Articoli per tutta la rete, da quotidiani come Repubblica a blog semisconosciuti, ci offrono, giorno dopo giorno, sempre più informazioni sul nuovo film di Tarantino, intitolato “Once upon a time in Hollywood” e la cui uscita è programmata da Sony Pictures per il 26 luglio 2019. Cosa ne sappiamo veramente fino ad oggi?
La storia
Con tutti i riferimenti alla morte di Sharon Tate, qualcuno potrebbe aver pensato che si trattasse di un biopic o di un documentario sulla Manson Family. In realtà sembra che la storia della Tate potrebbe rimanere sullo sfondo, mentre il personaggio di Leonardo DiCaprio, un attore degli anni Sessanta, dovrebbe essere il protagonista. Il protagonista o un protagonista, se si dovesse delineare, come ha riportato una fonte che avrebbe letto la sceneggiatura, una trama alla Pulp fiction, ovvero ramificata, con più storie tra le quali nessuna si può veramente definire ‘secondaria’.
Il cast
Una delle cose più evidenti nelle quali Tarantino eccelle è ciò che gli amanti del calcio e altri sport di squadra chiamano “la valorizzazione della rosa”. Due esempi: ai tempi di Pulp Fiction, il regista rispolvera John Travolta e gli rimette in sesto la carriera; nel 2009 Christoph Waltz, non molto noto fuori dal mondo germanofono, sale alla ribalta internazionale con Bastardi senza gloria.
Come i tifosi della Juve si chiedevano cosa avrebbe fatto Antonio Conte con qualche sterlina in più e i tifosi del Napoli si chiedono lo stesso di Sarri, così noi possiamo iniziare a fantasticare su che tipo di film tirerà fuori Tarantino con un cast che include, tra gli altri, Brad Pitt, Leonardo Di Caprio, Margot Robbie e Al Pacino.
Di Caprio e Brad Pitt, già apparsi rispettivamente in “Django” e “Bastardi senza gloria”, sono stati definiti dall’autore de “Le iene” come “the most exciting star dynamic duo since Robert Ford and Paul Newman”. Di Caprio interpreta un attore vicino di casa della Tate e Brad Pitt la sua controfigura. Entrambi sono stati esaltati dal regista non solo a parole, ma con i ruoli che ha scritto per loro negli anni recenti. Sembra che Tarantino abbia saputo dare sfogo a un tratto del Di Caprio più vecchio, quella vena di follia che si può apprezzare sia in un film come “The Wolf of Wall Street” che in alcune scene di “Django”. Allo stesso tempo, Tarantino ha anche trovato spazio per il lato comico di Brad Pitt, fin’ora forse non sfruttato a dovere, la sua disponibilità a rendersi ridicolo (vedere “Burn After Reading” dei fratelli Cohen, in cui interpreta un trainer semplicione, ma in fondo anche la sua comparsata in “Friends”): indimenticabile la scena di Bastardi senza gloria in cui Brad Pitt deve passare per italiano di fronte a Hans Landa, il nazista poliglotta interpretato da Christoph Waltz. In un articolo di dieci anni fa, si riportava la possibilità che Di Caprio interpretasse proprio il ruolo che poi andò a Waltz. In “Once Upon a Time in Hollywood”, finalmente, vedremo i due attori recitare assieme sotto la sua direzione.
Margot Robbie interpreterà Sharon Tate, la moglie di Polanski uccisa dalla Manson family. Robbie torna a recitare a fianco a Di Caprio dopo The Wolf of Wall Street. Ha già lavorato con Brad Pitt ne “La grande scommessa” e anche con due attori-feticcio di Tarantino quali Samuel L. Jackson e Christoph Waltz, che sembrano essere assenti da “Once Upon a Time in Hollywood” (sebbene ci siano stati dei rumour su una possibile partecipazione di Jackson).
Al Pacino, alla sua prima collaborazione con Tarantino, interpreterà l’agente cinematografico che rappresenta Di Caprio. Mike Moh sarà Bruce Lee, il polacco Rafał Zawierucha impersonerà Roman Polanski, Dakota Fanning dovrebbe essere un membro della famiglia di Manson, la cui personalità inquietante avrà il volto di Damon Herriman. Attori già apparsi in altri film del regista come Tim Roth, Michael Madsen e Kurt Russell saranno presenti in ruoli minori.
L’unica scelta che ha fatto discutere, e non per ragioni strettamente artistiche, è stata la decisione di dare una parte all’attore Emile Hirsch, condannato a quindici giorni di galera per aver malmenato una dirigente della Paramount nel 2015. A portare la cosa all’attenzione pubblica è stata un’amica della dirigente, l’attrice Jameela Jamil che attraverso un tweet ha definito il caso un classico esempio di “rich white male privilege”.
La produzione
Sappiamo che l’ammirazione può giocare brutti scherzi. Forse questa è la ragione per cui Tarantino difese Polanski dalle accuse di stupro, ma adesso ha rotto con Weinstein in seguito allo scandalo delle molestie sessuali. Oppure il motivo è che i tempi sono cambiati e che certe cose, per fortuna, non sono più neanche lontanamente difendibili, almeno pubblicamente, a meno di non chiamarsi Vittorio Feltri. Maturità acquisita o istinto di sopravvivenza mediatico, il regista ha mollato Weinstein e si è cercato un nuovo produttore. Fonti riportano che il capo della Sony avrebbe impressionato Tarantino per le sue conoscenze sulla storia del cinema (ma può qualcuno davvero impressionare Tarantino in questo settore?).
Ciò che più ci interessa in quanto pubblico è che il regista avrà diritto al ‘final cut’; ovvero, sarà un film veramente ‘d’autore’, in cui il montaggio finale sarà merito e responsabilità del solo Tarantino.
La colonna sonora
Non si sa ancora nulla della colonna sonora. Esiste un thread su Reddit, però, a dimostrare la voglia dei fan di sapere il più possibile e il prima possibile. Si va da chi invoca il nome di Ennio Morricone a chi immagina una colonna sonora non originale, con pezzi di band degli anni Sessanta, dai Doors ai Jefferson Airplane. E infine non poteva mancare una menzione per “Helter Skelter”, la canzone dei Beatles che involontariamente ispirò Charles Manson a perpetrare l’omicidio di Sharon Tate.
Quindi?
Come sarà il film? A meno che qualche lettore indiscreto non lasci trapelare stralci di sceneggiatura è difficile immaginarlo. Come prima di leggere la poesia di Blok sarebbe stato arduo prevedere, conoscendo le parole “strada”, “lampione” e “farmacia”, quale, tra tutte le possibili combinazioni, il poeta russo avrebbe scelto e cristallizzato in quella che oggi ci suona come inevitabile, così risulta difficile pronosticare un film conoscendo solo gli attori, una vaga idea della storia e i nomi del regista e del produttore. Eppure quanto abbiamo basta e avanza per stimolare la nostra fantasia.
Il poco (ma non pochissimo) che sappiamo sul nuovo film di Tarantino ci rende tutt registi e sceneggiatori. Fino all’uscita del film (prima programmata per coincidere con l’anniversario dell’assassinio di Sharon Tate e poi anticipata di qualche giorno) gli estimatori di Tarantino potranno proiettare nella propria mente scene possibili e impossibili. L’hype non è solo qualcosa che si subisce, ma anche un’occasione di giocare con gli indizi, specialmente quando, in ogni caso, il soggetto dell’attenzione mediatica è uno come Tarantino. Prima che un regista, un cinefilo: uno che se fosse nei panni di un suo fan, non riuscirebbe a smettere di immaginarsi dialoghi tra Di Caprio e Al Pacino. Uno che, per quanto spesso divida, non delude quasi mai.
Luca Ventura