Il greentech sta crescendo in modo significativo a livello globale, con una diffusione in aumento anche in Italia.
Secondo l’ultima edizione dello State of Climate Tech Report di PwC, nel 2021 sono stati investiti 87,5 miliardi di dollari nelle startup green in tutto il mondo, con un incremento del 210% rispetto al 2020. Nonostante nessuno dei 78 unicorni greentech sia italiano, anche nel nostro Paese sta crescendo il numero di startup il cui business ha un impatto positivo sull’ambiente e sulla società. Secondo il Social Innovation Monitor dell’Università di Torino l’aumento è stato del 28,2% tra il 2020 e il 2021, passando da 349 a 486 società.
Come indicato sul sito di Redelfi, le ESG management company che operano nella transizione digitale e green stanno supportando il greentech, favorendo lo sviluppo di un mondo tecnologico e sostenibile.
Soprattutto in Italia il sostegno della finanza è fondamentale, considerando che il greentech ha bisogno di ingenti investimenti per fornire soluzioni di decarbonizzazione efficaci e avere un impatto significativo sul sistema socioeconomico.
A che punto è il greentech italiano?
A proporre un quadro della situazione delle startup a significativo impatto ambientale e sociale è il Politecnico di Torino attraverso la ricerca Social Innovation Monitor. I ricercatori hanno analizzato le giovani società ibride, ovvero quelle realtà che si posizionano a metà strada tra un’organizzazione non-profit e un’impresa for-profit, la cui attività imprenditoriale introduce delle innovazioni in ambito sociale e ambientale.
Secondo il report, in Italia c’erano 12.668 startup innovative operative a fine 2021, un numero cresciuto del 13% rispetto al 2020. Il 54,4% di queste realtà si trova nel Nord Italia, il 27,4% delle quali in Lombardia. Le startup innovative a vocazione sociale, ossia che hanno introdotto un’innovazione sociale certificata, sono 196 distribuite per il 67,3% nell’Italia del Nord, con un leggero calo dell’11,3% in confronto al 2020.
Le società benefit invece, imprese perseguono sia fini economici che benefici per le persone, le comunità, i territori, l’ambiente e altri portatori di interesse, sono 1.451, localizzate prevalentemente nel Nord-Ovest (45,8%). Tra queste ci sono 309 startup innovative con qualifica di società benefit, un numero aumentato del 143,3% rispetto al 2020, quando queste realtà erano appena 127. Lo studio ha rilevato anche 893 società benefit con meno di 5 anni, imprese che rappresentano un ibrido tra una società benefit matura e una startup innovativa con qualifica di società benefit.
In Italia ci sono anche 127 B-Corp, in aumento del 31,4% dal 2020, ovvero imprese che oltre al profitto hanno come obiettivo la generazione di un impatto positivo sulla società, i dipendenti e l’ambiente. Di queste, 9 sono startup innovative con qualifica di B-Corp. Tra i progetti più interessanti selezionati dal Politecnico di Torino ci sono startup innovative che operano nell’agricoltura di precisione per ridurre i costi ambientali ed economici, nella mobilità sostenibile e nelle tecnologie per l’uso della CO2 per lo stoccaggio di grandi quantitativi di energia elettrica a lunga durata.
La situazione del greentech in Europa
Per quanto riguarda il greentech europeo, l’Osservatorio Startup Hi-Tech del Politecnico di Milano rileva circa 7.000 startup agrifood a fine 2021, con quasi un terzo di queste realtà attive nell’efficientamento dell’impiego delle risorse energetiche, nella protezione delle risorse naturali e nelle soluzioni circolari. In Italia le startup agrifood che hanno ricevuto investimenti sono 85, il 35% delle quali sono giovani imprese sostenibili.
Secondo il report Net Zero Insights, in Europa il paese leader nel greentech è la Svezia, in grado di attrarre l’84,4% degli investimenti comunitari nel settore, con una forte tendenza al rialzo degli investimenti nelle tecnologie climatiche in Nord Europa e nel Regno Unito. Tra i comparti che più di altri stanno ricevendo fondi c’è il settore della transizione energetica, destinatario del 43% circa degli investimenti totali nel greentech nel terzo trimestre 2022.
Il greentech, dunque, mostra importanti opportunità per le startup innovative italiane, chiamate a fornire un contributo maggiore a livello europeo nello sviluppo di tecnologie e innovazioni con un impatto positivo sull’ambiente e la società.
Dalla riforestazione all’agritech e dall’edtech all’energy, è ormai evidente come proteggere la natura convenga più che sfruttarla, tenendo anche conto di quello che gli ecosistemi naturali offrono all’uomo quando si è capaci di trasformare il capitale naturale in valore.
Pasquale De Laurentis