Che fosse uno degli intoccabili del Napoli di Sarri, era cosa ben nota a tutti. Corsa, capacità di giocare entrambe le fasi, inserimenti senza palla. Un moto perpetuo in lungo e in largo, sempre pronto a fare quello scatto in più per aiutare la squadra. Che riuscisse anche a non far rimpiangere (coadiuvato dal buon Milik) la mancanza del famoso top player in attacco sembrava tutt’altro che scontato. Ma José Callejón è anche questo.
Come quando in quel di Bergamo, dopo l’espulsione di Jorginho, si reinventò mezz’ala di destra, coprendo il vuoto lasciato dal regista italobrasiliano. Come quando, dopo la squalifica di Higuain, si caricò la squadra sulle spalle in zona gol. Come quando spesso e volentieri, dopo aver recuperato in fase difensiva, lo ritrovi sotto porta ad aspettare il pallone da spingere in porta (basti pensare al secondo gol al Palermo). Come quando nel Real Madrid veniva impiegato anche da terzino e da centrocampista, lui che nasce come esterno offensivo.
Callejón è sempre stato più di una semplice ala destra, ma la scorsa annata vissuta all’ombra di un Higuain troppo più grande aveva fatto dimenticare quanto lo spagnolo sapesse essere incisivo sotto porta, soprattutto perché la passata stagione timbrò il cartellino solo alla prima giornata di ritorno, anche se il suo contributo in Europa non era mancato. Callejón è un genio del suo ruolo, è un giocatore dall’intelligenza tattica straordinaria, capace di leggere le azioni ancor prima che accadano ed essere presente nella posizione più utile per la squadra, uno di quei giocatori per cui ogni allenatore sarebbe disposto a pagare di tasca propria pur di averlo in rosa. Non a caso è stato il fedelissimo anche di un certo José Mourinho, che lo preferiva a molti altri top player dei blancos, e con la sua intensità ed intelligenza tattica ha conquistato anche Sarri, nonostante l’anno scorso preferisse più servire assist ad Higuain che trovare la via del gol.
La partenza dell’attaccante argentino pesa sicuramente nello scacchiere del Napoli ma, come al suo solito però, l’alfiere andaluso è magicamente comparso dove c’era più bisogno di lui, a riempire le possibili lacune che c’erano negli azzurri. Ha sostituito il Pipita in zona gol, iniziando anche meglio della prima annata in azzurro, quando ne segnò 3 in 3 partite. Le due doppiette contro Milan e Palermo hanno cancellato il ricordo dello scorso girone d’andata e parzialmente offuscato quello dell’attaccante della Juventus, ancora vivo nel cuore degli scettici.
José Callejón si candida ancora una volta a non essere solo una semplice ala destra, ma uno dei leader di questa squadra, come fa da 4 anni a questa parte, da quando ha indossato per la prima volta la sua maglia a maniche lunghe, con il numero 7 sulle spalle e la voglia di inseguire la palla per tutti i 90 minuti di gioco.
Andrea Esposito