Da giorni nelle stanze di palazzo Madama si discute del disegno di legge sulle unioni civili, il cosiddetto testo Cirinnà bis. Con l’approvazione le coppie dello stesso sesso potranno essere riconosciute legalmente. Le coppie che si uniranno avranno garantiti dei diritti di assistenza sanitaria, carceraria, unione o separazione dei beni, subentro nel contratto d’affitto, reversibilità della pensione e i doveri previsti per le coppie sposate.
Le complicazioni che stanno emergendo negli ultimi giorni attorno al ddl prima della votazione in aula sono innumerevoli. I problemi incontrati fino ad ora dal Cirinnà bis sono legati principalmente al stepchild adoption che prevede la possibilità di adozione di un bambino che vive in una coppia purché sia figlio naturale di uno dei due. Legato a questo c’è da considerare anche l’assenza di modifiche al testo sulla fecondazione assistita.
In merito l’ex segretario del PD, Pierluigi Bersani, si è espresso in una intervista a Repubblica: «bisogna rispettare le sensibilità di tutti, di una parte del mondo femminile che teme l’utero in affitto, e dei cattolici», il leader della minoranza del Partito Democratico continua dicendo: «Ci vuole una sede impegnativa in cui si possa dare risposta a queste ansie. Ma il testo delle unioni civili deve andare avanti. Il Senato sta discutendo del disegno di legge e non voglio mettere il dito nel lavoro dei senatori. Penso che si possa però adottare un intervento normativo che sia più vincolante sull’utero in affitto. Comunque tocca a loro, ai senatori, trovare la strada in questo senso».
Uno degli aspetti che Bersani sottolinea nell’intervista è appunto la sensibilità dei cattolici, che hanno non solo una forte presenza in parlamento, ma nel governo stesso, dettaglio non da poco che ha portato alle dimissioni del coordinatore di N.C.D. Gaetano Quagliarello e alle minacce sulla stabilità del governo di Giovanardi. Insomma, l’area popolare (NCD e UDC) è pronta ad una ferma opposizione al disegno di legge supportata dalla manifestazione a sostegno della famiglia prevista a Roma il prossimo 30 gennaio per chiedere il ritiro del ddl Cirinnà. Dal mondo ecclesiastico forte l’opposizione del cardinale Bagnasco e del segretario della Cei Nunzio Galantino che, in un’intervista pubblicata sul giornale Repubblica, dice: «Mi auguro che ci siano parlamentari e pezzi di società che per convinzione personale sappiano prendere iniziative efficaci per impedire soluzioni pasticciate o fughe in avanti fatte passare per conquiste civili».
Se da un lato vediamo pezzi del parlamento e della società schierati in una posizione di rigida opposizione, dall’altro troviamo una maggioranza parlamentare trasversale che va dal PD renziano a cui si aggiungono anche la sinistra di Sel, il Movimento 5 Stelle, gli ex pentastellati e componenti minori del centrosinistra come autonomisti e socialisti. Divisa Forza Italia sulla questione, con Berlusconi che spinge per il no anche se altri pezzi di partito sembrano essere favorevoli. Fi non è l’unico partito che al suo interno mostra divisioni in merito alla questione unioni civili, tanto ha fatto parlare nei giorni scorsi la lista dei 30 senatori PD schierati contro le adozioni, pubblicata da Gay.it.
Nonostante la forte e variegata opposizione sembra però esserci una maggioranza del fronte che sostiene l’iniziativa della senatrice Dem Monica Cirinnà, ma a mescolare ulteriormente le carte potrebbe essere la richiesta del voto segreto, eventualità che potrebbe riservare sorprese il giorno del voto stesso, a pochi giorni dal quale c’è ancora una forte incertezza sulla possibilità di approvare il disegno di legge, in molti si chiedono se il nostro parlamento sarà in grado di trovare la maggioranza per sostenere la proposta imprescindibile per allinearsi al resto dei paesi europei in termini di diritti ed unioni civili.
Antonio Filogamo