La stragrande maggioranza delle attività ricreative che ancora oggi ci dilettano, rappresentano un elemento di aggregazione che ha radici millenarie. Basti pensare che sin della preistoria gli uomini insegnavano alla prole l’arte della caccia e della sopravvivenza, proprio tramite giochi ed attività ludiche; seppur con finalità diverse da quelle attuali, esistevano sport e gare di gruppo grazie alle quali venivano trasmessi valori e disciplina. Com’è normale che sia, questi valori si sono trasformati di pari passo con l’evoluzione culturale/tecnologica, eccezion fatta per quelli (si spera intramontabili) come: rispetto, lealtà, spirito di squadra e sana competizione. Attualmente tra gli sport più in voga c’è sicuramente anche quello del calcio, che proprio come tanti altri ha una storia che non tutti conoscono. Ripercorreremo in una biografia a tappe cronologiche la sua metamorfosi nei secoli, proprio come se fossero gli highlights di una partita.
- XI-VII secolo a.C.: nasce in Giappone un gioco con la palla, simile a quello creato in Cina chiamato Tsu-chiu, in cui una palla di cuoio ripiena di piume e capelli femminili, doveva essere infilata unicamente col tocco dei piedi in un buco sostenuto da due canne di bambù.
- VI-V secolo a.C.: nasce in Giappone il Kemari, versione rivisitata del Tsu-chiu cinese in cui i giocatori dovevano passarsi un involucro di cuoio al cui interno vi era inserita una vescica di animale rigonfiata, senza che questo toccasse terra. Un po’ come il calcio tennis dei tempi moderni.
- IV secolo a.C.: in Grecia nasce l’Episkyrosche che così come l’Urania, la Feninda e l’Aporraxis era un gioco che prevedeva l’uso di una palla.
- III-II secolo a.C.: si affermano come sport nazionali di squadra lo Tsu-chiu ed il Kemari rispettivamente in Cina e Giappone. Vengono omologate le misure dei campi di gioco e si perfeziona la manifattura del pallone. L’Urania, la Feninda e l’Aporraxis in Grecia, confluiscono tutti nell’Episkyros dando vita ad uno sport molto simile al calcio moderno esportato nella Roma antica con il nome di Herpastum o Harapastrum.
- I secolo a.C. – II secolo d.C.: nel 50 a.C. viene redatto un manoscritto, attualmente conservato a Monaco, in cui si attesta la nascita di una sorta di campionato internazionale di Tsu-chiu fra le rispettive squadre del Giappone e della Cina. Intanto l’Herpastum diviene popolare anche nelle legioni romane, in quanto era praticato come attività ricreativa dai legionari inviati in tutta Europa. Marziale ne descrive le regole, specificando le caratteristiche: del campo di gioco (rettangolare, delimitato da una linea perimetrale e da una centrale e metà campo), del pallone (piccolo, in grado di rimbalzare grazie ad una camera d’aria), e delle modalità (i giocatori dovevano strappare la palla all’altra squadra, portandola tramite passaggi con mani e piedi sulla linea di fondo del campo avversario).
- III-IV secolo: nelle Isole Britanniche nasce il Large-football; molto più violento rispetto all’Herpastum praticato nell’Europa continentale.
- V-X secolo: nell’Alto Medioevo i giochi con il pallone divennero espressione dell’antagonismo tra villaggi; ognuno redigeva regole diverse che si discostavano da quelle originarie dell’Herpastum.
- XI-XIV secolo: nel Basso Medioevo il Large-football (praticato soprattutto in occasione delle festività carnevalesche) assume connotazioni sempre più violente, tanto che a seguito di una cronaca londinese del 1175 in cui se ne evidenziano i timori del popolo, il 13 aprile 1314 Re Edoardo ne proibisce la pratica a Londra e nei luoghi pubblici. Nel 1388 in un editto, Re Enrico V mette definitivamente al bando il gioco in tutta l’Inghilterra, ma nel frattempo il Large-football si diffonde in Scozia e Francia.
- XV-XVII secolo: si sviluppa il Florentinum Harapastum a Firenze, che supera in consensi quello praticato in Europa settentrionale, data la sua natura molto meno violenta e con finalità educative piuttosto che militari. Le squadre (composte da 27 giocatori divisi per ruolo) si chiamavano Partiti e le più forti erano il partito dei Verdi e dei Bianchi, che disputavano i propri incontri a Piazza Santa Croce; la squadra vincitrice si appropriava delle insegne avversarie. Attaccanti, centrocampisti e difensori venivano rispettivamente chiamati: Innanzi, Sconciatori e Datori Innanzi/Indietro. Nel 1617 Giacomo Stuart riabilita in Inghilterra la pratica del Large-football non violento.
Palliola Fabio