Justin Cronin, scrittore statunitense, con i suoi tre romanzi “Il Passaggio” (e i con il resto della trilogia che comprende “I Dodici” e “La città degli specchi”) crea un mondo para-scientifico, da troppi frainteso con il classico tema vampiresco, ma in realtà si tratta di un testo che accoglie in sé la tradizione distopica e post-apocalittica.
Il ruolo della letteratura nel corso della storia è sempre stato un supplemento, un motivo di rottura o di sostentamento, un elogio o una denuncia di ciò che è, un ricordo intramontabile di ciò che è stato, una speranza o un oscuro presagio di ciò che sarà.
Dalla tradizionale letteratura greca abbiamo appreso l’abc del suo funzionamento, come essa possa farci comprendere meglio le regole dell’animo umano, come riesca ad indagare a fondo, spogliarci delle nostre sicurezze e mettere a nudo, nero su bianco, i sospetti, le paure, le insicurezze dell’uomo e l’andamento altalenante della società.
Gli scrittori sono artisti capaci di decodificare i pensieri umani nella letteratura, di guardare la realtà e temere per il suo futuro. Così gli autori latini dell’età imperiale sfumavano con un’oscura coltre i loro testi in vista della tirannia e delle future invasioni barbariche pronte a distruggere il loro mondo; autori come Tasso e Manzoni, invece, si resero conto dei pericoli imminenti e scrissero rispettivamente un poema epico e un romanzo per avvertire, tramite escamotage, dei motivi per i quali la società rischiava di soffocare.
É però nel Novecento che gli autori, investiti da una violentissima rivoluzione industriale e tecnologica, accompagnata degli irreversibili cambiamenti politici, iniziano davvero a temere il peggio e, di fronte ad avvenimenti mai visti prima, cresce la paura di un futuro che appare controverso e impossibile da immaginare.
Yeats metteva in scena con le sue poesie l’avvento di un Anticristo, una bestia nata a Betlemme, pronto a distruggere ciò che era fino a quel momento conosciuto, Orwell ha immaginato una società controllata da un essere superiore che priva di ogni libertà, impedendo a tutti di dar spazio a se stessi, alla propria cultura, formazione, evoluzione, opinione personale. Il terrore del totalitarismo e i suoi teschi trapelano da ogni parola, dando vita ad un testo che è un grido d’aiuto.
I testi fantascientifici nascono da questa letteratura distopica e dall’immaginazione di chi si protrae verso il futuro e ipotizza come sarà il nostro mondo. Come la tecnologia, la politica, la moda e cultura sociale si evolveranno e a quali problemi, modifiche e miglioramenti stiamo man mano andando in contro, senza neanche rendercene conto.
Gli sfondi apocalittici a tal proposito nascono da tutte queste basi finora elencate, traendo nel contempo un’importante fetta tematica dai testi religiosi dell’Apocalisse.
Justin Cronin, con i suoi romanzi distopici è un buon esempio di questa tradizione.
Già nel primo romanzo di Cronin, “Il Passaggio” (un thriller letterario dal sapore post-apocalittico), il lettore si ritrova catapultato in una realtà ambientata in un improbabile e remoto futuro, in cui il professore Jonas Lear fa una scoperta destinata a cambiare il destino dell’umanità: un virus trasmesso dai pipistrelli che è capace di rinforzare l’essere umano. La scoperta scientifica da strumento per migliorare lo stile di vita degli uomini e per avanzare in ambito culturale, diventa così un’arma che, dopo l’invenzione di strumenti di devastazione, è pronta a trasformare l’uomo stesso in un portatore di oscurità. Come al solito, l’uomo non è mai contento di ciò che ha e il suo continuo accanimento si dimostra nel suo spingersi sempre oltre e nel creare scenografie inquietanti solo per compiacere il suo ego.
Questo progetto, definito “Noah”, ha però un riscontro tragico. I dodici condannati a morte sottoposti a questo esperimento si trasformano in creature mostruose e il resto della popolazione per cercare di evitarle e quindi di sopravvivere è costretta a rintanarsi in rifugi nascosti, con la costante paura del contagio.
In questo Inferno Cronin ci dà un’unica speranza che sembra essere Amy, una bambina, unica superstite del fallimentare esperimento, che pare aver assunto delle caratteristiche particolari, diverse dagli altri. Descritta come un angelo, dalla bellezza candida ed elfica, Amy è quella luce che potrebbe portare ad una soluzione, un bagliore sfuggente che vaga tra il terrore e le inquietudini dell’uomo.
Stephen King a proposito de “Il Passaggio” dice: «Leggi questo libro e il tuo mondo scomparirà».
E in effetti le certezze crollano al crollare della fiducia nei riguardi dell’uomo, la possibilità di un male tanto vasto fa accapponare la pelle mentre inesorabilmente ha inizio la catabasi nell’oscurità, una discesa continua che il lettore avverte quasi con una sensazione di claustrofobia.
Nessun luogo è sicuro, il mondo è diventato su misura del lato malvagio dell’uomo, come ci si può salvare da questo?
Alessia Sicuro