Elite 2 recensione

Brindisi, champagne, feste, abiti griffati, attici da sogno, quante volte l’abbiamo visto nelle serie tv (Gossip Girl, The OC..) e quante volte abbiamo invidiato tutto questo. Elite 2 li ripropone senza pudore, sbattendo in faccia allo spettatore la potenza del denaro, il prestigio, i vizi, le malefatte, le perversioni che derivano dal suo possesso.

Elite 2 recensione
fonte: Variety

Da un lato attrae, da un lato terrorizza, è così. Elite è una giostra, un affresco vivido di maschere e di immagini quasi demoniache, demoniache perché raccontano una verità scomoda e detestabile dei nostri tempi: la fortuna a scapito d’altri, di oppressi e di oppressori, di etichette come ago di distinzione e di dignità nell’ambito di una rigida distinzione sociale e consumistica.
Eppure, proprio Elite 2 fornisce un passepartout per quel mondo fatato, accende nei sogni di tutti, personaggi e spettatori, la speranza di mobilità. Tu, cameriere poveraccio del peggior bar, puoi – per via di qualche gioco del destino – sederti a tavolo con i potenti, con la classe dirigente del futuro e diventare tu stesso parte di quel futuro.
E questa possibilità, quella di passare dal lato dei fortunati, corrompe tutti cambiando la natura di ognuno.

Perché quello di Elite 2 è un mondo tremendamente godereccio, invidiabile, che seduce, in barba ai valori e ai sentimenti veri che stereotipicamente, almeno inizialmente, sono ereditati dai soliti protagonisti malagiati.

E se l’unico problema dei protagonisti di Elite 2 sembra essere “che abito mettere alla cena di gala”, vi sbagliate. A metterci il pepe ci sono le odissee (omicidi, bugie, droga, fughe) di questi adolescenti interpretati da alcuni giovani e talentuosi attori spagnoli che non ne vogliono sapere di frenare l’ascesa della serialità spagnola dopo il fenomeno di massa de La Casa di Carta.

Ma dove eravamo rimasti con Elite?

Marina è stata assassinata nella prima stagione, Nano è stato incolpato per il suo omicidio e marcisce in cella mentre il vero assassino, Polo, torna a scuola nascondendo il segreto al suo amico Guzman (fratello di Marina) e a tutti gli altri. Samu, vero protagonista della serie e fratello di Nano, si trasforma un detective hot  che tenterà di scoprire la verità con i mezzi meno ortodossi possibili. La chiave è Carla, l’unica testimone dell’omicidio.

Elite 2 recensione

A complicare le dinamiche già incasinatissime di Elite 2, arrivano due nuovi personaggi: Rebeka e Valerio, le cui trame si legano a doppio filo rispettivamente a quella di Samu e quella di Lucrezia. E poi c’è una terza, Caeyatana, ritratto misero dello sfasamento fra essenza e immagine, il cui inserimento, inizialmente innocuo, avrà un valore capitale nell’economia della seconda stagione e gli sviluppi futuri della terza (che è solo da confermare da parte di Netflix).
E se l’ambiente, il contesto, nella fiction come nella realtà, sono elementi decisivi a influenzare le biografie di ognuno, Elite più che mai si configura come una serie di ambienti e di momenti, questi tutti ben distinti che danno ordine e schematismo alla narrazione. La serie, infatti, rimbalza essenzialmente fra tre location e due dimensioni temporali se si esclude il negozio di Nadia: scuola, locali e smarphone per gli ambienti, mattina e notte per i momenti. La scuola, di mattina, è un pretesto per portare avanti la narrazione che avviene interamente fuori (niente a che vedere con Tredici dove il succo della narrazione si svolge proprio fra le mura scolastiche). Le feste sono il luogo dove gli eventi succedono in tutta la loro irruenza, violenza, sensualità. È lì che Elite 2 accade e afferma la sua natura commerciale, artistica ed espressiva improntata sul sentimento, sulla sensualità, e sullo scandal.
Lo smartphone è un altro non-luogo importante, dove accadono “cose” si reperiscono informazioni sull’altro prima del contatto vis a vis, dove i protagonisti si danno appuntamento e mettono per iscritto sentimenti che da vicino sembrano ormai impossibili da esprimere se non con un contatto fisico performativo. Il sesso, tipo. Un elemento costante, quest’ultimo nella serie, a volte eccessivo e fin troppo spinto, ma perfettamente coerente allo stile kitsh, spontaneamento sordido e materialista di Elite.

Elite 2 recensione

Elite 2 insomma, si conferma come una coinvolgente, per quanto volgare, a volte eccessiva, partita a scacchi fra sedicenni super ricchi. Una partita folle e pericolosa per i personaggi protagonisti, che continuerà con la terza stagione e che noi non vediamo l’ora di vedere.

Enrico Ciccarelli

Sociologo, specializzato in Comunicazione pubblica, sociale e mediale. Giornalista. Scrittore. Cinemaniaco, appassionato di storie.

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