È arrivato ieri alla Camera dei Deputati il testo base della nuova legge elettorale, che riprende le modifiche apportate dalla Corte Costituzionale all’Italicum e lo estende al Senato. Bocciato, quindi, il ‘sistema tedesco corretto’ del PD.
Il relatore Andrea Mazziotti, deputato del gruppo Civici e Innovatori e presidente della commissione Affari Costituzionali, ha presentato ieri la proposta di legge elettorale sulla quale i deputati saranno chiamati ad esprimersi nelle prossime settimane.
Il testo è sostanzialmente un’estensione del “Legalicum”, com’è stato ribattezzato il testo modificato dalla sentenza della Corte Costituzionale sull’Italicum, da applicare anche al Senato.
Si tratta di un proporzionale con premio di maggioranza alla lista che raggiunge il 40% e soglia di sbarramento al 3% per entrambe le camere, con collegi plurinominali (100 alla Camera, 50 al Senato), capilista bloccati e preferenze.
Se da un lato questo sistema garantisce una buona rappresentatività, trattandosi di un proporzionale quasi puro, dall’altro non assicura governabilità, se non attraverso larghissime intese, data l’attuale situazione politica di sostanziale equilibrio tra tre “poli”.
Inoltre, il premio di maggioranza non prevede obbligatoriamente il raggiungimento di tale percentuale in entrambi i rami del parlamento. Ciò significa che un partito potrebbe raggiungere la maggioranza alla Camera ma non al Senato, o viceversa.
L’approdo della bozza di legge elettorale alla Camera ha scatenato reazioni contrastanti tra le varie forze politiche, dando peraltro vita ad alleanze “di circostanza” abbastanza insolite.
Titubante è il PD, che aveva invece proposto un sistema “alla tedesca” ma corretto in modo da assegnare la metà dei seggi attraverso un sistema proporzionale e l’altra metà con un maggioritario, per garantire una maggiore governabilità. La proposta è stata però bocciata dalle opposizioni, in particolare Forza Italia, che ne hanno sottolineato la non totale proporzionalità e una somiglianza abbastanza marcata con il “Verdinellum”, tanto da far gridare all’inciucio i deputati del Movimento 5 Stelle.
Adesso quindi il PD dovrà decidere che posizione assumere nei confronti del testo base, che però non sembra convincere troppo. In ogni caso, è stata convocata per martedì una presidenza del gruppo parlamentare alla Camera, in modo da decidere sul da farsi.
Dubbi anche nel Movimento Democratico e Progressista, in particolar modo per quanto riguarda i capilista bloccati, e nella Lega Nord, la quale sosteneva il Mattarellum o una sua versione rivista, molto simile al sistema presentato dal PD ma non accolto.
Chi invece sostiene il Legalicum è il Movimento 5 Stelle, che, tramite le parole di Danilo Toninelli, invita il PD a votare una legge condivisa, pur aprendo a dei correttivi per garantire la governabilità.
Favorevole anche Forza Italia, che inizialmente sembrava invece destinata a convergere sulla proposta targata-PD. Rappresentatività, omogeneità tra Camera e Senato e un secco no al voto di preferenza sono i capisaldi esposti dal leader Silvio Berlusconi, mentre nel suo stesso partito Renato Brunetta ha ribadito la necessità di confrontarsi con il PD, in quanto partito che detiene la larga maggioranza alla Camera.
In definitiva, sulla legge elettorale ci sarà ancora da lavorare molto, con tutti gli schieramenti in campo determinati a far valere la propria voce e la propria opinione. Ma c’è anche chi propone soluzioni dall’esterno.
Qualche tempo fa vi avevamo raccontato di come l’agenzia YouTrend aveva stilato una proposta di legge elettorale partendo da una sorta di “sfida” su Facebook; una proposta però credibile, con un buon equilibrio tra governabilità e rappresentatività e che non incontrerebbe ostilità da parte dei partiti in quanto proveniente da una fonte neutra. Che sia questa la soluzione?
Simone Martuscelli