Game of Thrones ci fa sognare, ci immerge nei putridi ma fantastici eventi di Westeros che per dettagli e perizia storica si sovrappongono come un mondo parallelo (ma non più oscuro) al nostro. Una narrazione mitica che, per quanto pop, si configura come vicaria alla desertificazione delle grandi narrazioni della nostra epoca. La serie è riuscita, così, a plasmare l’immaginario di tante generazioni diverse, trascinando a sé ampie fette di pubblico seppur non avvezzo al fantasy. La sua ricetta vincente è stata quella di integrare in maniera fluida e adulta la mitologia canonica del fantasy medievale con quella dell’orrore contemporanea (gli Estranei, i Non Morti..).
Ma quello che abbiamo visto nei libri e soprattutto nella serie di Game of Thrones, non è che un piccolo tassello dell’intricato e profondo mosaico storiografico creato dall’autore, che ad ogni romanzo aggiunge frammenti antecedenti a quelli della storyline principale, fondamentali per comprendere il quadro generale in cui si muovono la serie e i romanzi.
HBO quindi sente odore di soldi, e dopo aver battuto ogni record con la serie madre ha già annunciato la produzione di ben cinque prequel, che presto o tardi, vedranno la luce sul suo canale.
Tra i produttori ci sarà sempre il buon G.R.R. Martin che ad ogni modo non perderà le redini della situazione, sperando intanto di chiudere nel suo impeccabile stile il primo ciclo di libri.
Ora, la domanda che tutti i fan si fanno è: quali saranno gli spunti narrativi che faranno da spin-off alla serie madre? Abbiamo qui raccolto tutte le indiscrezioni che da mesi tartassano internet e, per ogni papabile saga, segnaliamo i pro e i contro sulla possibile trasposizione sul piccolo schermo.
- La ribellione di Robert (Anche conosciuta come Guerra de L’Usurpatore):
Questa è una delle più probabili, e anche quella più vicina temporalmente agli eventi della serie madre. Difatti la ribellione dei Baratheon si verifica solo qualche lustro prima e porterà allo status quo descritto nel primo romanzo (prima stagione della serie).
Per raccontarla si partirebbe dal torneo di Harrenhal, dove ci fu il primo incontro tra Raeghar Targaryen e Lyanna Stark (genitori di Jon Snow), il presunto rapimento, l’assassinio di Rickard e Brandon Stark (rispettivamente padre e fratello maggiore di Ned) e infine tutte le battaglie campali che hanno sancito il destino dei Sette Regni.
Il problema è che, essendo stata descritta a fondo, la libertà di manovra degli sceneggiatori sarebbe ridotta al lumicino. Effetto sorpresa zero, colpi di scena nemmeno a parlarne se non prendendosi arbitrariamente qualche licenza. Spirali biografiche dei personaggi già segnate alla partenza e – probabilmente – poco coinvolgente dal punto di vista della trama.
- La danza dei Draghi
Parliamo del conflitto fratricida scoppiato fra i Targaryen. È una guerra di successione combattuta fra i sostenitori di Aegon II e quelli della sua sorellastra, Rhaenyra.
L’arco narrativo è molto ampio, è di soli due anni, ma gli eventi narrati sono così tanti che si potrebbero coprire almeno quattro/cinque stagioni. È anche una delle più vendibili e più attraenti sia per l’onnipresenza dei draghi sia per la somiglianza con la saga madre di GoT, in quanto orbiterebbe attorno ai tradimenti e agli intrighi di corte.
Il suo grande difetto sta proprio nella difficoltà della trasposizione: in tutto il conflitto sono impiegati una trentina di draghi, si contano almeno una decina di frenetiche battaglie, cosa forse non sostenibile per il budget di una serie tv, anche con gli opportuni ridimensionamenti.
- Aegon e la conquista dei Sette Regni
La Guerra di Conquista è stata la manovra militare con la quale Aegon I conquistò Westeros e con la quale venne, poi, soprannominato Aegon il Conquistatore. Anche qui ci troveremmo di fronte ad un’escalation di battaglie e di gesti eroici ma che risentirebbe dello stesso problema della ribellione di Robert: finale già conosciuto. Di contro, ci sarebbero una frotta di personaggi nuovi da inserire, personaggi indefiniti e i cui destini non sono chiarissimi nonostante i frammenti rilasciati da Martin nei suoi libri.
- Il disastro di Valyria
Torniamo decisamente indietro. Ciò avviene secoli prima gli eventi narrati nella saga principale ed è sicuramente l’arco temporale di cui si sa meno. Si sa solo di Valyria, una città opulenta e sontuosa colpita da un cataclisma che ha sancito la sua fine, riducendo la terra in tante piccole isole abbandonate e creando il Mare Fumante fra di esse. Si sa di una profezia che avvisò gli uomini del disastro, dei primi Targaryen superstiziosi che in questo modo salvarono la pelle, ma poco altro. Potenzialmente, un ottimo prequel.
- La lunga notte
Qua entriamo nella mitologia vera e propria di Game of Thrones. La lunga notte è il periodo (leggenda secondo molti) in cui l’oscurità si abbatté sul mondo conosciuto portando con sé morte e distruzione.
Tra gli ottomila e i diecimila anni prima degli eventi narrati nella serie madre, si narra dell’approdo degli esseri demoniaci, detti Estranei, che emergono dall’estremo Nord del continente. Una vera e propria lotta per la sopravvivenza, tra vita e morte, che si concluderà con la vittoria degli uomini e del loro condottiero, l’Azor Ahai (l’eroe dalla spada di fuoco), e con la costruzione della Barriera da parte di Brandon il Costruttore.
Un’arco narrativo sicuramente interessante ma che metterebbe il genere di GoT definitivamente da parte, se inteso come un fantasy/grimdark.
Il primo prequel dovrebbe veder la luce a fine 2019 secondo i programmi di HBO. Intanto, fremiamo per l’epilogo della saga principale la cui messa in onda è ipotizzata tra la fine del 2018 e la prima metà del 2019.
Enrico Ciccarelli