Squid Game, letteralmente “Il gioco del calamaro”, è la serie tv Neflix più vista di sempre, scritta e diretta da Hwang Dong-hyuk, originaria della Corea del Sud e distribuita in tutto il mondo.
La serie ha destato clamore e scalpore mediatico a causa della sua violenza inaudita e degli insegnamenti diseducativi al quale i minorenni sono esposti, al punto da replicarne delle scene a scuola e in gruppo.
Si tratta di un gioco pericoloso e perverso dove 456 persone si sfidano e quando perdono, pagano con la propria vita. Ma Squid Game, così come tante serie tv, era già in partenza vietato ad un pubblico minore di 14 anni. Quindi perché se nessuno tutela nè supervisiona i minori adesso ci stiamo scaldando tanto?
Insegnanti da varie parti del mondo hanno segnalato alle autorità che i loro alunni delle scuole elementari e medie, durante la ricreazione giocano a Un, due, tre… stella (una delle sfide presenti nella serie) e colpiscono i perdenti con calci e cazzotti. Da giorni sta circolando anche una petizione per chiedere la rimozione della serie tv, almeno in Italia. Ma cosa cambia tra questa serie tv e le tante altre violente presenti sul web?
I minori oggigiorno hanno la possibilità di accedere ad ogni tipologia di contenuto online senza alcuna resistenza da parte del sistema. Pornografia, giochi d’azzardo, contenuti estremamente violenti che feriscono irreversibilmente la loro maturazione psicofisica, attitudinale ed affettiva. I genitori li controllano i contenuti visionati dai loro figli? Perché se continuiamo a seguire questa logica allora dovremmo oscurare l’intero mondo di internet.
Per un ragazzino minorenne a volte basta inserire un’età differente dalla propria, inventata, per accedere ai contenuti.
Quanto sta accadendo in questi giorni dovrebbe farci riflettere su molteplici aspetti;
- L’esistenza di un parental control che non viene adoperato (se non da un genitore su quattro)
- La poca veridicità dei controlli sull’età degli utenti ad opera delle piattaforme online che potrebbero essere più severi
- L’efficacia e la credibilità del ruolo genitoriale nel 2021, circa l’educazione dei propri figli
Squid Game esiste come sono sempre esistite tante serie tv violente, con scene crude, che aizzano alla guerra o alla vendetta.
Squid Game: la trama
La serie è costituita da nove episodi. Si narra la storia di centiaia di cittadini che vivono gravi situazioni economiche e molteplici disagi sociali. Per lo più si tratta di uomini divorziati, vagabondi, emarginati dalla società. Essi vengono invitati a sfidarsi in una serie di giochi per la vittoria di un premio milionario. Quando prendono parte a ciò non sono consapevoli del fatto che si tratti di un gioco mortale di sopravvivenza, ma lo scopriranno ben presto e ogni volta che qualcuno muore, al montepremi finale di 45600000000 ₩ (circa 33000000 euro), se ne aggiungono altri 100000000 ₩ .
Tra i protagonisti c’è Seong Gi-hun, uomo divorziato e sommerso dai debiti che gioca insieme ad altri e fa squadra anche con un suo amico d’infanzia, Cho Sang-woo.
La difficoltà del gioco consiste soprattutto nel sopravvivere alle molteplici sfide fisiche e psicologiche sottoposte dai vari giochi sulla base della presenza di amicizie, ricordi d’infanzia, ricordi passati in generale e legami d’amore e d’affetto.
I giocatori sono tenuti costantemente sotto controllo da alcune guardie vestite di rosso, le quali provvederanno ad uccidere tutti coloro che perderanno ai diversi giochi.
Cosa c’è dietro Squid Game, il significato sociologico
Con questa serie tv, Hwang, ha voluto evidenziare le disparità socio-economiche vigenti in Corea del Sud. Ciò lo si nota sia nella parte iniziale del film che nel finale.
Egli lancia un messaggio che va oltre l’inquietudine della trama. Sottolinea in che modo siamo schiavi del denaro e quanto esso incida sulle disuguaglianze sociali. Ad oggi il denaro rappresenta l’ago della bilancia che misura la libertà di una persona.
“Volevo scrivere una storia che rappresentasse un’allegoria o una favola sulla società capitalistica moderna, che descrivesse una gara, un po’ come la vita”
Hwang, scrittore e regista
I giochi d’infanzia, per lo più coreani come il gioco del calamaro che dà il titolo alla serie, sono stati scelti di proposito dal regista come prove da superare.
La serie tv ha catturato un pubblico proveniente da ogni parte del mondo facendo leva sulla forza dell’umanità e sulla componente empatica presente in ognuno di noi dinanzi al dolore e all’ingiustizia. L’effetto che dovremmo provare nel guardare Squid Game non è esaltazione e fierezza, ma riflessione e pena, per il modo in cui stiamo vivendo e per i valori odierni della nostra società. Cose che, chiaramente, un pubblico under 14 non potrebbe di certo capire.
Sabrina Mautone