L’infausta quanto inaspettata (considerando il periodo di forma di entrambe le squadre) prima sconfitta, subita al San Paolo per mano di una Juventus cinica ed opportunista, aveva creato attorno al Napoli un’aria di negatività e di scoramento generale, che ha preso poi piede con la retrocessione in Europa League, con la sconfitta subita contro un Feyenoord tutt’altro che irresistibile, ed il pareggio casalingo contro la Fiorentina. Tuttavia, la vittoria in casa del Torino ed il primo posto ripreso ai danni dell’Inter hanno scacciato via tutti i malumori dell’ambiente azzurro e fatto sparire le voci di chi vedeva un Napoli in crisi di gioco e di risultati.

La “crisi” di risultati del Napoli non è però magicamente sparita con il 3-1 di sabato: non c’è mai stata. Gli azzurri hanno perso una sola partita in 17 giornate di Serie A, con una classifica sicuramente cortissima che vede 4 squadre in 4 punti (con la Roma che deve ancora recuperare la sfida contro la Sampdoria), dove le posizioni possono variare anche con un solo pareggio nella giornata sbagliata, in uno dei campionati fin’ora più belli degli ultimi anni. Le 13 vittorie ed i soli 11 gol subiti non possono che esprimere al meglio la situazione degli azzurri, primi in classifica e con il coltello dalla parte del manico. Il calendario difatti vede il Napoli, da qui a febbraio, impegnato contro avversari più che abbordabili, a partire dalla sfida contro una Sampdoria in leggera flessione sino ad arrivare al fanalino di coda Benevento, con l’unico ostacolo rappresentato dall’ostica trasferta di Bergamo contro l’Atalanta. 6 match prima della sfida contro la Lazio ed i sedicesimi di EL contro il Lipsia.

Arkadiusz Milik

La vera crisi, se così vogliamo definirla, c’è stata sul piano fisico. Gli sfortunati infortuni di MilikGhoulam non hanno certamente giovato alle turnazioni già corte di Sarri, allenatore capace ma che preferisce lavorare con un gruppo molto ristretto di uomini. Soprattutto la ricaduta del polacco sta pesando sulla forma fisica dell’attacco azzurro, ed in particolare su quella di Dries Mertens, in ripresa contro il Torino ma con un gol che manca dalla sfida contro il Sassuolo in campionato (se escludiamo la rete contro lo Shaktar del 21 novembre). Centrocampo a parte, il resto dei giocatori è stato spremuto fino al limite anche per la mancanza di alternative, a detta di Sarri, che non facessero rimpiangere i titolari, anche se quest’ultimi si trovassero al 70/80% della loro condizione. I vari GiaccheriniTonelliMaksimovic sono ai margini della rosa e l’unica alternativa di ruolo in avanti, Adam Ounas, è considerato dall’allenatore ancora troppo anarchico per il suo gioco. Ecco allora che Zielinski Rog vengono adattati rispettivamente come vice-Insigne e vice-Callejon ed il solo Mertens deve reggere il peso dell’intero attacco. L’arrivo di Inglese, già annunciato dal presidente De Laurentiis (ed il recupero di Milik), potrebbero finalmente far rifiatare il classe ’87. Un calo fisico era auspicabile sia per la rosa corta che per la necessità di iniziare prima la preparazione atletica, in vista dei preliminari di Champions. Intervenire sul mercato a gennaio, senza stravolgere la rosa, dev’essere comunque una priorità da parte della società per arrivare fino in fondo senza dover spremere i suoi uomini fino all’inverosimile, ed evitare rischi come quello che si è corso con Lorenzo Insigne ed i suoi problemi di infiammazione all’inguine.

Tuttavia parlare di un Napoli in crisi è più che prematuro. Due risultati negativi di fila non posso essere un campanello d’allarme ed una sola vittoria convincente non dimostra che la forma fisica degli azzurri è tornata quella di inizio campionato. Il Napoli è però di nuovo al comando della Serie A e mai come quest’anno sembra poter ambire a qualcosa di più grande dell’essere campione d’inverno.

Andrea Esposito

fonte immagine in evidenza: napolitoday.it

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