Lo scorso 29 febbraio la compagnia telefonica Tim ha annunciato un aumento del prezzo delle chiamate a consumo verso i telefoni fissi e i cellulari nazionali dell’offerta Voce e della linea Isdn da 10 a 20 cent al minuto e l’introduzione di uno scatto alla risposta pari a 20 cent. Le nuove tariffe sono riservate a circa 700 000 italiani che non hanno aderito alle offerte forfait per la telefonia fissa come ad esempio ‘’Tutto Voce’’.

Secondo l’Autorità per le Garanzie nelle Telecomunicazioni Agcom si tratta di rincari ingiustificati: ‘’Si tratta di un aumento del 300% non giustificato da condizioni economiche generali, quali l’andamento dei prezzi al consumo o l’aumento del potere d’acquisto degli italiani. Un aumento così consistente, che va a sommarsi all’aumento della componente canone mensile degli ultimi tre anni, presenta un alto rischio di esclusione sociale dalla cosiddetta rete di sicurezza, il cui accesso e altri servizi di base sono sottoposti agli obblighi di servizio universale. Il rischio è ulteriormente aggravato dalla circostanza che l’offerta è estesa a tutti gli abbonati consumer, inclusi gli utenti a basso reddito.’’

Con la delibera 112/16/CONS l’Agcom ha approvato un provvedimento di diffida nei confronti di Telecom Italia, in qualità di soggetto designato alla fornitura del servizio universale, con riferimento alla modifica dei prezzi dei servizi telefonici degli abbonati Consumer alla linea tradizionale (offerta TIM Consumer Voce a partire dal 1° aprile).

Ammonimenti anche da parte di Carlo Rienzi, presidente di Codacons: Telecom dovrà necessariamente fare marcia indietro e annullare qualsiasi aumento per la telefonia fissa. Se ciò non avverrà, il Codacons denuncerà la compagnia telefonica in procura e avvierà una class action a tutela di tutti gli utenti interessati dagli assurdi rincari”.

La Tim non è per nulla spaventata  e ha risposto con fermezza: ‘’Abbiamo agito nel pieno rispetto delle regole, della concorrenza e dei diritti dei clienti. Forniremo all’Autorità tutte le informazioni necessarie a dimostrare la correttezza del nostro comportamento e la legittimità della rimodulazione tariffaria’’. La nota compagnia telefonica non sembrerebbe, quindi, intenzionata a ritirare gli aumenti che, come si evince dal sito, sono effettivamente scattati a partire dal 1 aprile.

Coinvolte anche altre due note compagnie. Qualche giorno fa la Vodafone ha deciso di applicare una tariffazione ogni 28 giorni (invece che mensile) su tutti i propri piani, fissi e mobili. A parità di canone, l’utente paga di più. Circa un mese fa anche la Wind aveva attuato lo stesso piano, ma solo per alcune tariffe mobili. Se tutti gli operatori agiscono in modo simile quel che ne deriva è un rincaro generalizzato dei costi. Le Authority saranno in grado di bloccare il fenomeno?

Vincenzo Nicoletti

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