Ad un girone esatto di distanza, il Napoli si riprende ciò che aveva lasciato all’Adriatico contro il Pescara, giocando una partita profondamente diversa da quella dell’andata, sia per applicazione che per il gioco espresso in campo. Lo scialbo primo tempo giocato contro l’ultima della classe aveva riportato in auge i fantasmi di Napoli – Sampdoria, dove gli azzurri avevano lasciato campo ed un gol di vantaggio ai blucerchiati, salvo poi rimontare nel recupero una partita giocata al di sotto delle proprie possibilità, con un gol in mischia non esattamente nelle corde di questo Napoli.
Una sola occasione, peraltro dalla distanza, non poteva quindi far ricordare le difficoltà di questa squadra contro le piccole, che si presentano al cospetto del Napoli con un atteggiamento rinunciatario e difensivo. Eppure, con la semplicità di una squadra che sembra essere finalmente matura, gli azzurri hanno sbrigato la pratica Pescara in poco più di due minuti, prima con Tonelli su calcio da fermo, poi con capitan Hamsik, che è ormai riuscito a scrollarsi l’etichetta del “non decisivo” anche secondo i più critici. Il cinquantesimo gol in azzurro di Mertens (a quota dodici in campionato), è solo la ciliegina sulla torta di una partita che il Napoli ha dominato dal punto di vista territoriale, senza però imporre il proprio gioco fino all’esasperazione, com’era successo in altre situazioni.
Il gioco spettacolare che Maurizio Sarri ha dato al suo Napoli sta finalmente andando di pari passo con la praticità che le grandi squadre devono necessariamente avere per risolvere anche quelle partite che sembrano facili solo sulla carta. Sia il Pescara che la Sampdoria erano riuscite ad imbrigliare il gioco azzurro (anche per via di un terreno di gioco non nelle sue condizioni migliori), concedendo poco o nulla in fase offensiva. In entrambi i casi, adattando il proprio gioco allo schema difensivo avversario, il Napoli ha portato a casa il bottino pieno.
Dopo la crisi post-infortunio di Milik, la marcia degli azzurri è ripresa inesorabilmente: sole tre sconfitte in tutto il campionato, meno della Juventus capolista; 45 gol segnati, 4 in più dello scorso anno dopo 20 giornate (anche senza i 20 gol di Gonzalo Higuain) e solo 3 punti in meno rispetto allo scorso anno, quando il Napoli si trovava primo in classifica. Proprio il rientro del centravanti polacco, coadiuvato dal neo acquisto Pavoletti, potrebbero aiutare il gioco di Sarri ad esprimersi al massimo delle proprie potenzialità, fornendo un riferimento importante anche per i cross dalle fasce.
Non più solo il gioco che incanta tutti, ma anche il cinismo di chi sa di dover vincere sempre per rimanere in scia. Il Napoli sembra finalmente maturato anche sotto questo aspetto ed essendo in lotta su tre fronti è ancora tutto possibile.
Andrea Esposito