Una campagna acquisti di tale portata non poteva non fare rumore: 11 giocatori acquistati, nomi come Bonucci, Calhanoglu e Biglia, una società che finalmente sembra preoccuparsi delle sorti della squadra. Il nome Milan è balzato immediatamente tra quelli di Roma e Napoli ed è diventato anti-Juve già durante il mese di luglio quando, in quel torrido 20 luglio, Leonardo Bonucci decise di “tradire” (verbo fin troppo utilizzato nel calcio moderno) una Juventus con cui aveva rotto ogni rapporto, per trasferirsi alla corte di Montella. I 230 milioni della campagna acquisti, la roboante vittoria in amichevole contro il Bayern, il passaggio alla fase a gironi di Europa League ai danni di Craiova e Shkendija, in più le prima vittorie in campionato contro Crotone e Cagliari. Il Milan vive in quella magica bolla della rinascita e di nuovo lì, a lottare per un qualcosa che storicamente gli appartiene.
I sogni però cozzano spesso con la realtà, e così come è nata quella bolla si è dissolta con un semplice tocco alla prima occasione. La partita dell’Olimpico contro la Lazio ha denudato ogni più piccolo difetto di questo Milan, di fatto, al primo vero test di questa stagione. Dal 38′ al 50′ la Lazio ha dato il via ad uno show di perfezione tecnica e tattica, annichilendo Bonucci e soci e portando a casa un risultato che non è mai più stato messo in discussione nemmeno dal gol di Montolivo. Dall’altro lato una squadra slegata, stupefatta e confusa, come in una bellissima canzone dei Led Zeppelin, da una Lazio troppo più grande per essere affrontata a viso aperto, da uno straripante Immobile che ha relegato i rossoneri alla mediocre condizione dello scorso anno. Qual è allora il Milan che dobbiamo aspettarci in questa stagione? Quello dell’Olimpico o la squadra che ha passeggiato nelle prime partite di quest’anno?
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La squadra messa in campo ieri da Montella era comporta per 6/11 da neoacquisti, a cui dobbiamo aggiungere però il giovane Cutrone che il campo lo aveva visto solo per 5′ alla 37esima giornata della passata stagione. Attualmente il Milan non è molto diverso da quello dei primi due anni di proprietà araba del Manchester City, che acquistò i vari Robinho, Kompany, Tevez e Adebayor (e che per poco non riuscì a strappare anche Kakà, per rimanere in tema Milan) a peso d’oro ma che collezionò un decimo ed un quinto posto prima di vedersi aprire le porte della Champions League. I rossoneri vivono la paradossale situazione di aver speso troppo per poter essere competitivi al primo anno (non come il Paris Saint Germain che ha sì speso 402 milioni per due giocatori ma che ha 9/11 dei titolari dello scorso anno in campo), dovendo amalgamare alla rosa 10 giocatori (l’altro Donnarumma lo escludiamo) che non hanno mai giocato tra di loro e che non conoscono né i metodi né gli schemi dell’allenatore, che infatti domenica ha tenuto in panchina i più pagati Kalinic, Calhanoglu e André Silva per il meno quotato Borini, giocatore che più facilmente si adatta ai suoi dettami e che, rispetto agli ultimi due, conosce ovviamente la lingua (e non è un dettaglio). Altro problema non da poco ma che darà quasi certamente problemi al Milan è l’aver iniziato la stagione il 5 luglio per via degli impegni in Europa League, cosa che peserà molto sulle gambe dei giocatori a lungo andare.
Il Milan però non è un bluff, o meglio, difficilmente può essere una candidata allo scudetto come molti hanno voluto erroneamente dipingere, sia alla luce della sconfitta contro la Lazio sia per i problemi succitati, ma non è nemmeno un fallimento, perché alla terza giornata di campionato dare per “morta” una squadra è assolutamente sbagliato. La verità sta nel mezzo: il Milan è ancora una squadra in rifondazione, seppur parziale grazie agli investimenti di quest’estate, che però potrebbe puntare ad un quarto posto in campionato, che da quest’anno significa di nuovo Champions League e per la quale sarebbe un fallimento non confermarsi perlomeno in EL, non essere fuori dalla lotta scudetto con questo mercato, perché i soldi spesi non rendono vincenti le squadre.
Andrea Esposito
fonte immagine in evidenza: eurosport.com