Dai dati della Nasa è emerso che il 2015 è l’anno più caldo mai registrato: a livello globale, fra gennaio e maggio, la temperatura non è mai stata così alta. Rispetto al 2014, che era il record precedente, l’innalzamento è stato di più di un decimo di grado.
A detta di alcuni scienziati la causa che avrebbe portato al fenomenro è il riscaldamento immagazzinato in profondità degli oceani che negli ultimi anni è emerso in superficie provocando un forte innalzamento della temperatura. Il New Scientist ha calcolato che continuando così nei prossimi decenni il livello dei mari si alzerà di un metro e di cinque metri nel prossimo secolo. Se così fosse le conseguenze sarebbero irreversibili: New York, Londra e Venezia sarebbero destinate a finire sotto acqua.
Il 2020 è a un passo e il tempo disponibile per ridurre o meglio fermare l’effetto serra scarseggia. Le continue emissioni di anidride carbonica hanno avviato un’inarrestabile trasformazione del pianeta e nonostante gli impegni presi dai G7 di ridurre l’utilizzo di combustibili fossili altamente inquinamenti del 70% entro il 2050 non basta. Due terzi dell’emissione di CO2 derivano dall’utilizzo di combustibili fossili e dalla produzione di energia e pertanto bisogna iniziare da lì utilizzando fonti rinnovabili.
Gli impegni in vista del Cop21
È su questi dati che si innestano gli impegni nazionali di contenimento dell’anidride carbonica che i Governi mondiali hanno preso in vista della Cop21 di Parigi, che si terrà dal 30 novembre all’11 dicembre. I Paesi maggiormente responsabili di un terzo delle emissioni hanno fatto mea culpa e sembrerebbero intenzionati a rimediare ai loro precedenti errori: gli Stati Uniti ridurranno le emissioni fra il 26 e il 28 per cento, l’Europa meno 40 per cento entro il 2030 e la Cina ha dichiarato che porrà un tetto prima del 2030.
Rimanere entro i due gradi di aumento medio della temperatura è, quindi, ancora possibile, ma per farlo secondo quanto emerge dal rapporto della Convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici Unfccc (United nations framework convention on climate change) è necessario impegnarsi ancora di più e ridurre le emissioni a partire da adesso. Ecco quanto si può leggere nel report: ”Piu’ aspettiamo e piu’ sara’ difficile e costoso ridurre le emissioni di combustibili fossili. Per raggiungere l’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura entro i due gradi ne serviranno altri di ”sforzi” e ”maggiori” degli attuali.’‘ Una rivisitazione periodica degli obiettivi in vista della Cop21 di Parigi è necessaria. Salvare il pianeta non è un’utopia, basta volerlo.
Vincenzo Nicoletti