Nessuno ha mai avuto il coraggio di criticare le sue immense qualità tecniche e tattiche: visione di gioco, passaggi, inserimenti, gol. Marek Hamsik è spesso stato decisivo per il Napoli, anche in partite molto importanti, come in quel famoso Juventus – Napoli 2-3 di ormai diverse stagioni fa, oppure nello 0-2 al Villareal per superare il primo girone di Champions League degli azzurri dal ritorno in Serie A. La fascia di capitano, arrivata a gennaio 2014, in concomitanza con la gestione Benitez, aveva fatto calare sullo slovacco un’aura di insicurezza, facendolo passare per un giocatore senza la minima ombra di carattere e di stoffa per vestire i gradi di capitano prima indossati da un giocatore molto più “sanguigno” come Paolo Cannavaro.
Per diversi anni quindi, forse esageratamente ma talvolta anche con raziocinio e motivazioni plausibili, ad Hamsik è stata affibbiata l’etichetta del “debole”, di chi tende a sparire nelle occasione che veramente pesano. Guardando il preliminare con il Bilbao si potrebbe dissentire, ma prendendo in esame un qualunque match contro l’Inter, la Juve o il Milan, i fatti sembrano essere quelli. Anche la scorsa stagione, la prima con Maurizio Sarri in panchina, Hamsik aveva fatto un ulteriore passo in avanti rispetto alle sue già enormi doti tattiche ma sembrava ancora nascondersi in diverse situazioni scottanti. Basti pensare all’ultimo Roma – Napoli, che poteva risultare decisivo per la Champions diretta, dove lui, assieme a tutti i suoi compagni, era sparito dal campo, o ad un banale errore sotto porta, sempre in un Napoli Roma ma di qualche anno fa.
Tutto ciò però è ormai da considerare passato. Il Marek Hamsik 2016/2017 sta giocando come forse non ha mai fatto nemmeno con Walter Mazzarri, allenatore con cui ha avuto i numeri migliori: È ritornato in doppia cifra in campionato (l’ultima volta era stata proprio con Mazzarri, stagione 12/13); 14 gol in stagione, record nei 10 anni di Napoli, accompagnati da ben 13 assist; è a sole 3 reti dal record di 115 di un certo Diego Armando Maradona. In generale, continua a risultare decisivo quando la squadra ne ha veramente bisogno, come con il gol al Besiktas, i due assist con il Real, il pareggio alla Juventus, l’assist con la Roma e prendendosi continuamente la responsabilità del possesso palla quando la stessa inizia a diventare pesante.
Inutile quindi provare ancora a criticarlo e definirlo “molle” nelle partite che contano. Capitan Hamsik non sparisce più quando la squadra ha bisogno, è forse invece il primo a reagire, da vero leader qual è diventato, quando c’è veramente da lottare per portare a casa la partita.
Andrea Esposito
fonte immagine in evidenza: eurosport.com