«È la fine della politica» afferma il segretario dei Radicali Italiani Riccardo Magi, ed effettivamente la situazione non sembra delle più rosee.
Questo è il quadro che viene fuori dal Tavolo Asilo Nazionale, un’assemblea pubblica convocata da varie organizzazioni impegnate nell’ambito del diritto d’asilo e dell’accoglienza. Tema dell’assemblea i rischi legati all’approvazione del Decreto Salvini – attualmente all’esame del Senato – e la possibilità di attutirne le criticità attraverso degli emendamenti, per i quali alcuni esponenti della maggioranza tra i 5 Stelle hanno mostrato disponibilità.
Le organizzazioni si oppongono al decreto Salvini
All’evento hanno aderito tantissime associazioni: ACLI, ActionAid, Amnesty International Italia, ARCI, ASGI, Caritas Italiana, Comunità di S.Egidio, Emergency, Medici Senza Frontiere, Oxfam Italia, Save The Children e tante altre ancora.
Per entrare un po’ nel clima provo a parlare con qualcuno di loro, e in particolare scambio due parole con Elsa Laino di Medici Senza Frontiere. Le chiedo se per questo decreto si prevede un profilo di incostituzionalità in rapporto all’art.10 sul diritto d’asilo: «Sì, o meglio: noi ci occupiamo di salute, e per quello che ci riguarda il rischio proviene anche dalla mancata tutela del diritto alla salute (art.32, ndr). Il decreto Salvini prevede che venga concessa la protezione umanitaria per ricevere cure mediche solo in casi di “eccezionale gravità”, il rischio è che molte situazioni comunque critiche vengano ignorate».
Le chiedo quindi delle condizioni dei richiedenti asilo nei CPR (Centri di Permanenza per il Rimpatrio, ex CIE), dove i migranti ai quali è stata rifiutata la richiesta sono detenuti prima di essere rimpatriati: «Noi di MSF abbiamo lavorato in precedenza nei CIE, in particolare in Sicilia, mentre ora ci occupiamo solo dei CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria), e quella che abbiamo trovato è una situazione critica. Soprattutto, non ci sono le competenze necessarie dal punto di vista psicologico, per rapportarsi a migranti che spesso hanno subito torture». Infine, un passaggio sulle prossime mosse di MSF: «Oggi abbiamo spedito al Senato, insieme a tante altre associazioni del settore, una lettera (reperibile qui) in cui si evidenziano le implicazioni del decreto Salvini sulla salute dei migranti. Il diritto alla salute non può essere subordinato ad altre priorità “politiche”, e se il decreto dovesse essere approvato, faremo ovviamente opposizione».
Le posizioni “ambigue” dei 5 Stelle
Dopodiché inizia l’incontro vero e proprio.
Si sente subito che l’atmosfera non è serena: il relatore che introduce afferma che lo spazio di manovra sul decreto è poco e limitato al Senato («quando arriva alla Camera i giochi sono fatti»), i 19 emendamenti approvati non comportano modifiche sostanziali e addirittura gli emendamenti presentati dal governo vanno in senso peggiorativo.
L’attesa è tutta per i parlamentari ospiti dell’assemblea, e in particolare dei primi due: Paola Nugnes e Giuseppe Brescia, entrambi del Movimento 5 Stelle. Questi ultimi infatti fanno parte della corrente minoritaria “di sinistra” dei 5 Stelle – insieme al Presidente della Camera Roberto Fico e a Gregorio De Falco, che più di tutti si è opposto al Decreto Salvini e che fino all’ultimo si è rifiutato di ritirare i 25 emendamenti al decreto da lui presentati.
Prima è il turno della Nugnes: la senatrice definisce il provvedimento «decreto In-sicurezza, che ostacolerà l’integrazione portando a nuovi conflitti sociali», e ribadisce che gli sforzi per portare a casa qualche emendamento potrebbero essere infruttuosi. Si dichiara fiduciosa rispetto alla possibilità di portare a casa qualche emendamento “non sostitutivo, ma nel merito” per quanto riguarda la salute, gli SPRAR e i Daspo (legati alla seconda parte del decreto).
Poi tocca a Brescia. Il deputato – nonché Presidente della I commissione Affari Costituzionali, che esaminerà il decreto al suo passaggio alla camera – afferma che il decreto sia «pericoloso a causa del combinato disposto tra le varie misure, che rischiano di andare solo ad ingrossare le fila dei CAS e dei CARA (Centri Accoglienza per Richiedenti Asilo)».
Ma quando dice che «il provvedimento rischia di rivelarsi elettoralmente un boomerang per Salvini, perché a lungo termine può creare criticità sui territori», nella sala inizia a prendere corpo un brusio, che aumenta quando Brescia afferma: «Salvini critica gli SPRAR, ma per me sono un modello. È il contratto di governo ad essere limitante».
A quel punto il pubblico in sala gli chiede cosa impedisca ai 5 Stelle contrari alla linea dura sull’immigrazione di votare contro il decreto, e Brescia si lascia andare a delle affermazioni che sanno un po’ di confessione: «Se non votiamo questo decreto cade il governo, andiamo tutti a casa e alle prossime elezioni ci troviamo Salvini premier. Come pensate che la maggioranza degli italiani percepirebbe il fatto che facciamo cadere il governo sull’immigrazione? Noi chiudiamo un occhio su questo, e loro ci permettono di far passare tante riforme importanti. La politica va così, abbiamo fatto un governo e cerchiamo di portare a casa più provvedimenti possibili». E c’è chi gli chiede «Cosa ne pensa secondo voi la vostra base elettorale?».
Intanto in sala sono arrivati Riccardo Magi e, soprattutto, il segretario del PD Maurizio Martina, che assistono alle battute finali dell’intervento dei due parlamentari 5 Stelle e infine danno loro il cambio. Magi auspica brevemente una maggioranza parlamentare che sia contraria al decreto Salvini e parla, appunto, di «fine della politica» riferendosi all’accordo, ormai fin troppo esplicito, tra 5 Stelle e Lega.
E sulla stessa falsariga interviene anche Martina, che si dichiara disponibile a un dialogo con i “dissidenti” della maggioranza, ma poi attacca: «Il fatto che la maggioranza si tenga insieme così è allucinante. Significa che per loro non c’è un limite oltre il quale non si può andare».
I rischi per il diritto d’asilo
In chiusura, interviene Loredana De Petris, senatrice di LeU e membro della commissione che sta analizzando il decreto al Senato. E dà un quadro più tecnico e preciso della situazione: «Molteni (sottosegretario all’Interno della Lega, ndr) ha ribadito che non sarà possibile aggiungere nuovi casi in cui viene garantita la protezione umanitaria oltre a quelli già presenti nel decreto. E gli emendamenti governativi lo peggiorano: introducono più paesi considerati “sicuri” – difficilmente quindi i migranti provenienti da quei paesi vedranno la loro domanda accettata – e allargano il campo delle domande “manifestatamente infondate”, e quindi immediatamente respinte».
Criticità che andrebbero a rendere ancora più ostile un decreto già di per sé dannoso per tutti i richiedenti asilo: tra le misure previste, ad esempio, c’è l’abolizione della protezione umanitaria, sostituita da forme di protezione non chiare e che restringono di molto la rosa degli aventi diritto.
Da notare poi l’estensione del trattenimento dei migranti nei CPR da 90 a 180 giorni; la possibilità di revoca della protezione o della domanda di protezione in caso di stupro, spaccio, rapina/furto e oltraggio a pubblico ufficiale, anche senza sentenza; la revisione del progetto SPRAR che viene limitato solo ai rifugiati/dotati di protezione internazionale e ai minori non accompagnati; e, infine, la revoca della cittadinanza in caso di reati legati al terrorismo (misura ad alto rischio di incostituzionalità perché è impossibile procedere alla revoca di una cittadinanza già assegnata).
Quello che si prospetta è, insomma, un percorso a ostacoli perfettamente architettato e voluto dal Ministro degli Interni. Al quale solo una vera politica, fatta di valori e non di favori e alleanze, può rappresentare un argine.
Simone Martuscelli
no lo so perchè il partito democratico on fa l’alleanza con 5 stelle