Il fatto che massimi esponenti di partiti contribuiscano a far leva sull’emotività per ottenere voti, ormai non è una novità per nessuno. Ma se cavalcare paura e incertezza si ripercuote sulla vita della collettività, sulla salute pubblica, e sul futuro di un intero Stato, come sta succedendo per quanto riguarda la costituzionalità della Certificazione verde o Green Pass, stiamo raggiungendo livelli mai visti di incoscienza.
Nonostante la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, solo nell’agosto 2018 sostenesse di lasciar «stabilire a chi ha competenze quali siano i vaccini necessari e obbligatori» (tweet ormai rimosso), oggi la sua opinione è ampiamente cambiata: «La nostra Costituzione non contempla l’obbligo vaccinale», affermazione, tra l’altro, errata.
L’articolo 32 della nostra Costituzione sostiene che nessuno possa essere obbligato a sottoporsi a trattamenti sanitari obbligatori, è vero. Lo stesso articolo, però, al comma 1 recita: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività», mentre il comma 2 evidenzia la possibilità di applicare deroghe alla legge, nel caso servisse a tutelare l’interesse collettivo. Come in questo caso. I diritti del singolo individuo, infatti, possono essere compressi per favorire l’interesse pubblico. E questo lo dice proprio la Costituzione.
Decreto legge 23 luglio 2021: Green pass e FdI
Il Decreto del 22 luglio ha stabilito l’obbligatorietà di presentare il Green Pass o Certificazione verde COVID-19, per poter accedere a varie strutture al chiuso, fra cui ristoranti, palestre, teatri e cinema. In alternativa vi si potrà accedere in caso di guarigione da Covid entro i sei mesi o di tampone negativo fatto non oltre le 48 ore. Questo provvedimento si è reso necessario, non perché siamo uno Stato nel quale è stata imposta una dittatura sanitaria come a molti piacerebbe far credere, ma perché mentre FdI protesta contro il Green Pass e una sua presunta (e non veritiera) incostituzionalità, in Italia l’indice Rt sale.
Il partito di Giorgia Meloni (il primo, secondo gli ultimi sondaggi), ha superato i limiti della decenza il 29 luglio, quando alcuni suoi rappresentanti, hanno occupato l’aula presso la Camera dove si stava tenendo il voto sulla presunta incostituzionalità dell’ultimo Decreto Covid approvato. La seduta è stata costretta così alla sua sospensione.
Fonte: MeteoWeb.it
Le classi politiche dovrebbero agire a tutela della popolazione, non spingendo gli elettori a comportarsi contro i loro stessi interessi: la loro salute individuale in primis, e di conseguenza la salute collettiva. Perché i dati ad oggi, bisogna rimarcarlo, non sono confortanti. Sebbene la campagna vaccinale sembra stia procedendo al passo prefissato dal Generale Figliuolo, un’ampia fetta della popolazione si sta mostrando titubante verso il vaccino, tanto che più di 4,8 milioni di over 50, non ha fatto neanche la prima dose. Questo rallentamento, non è pericoloso solo di fronte alla variante Delta che sta caratterizzando gran parte dei nuovi contagi in Italia ed Europa, ma perché potrebbe far generare ulteriori varianti in futuro.
Risulta quindi vitale la corsa alle vaccinazioni. Questo perché, sebbene sia vero che il vaccino non annulli il contagio da Covid, è vero anche che la possibilità di trasmissione del virus si riduce drasticamente se si è vaccinati: a seconda dei casi, infatti, si parla di una riduzione che oscilla fra il 70-80%.
Perché vaccinarci se ci contagiamo lo stesso
In molti temono che possano scatenarsi gravi effetti collaterali a lungo termine dopo essersi vaccinati oggi, ma la comunità scientifica internazionale di fronte a questi dubbi, continua a sostenere quanto sia improbabile che reazioni considerevoli si scatenino a distanza di anni dalla vaccinazione. Coloro che oggi decidono di non vaccinarsi perché vogliono “aspettare e vedere cosa succede agli altri”, corrono un rischio molto più grave del vaccino: essere contagiati dalla variante Delta del virus e perdere la vita.
Se in Italia i due maggiori partiti (Fratelli d’Italia e Lega) avessero agito fin dal principio facendo leva sul senso di responsabilità attraverso campagne pro vaccino e pro mascherina, forse il Governo non avrebbe sentito il bisogno di incentivare le vaccinazioni attraverso una misura come la Certificazione verde.
Un anno e mezzo fa avevamo solo il distanziamento sociale come strumento per non contagiarci. Oggi la comunità scientifica ci sta fornendo i mezzi per salvarci la vita, permettendoci un ritorno a una vita quanto più normale possibile, che non ci faccia chiudere gli esercizi commerciali, che non faccia perdere ulteriori posti di lavoro.
Abbiamo bisogno di politici che invochino il senso di responsabilità e di comunità, non che gettino benzina sul fuoco. Perché se non si tratterebbe di un gesto incostituzionale, si sarebbe di fronte quantomeno ad una condotta immorale.
Giulia Esposito