Se volessimo prendere in considerazione la classifica attuale alla 13esima giornata, paragonata a quella della scorsa stagione, il discorso dovrebbe chiudersi in poche righe. Il +10 di media inglese ed il numero 0 alla voce “sconfitte” del suo Napoli, sono una dimostrazione più che lampante di quanto Maurizio Sarri abbia lavorato bene in questo 2017 con gli azzurri e di quanto questa squadra sia pronta a competere ad altissimi livelli. È però scavando più nel profondo di questa meritata prima posizione che leggiamo al meglio la crescita compiuta sia dai giocatori che dallo stesso Sarri. Una crescita che nell’ultima sfida vinta in casa, contro il Milan, si è mostrata in maniera chiara e limpida.

In una partita dove gli uomini di Sarri hanno fatto registrare uno dei possessi palla più bassi nell’intera gestione dell’ex Empoli (46%, rispetto ad una media del 60,6%), gli Azzurri hanno creato, come ha detto lo stesso Sarri, “7-8 palle gol contro una”. Un dato che non solo mette in risalto la qualità del possesso azzurro che, seppur più basso del 54% rossonero, è stato infinitamente superiore alla confusione messa in campo dagli uomini di Montella e che dimostra, ancora una volta, che non serve tener palla se poi non si riesce a concludere verso la porta. Concedere il possesso palla ai rossoneri per concentrarsi su una fase difensiva molto attenta, ha portato il Napoli a gestire agevolmente il doppio vantaggio maturato nonostante la poca brillantezza di CallejonMertens (autore comunque di un assist di pregevole fattura) e a spegnere ogni velleità del Milan, che ha trovato il gol sul più classico dei tiri della domenica di Romagnoli (che Reina sia colpevole o meno, poco importa).

L’esultanza di Insigne, dopo la convalida al Var del suo gol

Un’abilità di gestione del risultato che spesso agli uomini di Sarri è mancata nella scorsa stagione e che invece quest’anno sembra appartenergli, come dimostrato anche nello scontro diretto contro la Roma, quando gli Azzurri hanno gestito l’1-0 di Insigne concedendo appena due tiri ai giallorossi ed espugnando un campo difficile come quello dell’Olimpico. Sembrano quindi lontani i tempi di Sassuolo – Napoli, quando i Partenopei dallo 0-1 si ritrovarono addirittura sotto nel risultato, e contro una squadra dal valore decisamente inferiore. La squadra di Sarri ha imparato a “soffrire”, spesso accorciando le distanze del suo pressing e rinunciando ai suoi continui movimenti, senza però andare mai veramente in affanno. La dimostrazione di questa enorme crescita mentale è coadiuvata anche dai numeri più che rassicuranti dei gol subiti: soltanto 9, uno in meno rispetto alla Roma e 4 in meno rispetto alla scorsa stagione.

Altro grande merito di Sarri è stato quello di esser riuscito subito a sostituire l’infortunato Faouzi Ghoulam, con un Mario Rui apparso molto pimpante e pienamente inserito nel fondamentale triangolo di sinistra (anche sabato il 55% delle azioni si sono sviluppate lì), dopo una sola presenza, rispetto alla opaca prestazione di Verona contro il Chievo, dove gli azzurri hanno subito la seconda battuta d’arresto di questo campionato sia per il contraccolpo dell’infortunio dell’algerino (tra i migliori di questo inizio di stagione) che per un comprensibile momento di stanchezza, in un periodo dove si giocano anche 3 partite a settimana. Non si è quindi ripetuto l’incubo del periodo post-Milik, dove gli azzurri persero parecchio terreno rispetto a JuventusRoma e che a conti fatti, impedì agli azzurri di competere per lo scudetto fin da subito. Perfetta anche la gestione di Marek Hamsik, che appare ancora in ritardo di forma (forse anche condizionato da quel record di gol che non arriva) ma che ha bisogno di continuare ad essere un faro in mezzo al campo, anche se per soli 60 minuti, in ogni partita.

Mario Rui in azione contro il Cagliari

Sembra paradossale, alla luce di questa situazione in campionato, vedere un Napoli in difficoltà in Champions League, con soli 3 punti e a rischio eliminazione dalla massima competizione europea. Una retrocessione in Europa League potrebbe essere deleteria per le ambizioni scudetto degli uomini di Sarri, visto l’enorme dispendio fisico che le partite di giovedì richiedono. Altro aspetto “controverso” della gestione Sarri, a voler cercare il pelo nell’uovo, è la situazione Ounas, a cui viene preferito Marko Rog fuori ruolo. Tuttavia, anche il croato l’anno scorso aveva fatto parlare di sé per lo scarso impiego, salvo poi essere inserito perfettamente negli schemi del Napoli al momento più opportuno.

La capacità di adattare il proprio gioco alla situazione imposta dal match, affiancata ai soliti grandissimi numeri di passaggi completati (89%) e di tiri verso lo specchio (8.2) sembrava essere proprio l’ultimo tassello mancante a questa squadra per competere con la Juventus (in crisi di risultati ma non per questo inferiore gli azzurri) ed arrivare finalmente all’agognato terzo scudetto e per Sarri di scrollarsi l’etichetta del “bello e perdente” per indossare i panni del vincente.

Andrea Esposito

fonte immagine in evidenza: foxsportsasia.com

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