotto il naso fino ad ora, e quelli invece che se usi Pokémon Go sei uno sfigato eterno bambino – e che ai loro tempi invece di andare a caccia di mostriciattoli andavano a caccia di donne. Questi ultimi, il più delle volte, dicono così perché il loro cellulare non è compatibile con il gioco e covano del risentimento.
In seguito, per la precisione al raggiungimento del livello 5, la prima fazione si è ulteriormente suddivisa in tre: team Giallo, team Blu e team Rosso. Sul web sembra già di assistere a scontri di civiltà che neppure i leghisti quando parlano dei musulmani, tra accuse di essere, a vario titolo, “fighette”, “traditori dell’umanità”, “poveri falliti”, immagini di violenza inaudita e promesse di conquistare il potere assoluto neppure troppo camuffate da minacce di ritorsioni. Pare che Erdogan si sia ispirato a queste rivendicazioni per strutturare i suoi ultimi provvedimenti.
Sembra insomma che l’apocalisse Pokémon sia davvero a un passo. A giudicare da molti sagaci commentatori, si tratterebbe del più grande esperimento di manipolazione sociale mai realizzato. Qualche complottista parla di controllo globale della CIA attraverso i sistemi di geolocalizzazione. Eppure, a tal proposito, mi preme ricordare come la gente andasse in giro con gli occhi fissi sullo smartphone da molto prima dell’uscita di questo gioco.
Le conclusioni che possiamo trarne sono in realtà più semplici: nel computo della triade quotidiana composta da lavoro/svago/riposo, il capitalismo, dopo il lavoro, si è appropriato anche dello svago, conducendoci verso livelli di alienazione che rispecchiano in pieno la teoria marxista e che sanciscono la definitiva sconfitta del modello di umanità sociale a vantaggio di sistemi di monopolio economico, accentramento del potere e forme di controllo sempre più invasive e imprigionanti.
Dando per scontato che almeno durante il riposo ognuno sia libero di sognare ciò che vuole: almeno fin quando non inventeranno un’app anche per quello.
Buona domenica, lettori cari. E se vedete Articuno, fatemi subito sapere dove si trova.
Emanuele Tanzilli
@EmaTanzilli