Siamo a due settimane esatte dal voto, gli ultimi sondaggi sono stati resi noti (con il divieto di pubblicazione da sabato scorso fino al voto di domenica 4 marzo) e i recentissimi dati hanno mostrato la lista Liberi e Uguali (LeU), guidata da Pietro Grasso, al di sotto delle aspettative maturate agli esordi, al contrario di Potere al Popolo (PaP), il cui capo politico è Viola Carofalo, che potrebbe addirittura superare la soglia di sbarramento.
La loro avventura in questa tornata elettorale parte dall’iniziativa del Brancaccio, promossa da Anna Falcone e Tomaso Montanari, che doveva essere un tentativo per aggregare una volta per tutte la sinistra italiana, includendo tutti i soggetti del campo progressista del nostro Paese, tra cui gli attivisti dell’Ex-Opg-Je So’ Pazzo di Napoli, ossia coloro i quali hanno poi dato vita a PaP. Tuttavia, il sogno di sinistra unita è svanito ma non stiamo qui a spiegarvi i motivi.
Nel panorama delle liste di sinistra, dunque, Potere al Popolo e Liberi e Uguali sono gli unici due schieramenti che potrebbero avere rappresentanti in Parlamento. Ma quale tra le due liste ha vinto finora la campagna elettorale su Facebook? E, soprattutto, quanto pesano i “mi piace” sul voto?
Partiamo dall’ultima domanda.
I “mi piace” non sono una variabile determinante ai fini del voto. Ad esempio, Matteo Salvini è il leader con più fan sulla propria pagina Facebook, eppure la Lega non è la più votata.
Ciò però non toglie che sia interessante analizzare come i vari attori in gioco usino i social nel corso della campagna elettorale e, soprattutto, osservare quale tra essi generi più engagement (ossia più interazioni tra mi piace, commenti e condivisioni).
Perché abbiamo scelto Facebook? Semplicemente perché, stando agli ultimi dati Censis, è il social network più utilizzato con un’utenza pari al 56,2% degli italiani (più di 30 milioni di persone).
Ecco perché abbiamo estratto i dati dalle pagine Facebook di PaP ed LeU per confrontare i flussi di produzione e l’engagement generato.
1/Flussi di produzione – Campagna elettorale digitale (Facebook) di PaP ed LeU
Dal primo grafico è evidente quanto sia molto più prolifica l’attività di PaP sul proprio canale Facebook che genera, praticamente, più del doppio dei post pubblicati da LeU. A riempire il “piano editoriale” di PaP sono molte immagini e molti video, ma soprattutto quei 45 eventi che sono serviti a incanalare la mobilitazione sull’intero territorio nazionale attraverso le varie “assemblee territoriali”.
2/Media post giornalieri – Campagna elettorale digitale (Facebook) di PaP ed LeU
Volendo fare una media dei post giornalieri pubblicati dalle pagine dei due schieramenti, Potere al Popolo è sempre in vantaggio con quasi 7 post al giorno, a cui Liberi e Uguali risponde con soli 3 post quotidiani. Da questi primi numeri è evidente che le due liste hanno una tattica comunicativa diversa o almeno a livello quantitativo. Vediamo adesso la risposta a tali flussi comunicativi.
3/Livelli di engagement – Campagna elettorale digitale (Facebook) di PaP ed LeU
Il grafico parla chiaro: almeno su Facebook il divario percentuale presentato dai sondaggi tra le due liste non esiste, anzi: PaP ha un engagement (mi piace+commenti+condivisioni) che ammonta a più del triplo di LeU: 358.111 vs. 98.320.
4/Engagement medio giornaliero – Campagne elettorale digitale (Facebook) di PaP ed LeU
Logicamente, prima abbiamo presentato l’engagement considerando il totale dei post. Come abbiamo visto, però, nel primo grafico, PaP è molto più produttiva di LeU. Ciò nonostante, considerando l’engagement medio rispetto a ogni singolo post la situazione non cambia. Significa, detto in soldoni, che PaP ha più seguito di LeU sul social network, seppur poi la lista di Grasso sembrerebbe avere più consenso tra gli elettori. Il perché è da ricercare probabilmente nel profilo demografico dei sostenitori delle due coalizioni, molto più adulto per LeU e, di contro, molto più giovane in PaP (di conseguenza più abitudinario sulla Rete). Ma queste sono considerazioni soggettive.
Crescita fanbase (periodo: 20 gennaio-16 febbraio)
Guardando i dati sull’andamento delle fanbase (ossia il numero di “mi piace” alle pagine), nell’ultimo mese circa, PaP ha raddoppiato i propri fan sulla pagina Facebook dimostrando quindi una crescita esponenziale. Invece LeU, nonostante abbia una struttura più solida e navigata (almeno considerando gli esponenti di spicco del partito), ha una scarsa attrattiva sul proprio canale Facebook.
E le ricerche su Google?
Non solo Facebook, è interessante osservare i dati anche su Google, visto che è il motore di ricerca più utilizzato nel mondo. Dal grafico, riferito al periodo che va dal 1 al 17 febbraio 2018, si evince che i volumi di ricerca per le keyword selezionate (“viola carofalo”, “pietro grasso”, “potere al popolo”, “liberi e uguali”) sono in media maggiori per PaP (linea gialla nel grafico), mentre è poco ricercata la Carofalo.
Sapete benissimo che il mondo online non è una fotografia esatta della realtà offline però viviamo pur sempre, oggi, in una società strutturalmente connessa e, quindi, Internet e i social network sicuramente hanno il loro peso. Diventa, quindi, necessario capire come gli elettori (e i partiti) si muovono realmente sul web.
Alla luce di questa analisi, Potere al Popolo è più spreadable e ricercata di Liberi e Uguali. Le urne, probabilmente, ci diranno altro. Manca poco per saperlo.
Andrea Palumbo
Ottimo articolo ed ottima analisi, complimenti; c’è però un’inesattezza narrativa: l’ex-OPG non fu incluso dagli organizzatori nella “costituente” del Brancaccio, né venne invitato a prendere la parola.
http://jesopazzo.org/index.php/blog/490-tutti-con-d-alema-sinistra-prossime-elezioni
interessante, mi pare evidente che Potere al Popolo sia un progetto piu’ autentico condiviso e scritto da migliaia di persone in piu’ di 150 assemblee, rispetto a Leu dove molti esponenti hanno pensato piu’ alla loro poltrona, con molti ex Pd che hanno fatto tutto il contrario di quanto dicono adesso . Pap vuole andare oltre la scadenza elettorale, pensando gia’ alle prossime scadenze elettorali, e impegno sui territori in modo aperto e partecipativo.
Il 4 marzo votate Potere al Popolo!!
Molti miei amici, io stessa e molti ragazzi dei centri sociali (compreso ex-OPG), eravamo presenti al Brancaccio ed è stato un trampolino di lancio verso una nuova rivoluzione culturale . Sono di Genova ed ho partecipato a tutte le tre assemblee fin qui fatte, moltissimi i giovani intervenuti, molto entusiasmo e grande attivismo sul territorio. Senza soldi e senza guru. Non sarei andata a votare se non fosse stato per la nuova passione politica di questo movimento. Nel nostro programma non c’è nulla di demagogico, ma molto di buon senso e ispirate da una giustizia sociale che eviti scontri e guerre civili che solo i più deboli pagherebbero. A differenza di Salvini che usa slogan fine a se stessi, sull’abolizione della Fornero le proposte e le motivazioni sono molto distanti. PalP è per l’introduzione della patrimoniale e dell’aumento delle tasse per chi percepisce oltre i 200.000 euro annui. Inoltre sulle pensioni defiscalizzazione fino a 5000 euro. Grande lotta con strumenti tecnologici avanzati alla grande evasione fiscale.
Per Liberi e Uguali bisognerebbe considerare la pagina fb di Grasso. A livello di comunicazione mi sembra che puntino più su questa che su quella di LeU, al contrario di quella di Potere al Popolo che punta, come avete giustamente evidenziato, sulla pagina fb del movimento. Tanto che Viola Carofalo ha un solo un profilo fb e non una pagina.