Su di un qualsiasi vocabolario, ricercando i termini tattica e strategia nella loro fattispecie sportiva è possibile trovarne le seguenti definizioni:

Tattica: “insieme di accorgimenti e modi di agire adottati durante una gara, ritenuti più consoni al raggiungimento di un determinato scopo”.

Strategia: “capacità di raggiungere obiettivi importanti, predisponendo con lungimiranza i mezzi a disposizione tramite una serie di mosse studiate per vincere l’avversario”.

Tattica e strategia sono quindi due facce della stessa medaglia, che per quanto simili in realtà hanno delle differenze sostanziali che le rendono complementari fra loro, infatti per la piena attuazione di una tattica c’è sempre bisogno di una valida strategia a supporto, e viceversa. Calcisticamente parlando, sono elementi tattici: moduli, posizioni e movimenti in campo nelle varie fasi di gioco; invece sono da considerarsi elementi strategici: interpretazioni del modulo ed impostazione di gioco, schemi. In tv sentiamo spesso queste espressioni, ma quasi mai ne viene data una spiegazione; un po’ come se fossero il corrispettivo sportivo del politichese. Più che darne una spiegazione semantica, lungi da noi dal sostituirci ad allenatori professionisti del settore, forniremo gli elementi necessari per poterne comprendere al meglio l’attuazione nel mondo del calcio.

Ogni allenatore ha un proprio credo calcistico ed a seconda della sua mentalità, o sceglie di adattarlo ai giocatori in rosa, o fa sì che siano loro ad adattarsi ai suoi ideali di gioco. Si parte innanzitutto dalla scelta del modulo, ovvero dal numero di calciatori da assegnare ad ogni reparto (difesa, centrocampo, attacco), i più classici sono il 4-4-2 il 4-3-3 ed il 3-5-2.

Il modulo in sé rappresenta il primo step per poter creare una tattica di gioco in grado di concretizzarsi soltanto con la molteplice interpretazioni dello stesso, da parte dei giocatori che ne sono i protagonisti. Si può adottare un modulo offensivo (sulla carta) come il 4-2-3-1 con un’impostazione non per forza votata all’attacco ma anche al contenimento, così come si può scegliere un modulo difensivo quale il 4-5-1 con un’impostazione non soltanto di copertura ma anche di spinta.

Ciò che caratterizza l’interpretazione del modulo sono le posizioni da mantenere ed i movimenti da fare in campo a seconda se si sta effettuando una manovra d’attacco o di difesa, ma al di là del credo calcistico soggettivo di ogni allenatore, vi sono una serie di peculiarità tattiche quali: diagonali difensive, marcature a scalare a centrocampo, inserimenti in area, che essendo alla base del gioco del calcio, rappresentano le fondamenta per qualsiasi impostazione di gioco. Il modulo di gioco è quindi un complesso corredo di elementi, di cui si riscontra un rapporto simbiotico fra quelli che ne sono gli aspetti teorici e pratici; non a caso tattica e strategia camminano di pari passo.

Ulteriore tassello, esclusivamente ad appannaggio della fantasia del Mister, è la creazione degli schemi di gioco. Uno schema non è altro che una strategia a breve termine messa in atto per cercare di ottenere il massimo risultato con il minor sforzo possibile; ovvero segnare un goal in particolari episodi della partita in corso. Esistono un’infinità di schemi, ma quelli più collaudati fanno riferimento quasi esclusivamente ad azioni di gioco e/o di palla inattiva nella metà campo dell’avversario, come ad esempio nel caso di un contropiede, di un calcio piazzato o di punizione. Da situazioni di palla inattiva (calci di punizione) il calciatore intento a battere il free kick sceglie se tirare direttamente in porta oppure se chiamare un determinato schema ai giocatori presenti nell’area di rigore. Uno schema è costituito da due fasi: una di preparazione ed una di finalizzazione. Nella prima: i calciatori prendono ognuno la posizione stabilita dallo schema effettuando una serie di movimenti/finte col corpo volte a mandare fuori tempo il difensore avversario facendogli perdere la marcatura. Nella seconda: una volta battuta la punizione cercando di calibrarne al meglio potenza e precisione, il giocatore destinatario del cross/passaggio deve cercare di mandare la palla in rete, approfittando proprio della fase precedente in cui si era smarcato dal difensore opponente. La maggior parte degli schemi su palla inattiva sono applicabili anche sui corner (calcio piazzato) ovviamente con le dovute differenze del caso, dettate sia dalla diversa posizione in campo da cui viene calciato il pallone, sia dalla circostanza. Ogni schema, così come tutti i precedenti accorgimenti tattici/strategici, viene provato per più volte in allenamento fino a raggiungerne un automatismo tale da poterne garantire una buona percentuale di realizzazione in partita.

A questo punto è ancor più chiaro che soprattutto nel gioco del calcio, tattica e strategia si fondono per dare vita ad una buona prestazione di gioco che è sempre espressione di un duro lavoro settimanale.

Leggi anche: Biografia del Calcio: parte prima – Biografia del Calcio: parte seconda – Calcio: le regole del gioco e l’arbitro

Fonte virgolettati: dizionari.corriere.it

Fabio Palliola

1 commento

  1. Così come sono qui definiti possiamo dire che per scegliere il modulo bisogna fare considerazioni strategiche e di ampio respiro ma meno concrete (approcciarsi in maniera difensiva o offensiva). Gli schemi sono invece la tattica (appunto strategia a breve termine). Così come negli scacchi, quando si riconosce una situazione già vista si applica “l’algoritmo” studiato, ovvero lo schema appropriato.

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