Giusta, Sbagliata, Sanpa
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Sanpa di Netflix è la docu-serie su Vincenzo Muccioli e la comunità di San Patrignano.

La miniserie uscita di recente su Netflix ed incentrata sulla storia di San Patrignano ha generato un considerevole scalpore, difatti quel che si evince finora è che “Sanpa” sembra destinata a far discutere. Non a caso, oltre al diminutivo con il quale solitamente si indica la celebre comunità di recupero della tossicodipendenza situata sulle colline del riminese, il titolo fa espressa menzione “delle luci e delle tenebre” che nel corso degli anni hanno caratterizzato la vita dello stesso centro, il più grande d’Europa.

Inevitabilmente i riflettori della serie si accendono sulla controversa figura di Vincenzo Muccioli, fondatore e principale dirigente della comunità fino alla sua morte, avvenuta per cause non ancora del tutto lineari, all’età di 61 anni.

Su Muccioli se ne sono dette a iosa. La serie tv, sulla scia degli anni ’80 e ’90 quando lo stesso fautore di Sanpa viveva il clou della popolarità, trovandosi spesso sulla graticola, attraverso le testimonianze di ex ospiti e collaboratori di Muccioli, non si è risparmiata nel cercare di dipingere un quadro attendibile dell’imprenditore riminese, da molti considerato un vero e proprio salvatore, da altri ritenuto un megalomane dagli impulsi dispotici e misogini. Quel che ne viene fuori è che la serie ha cercato di sfuggire all’ottica buonista, mettendo a nudo le contraddizioni della comunità che, come testimoniano i fatti, accrebbero in maniera proporzionale all’incontrollato delirio di onnipotenza dello stesso Muccioli.  

Come ci si poteva attendere non è tardato ad arrivare il dissenso espresso dalla comunità, che dissociandosi dalla narrazione, considera la versione di San Patrignano “made in Netflix” come fuorviante e in un certo qual modo diffamatoria. Tuttavia il valore delle recentissime critiche promosse tout court dai rappresentanti della comunità, additando la serie di essere un racconto “sommario e parziale”, appare di dubbia onestà intellettuale. Come evidenziato anche dall’ex ospite e portavoce della comunità Fabio Cantelli Anibaldi in una recente intervista, <<la reazione di San Patrignano non è sorprendente, poiché rientra a pieno titolo nella logica irrazionale che ha condizionato la vita della comunità, del “o con noi o contro di noi”, scacciando ogni forma di dissenso interno ed esterno alla comunità stessa. Accettano solo l’ammirazione della loro opera, che è logica tipica di certi regimi totalitari>>.

Probabilmente nemmeno l’analisi più lucida che sia mai stata elaborata sul “padre padrone” di San Patrignano potrebbe sopire le polemiche che l’hanno accompagnato per buona parte della sua vita e oltre. Non basterebbe il più minuzioso lavoro di contestualizzazione dei disparati giudizi sul suo modus operandi per aggirare le sabbie mobili, con le quali per anni ha dovuto fare i conti non solo la magistratura, ma anche il sentimento popolare. Così il senso di indulgenza e quello di condanna dei metodi burberi, si mescolano nel solito, bonario calderone dando vita alla più “lecita” delle contraddizioni che sia mai stata detta sul conto di Sanpa: “quanto male si è disposti a fare per avere del bene?”

Ciononostante sarebbe troppo comodo se si permettesse che l’enigma in questione lo si utilizzasse, in maniera del tutto risoluta, come scusa per sopprimere l’inviolabile spirito critico. Nemmeno il più tollerabile benaltrismo (semmai esistesse) sarebbe legittimato a giustificare “per necessità più grandi”, la deriva violenta dei metodi che sistematicamente venivano adoperati nella comunità di Coriano.

Sebbene vi sia un’insormontabile difficoltà nello stilare un resoconto globale ed inequivocabile dei meriti e dei demeriti di Sanpa, il pregio invece di Gianluca Neri, e della sua rispettabile troupe di collaboratori, sarebbe senza dubbio quello di aver ripercorso abbastanza fedelmente alcuni fatti oggettivi e scomodi che negli anni l’opinione pubblica, pilotata ad uso e consumo della politica benpensante ha tentato di gettare nel dimenticatoio collettivo. Chiaramente addossare a Sanpa di Netflix la responsabilità di decisore del fenomeno San Patrignano, dalle vaste proporzioni in tema di dinamiche sociali, e che ha avuto nella politica (come la legge sulle droghe Iervolino-Vassalli) e nella magistratura del tempo, delle ripercussioni significative, è semplicemente eccessivo, oltre che scorretto.

Viceversa, ciò che non è affatto da considerare un errore, è la necessità di nutrire la propria coscienza attraverso la conoscenza trasparente dei fatti e il diritto a poter apportare al dibattito critiche legittime e costruttive.

Gianmarco Santo

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