Nella Juve schiacciasassi che sta dominando il campionato in assoluta scioltezza, nel segno di una continuità assolutamente disarmante, l’argomento Paulo Dybala divide in maniera abbastanza netta non solo gli addetti ai lavori ma anche i tifosi che iniziano a chiedersi se la Joya sia ancora il giocatore ammirato nelle scorse stagioni o si sia involuto completamente.
Partiamo dalle cose pratiche: nella sfida vinta per 3-0 Dybala si è destreggiato con grandissima classe nel ruolo di trequartista, servendo un filtrante con i fiocchi per il gol di Can e altri svariati assist non sfruttati dai suoi compagni. Oltre alla prestazione di per sé ottima, con 102 palloni toccati e un assist, anche mister Allegri ha elogiato la prova dell’argentino, prevedendo per lui uno straordinario futuro da regista avanzato con la sua visione di gioco e la sua qualità nel palleggio, pur specificando che potrà toccare appena la doppia cifra di gol a stagione, giocando svariati metri più lontano dalla porta. Ed è proprio il rendimento in zona gol di Dybala a tener banco tra gli scettici del nuovo ruolo. Lo scorso anno, di questi tempi, i gol dell’ex Palermo erano 16, tutti segnati tra campionato, Coppa Italia e Supercoppa, mentre in questo momento il numero 10 è fermo a 7 gol, due in campionato e 5 in Champions League, di cui 4 nella doppia sfida contro lo Young Boys. Troppo poco secondo coloro che non credono che il ruolo possa essere il vero problema di Dybala in questo momento.
I numeri stagionali di Dybala sono molto simili a quelli dell’annata 2016/17, ovvero quando, con l’arrivo di Gonzalo Higuain, venne a crearsi un altro punto di riferimento in zona offensiva e lo stesso Dybala iniziò a giocare di più per il neo attaccante del Chelsea. Da lì, i numeri della Joya ne risentirono, almeno per il primo anno. Con l’arrivo di Cristiano Ronaldo in maglia bianconera, l’Argentino ha arretrato di parecchio il suo raggio d’azione per lasciare spazio alla “Macchina” portoghese in zona gol, che inevitabilmente catalizza le attenzioni in fase offensiva. Allegri ha concesso a Dybala le chiavi della regia contro il Chievo, con Pjanic squalificato, e la “Joya” ha risposto presente. In fase offensiva, però, sembra nascondersi rispetto alla enorme figura di CR7, che mette, quindi, nuovamente in dubbio le sue capacità di leadership, come quando arrivo El Pipita in bianconero.
Dybala è parso nuovamente assente in fase conclusiva, arrivando 3 volte al tiro in maniera piuttosto scarica ed inefficiente, certamente non il massimo per un giocatore di quella caratura, le cui conclusioni sono spesso fiacche o imprecise e per il quale il ruolo non può essere la sola giustificazione. Il carattere di Dybala può certamente aver influito in queste ultime settimane, magari per problemi personali o forse proprio per l’immensità di CR7 che lo fa sentire in secondo piano. Certo è che Dybala è meno incisivo sotto porta – è innegabile – e probabilmente, rispetto al bosniaco, rischia fin troppe volte il dribbling in una zona troppo importante del campo, e perder palla lì vorrebbe dire esporsi a pericolosi contropiedi, un rischio che un regista non può permettersi e che lui si prende troppo spesso.
Parlare però di un Dybala “normale” dopo averne esaltato quasi all’esasperazione le qualità la scorsa stagione sembra ipocrisia. Come ha ribadito Allegri lunedì, l’argentino ha iniziato un percorso “alla Mandzukic” e sembra averlo iniziato alla grande contro il Chievo. Al momento dobbiamo abituarci ad un Dybala meno protagonista, in un ruolo che lo vede al servizio della squadra. Non un giocatore peggiore rispetto allo scorso anno, semplicemente molto più nell’ombra rispetto a chi attira tutte le attenzioni di questa Juventus capolista assoluta della Serie A. La Joya ha sempre trovato il modo di lasciarci attoniti, anche quando sembrava un ragazzino appena arrivato a Vinovo e accettava la panchina perché non aveva convinto ancora Allegri. Guardare Dybala smistare gioco e servire palloni con la stessa qualità della sfida al Chievo è, al momento, una gioia assoluta per gli occhi e la sontuosa prestazione di lunedì è certamente solo la prima di una lunga lista per il numero 10. E semmai Dybala iniziasse a segnare con continuità anche da regista avanzato, nonostante la presenza in campo di Ronaldo, tutti i dubbi su di lui verrebbero spazzati via. Il gioco che ha sviluppato la Joya è romantico, poesia pura per gli amanti dell’estetica e del sacrificio. Ciò che lo eleverebbe ulteriormente sarebbe proprio un ritorno al gol con continuità, nel suo stile, con le sue traiettorie, quelle dei meravigliosi tiri a giro cui ci ha spesso abituati.
Andrea Esposito
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