Se un giorno venissero a dirti che potresti realizzare il sogno di indossare la maglia della tua Nazionale ed essere uno degli attaccanti più prolifici della Premier League, mentre a 24 anni bazzichi ancora nella “Non-League“, potresti scoppiare a ridere.

Eppure si sa che il calcio inglese è spesso capace di regalare sogni anche quando meno te l’aspetti, perché un ragazzo che viene da anni di gavetta tra i dilettanti e ha nel curriculum 126 gol in 183 presenze, è riuscito a realizzare il suo sogno.

Ma Jamie Vardy non è mai stato considerato un enfant prodige, né ha mai giocato in una squadra professionistica o nelle giovanili. Vardy ha iniziato la sua carriera venendo scartato dalla primavera dello Sheffield Weds, la squadra della sua città, che all’epoca giocava nella Division 1 (l’attuale Football League One). Per il giovane Jamie non c’era spazio nemmeno nella terza divisione.

Si trasferisce allora nella squadra giovanile dello Stocksbridge, non propriamente un club famoso, nemmeno in Inghilterra. Quattro anni di campionati giovanili prima dell’esordio nel 2007, nel sistema dilettantistico del calcio inglese. Vardy aveva 20 anni all’epoca e guadagnava 30£ a settimana.

Dal 2007 al 2010 segna 66 gol in 107 presenze, prima di fare il salto di categoria con l’Halifax, nella Nothern Premier League, 6 divisioni sotto la Premier. Anche qui Vardy continua a segnare: 26 gol in 37 presenze, grazie alle quali l’Halifax vince il campionato e viene promosso in Conference North. Inizierebbe a segnare anche qui come prima (4 presenze e 3 gol), ma arriva la chiamata del Fleetwood e Jamie cambia ancora casacca.

Si trasferisce in Conference Premier, il livello appena sotto quello dei professionisti della Football League Two. Inutile dirlo, la storia non cambia. Vardy segna ancora e ancora: 31 in campionato e 3 in FA Cup, con tanto di vittoria del campionato e promozione tra i professionisti.

Nel 2012 e all’età di 25 anni, Vardy è finalmente arrivato tra i professionisti. Nessuno gli ha regalato nulla, ci è arrivato a suon di gol. Ed è qui che inizia il sogno: arriva la chiamata del Leicester City.

Vardy non ci pensa due volte e si trasferisce in Championship, la serie B inglese. Tuttavia l’impatto con il campionato non è dei migliori e chiude la stagione con soli 5 gol, di cui uno in coppa. Pochi per uno abituato a segnare sempre e comunque. Ma Jamie non si è arreso, non lo ha fatto nemmeno quando il suo Sheffield lo ha etichettato come un brocco.

L’anno dopo torna ad essere devastante: 16 gol in 37 presenze e promozione diretta in Premier League, quel campionato dove prima poteva solo sognare di giocare, quando ancora regalava gioie ai tifosi delle serie minori.

Il primo anno di Premier non è il suo miglior anno a livello realizzativo. Segna solo 5 gol, ma gioca una partita memorabile nella rimonta con il Manchester United, quando il Leicester era sotto di 3-1 e ribaltò clamorosamente sul 5-3. Il sogno si realizza ancora quando esordisce il 7 giugno con la maglia della sua Nazionale, contro l’Irlanda, all’età di 28 anni.

Arriva la salvezza, anche piuttosto agevolmente, e Vardy può rigiocarsi le sue chance nel calcio che conta. E come l’ultima volta, dopo un campionato sotto le sue possibilità, esplode letteralmente anche in Premier. 10 gol in 10 presenze, 7 consecutivi, come Henry e Shearer, davanti a gente come Aguero.

Il Leicester di Ranieri è 5° e fa sognare i suoi tifosi, mentre Vardy continua a buttare giù le porte così come faceva 5 anni fa, quando faceva il capocannoniere in Conference Premier.

Fonte immagine in evidenza: Google

Andrea Esposito

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