Passati due anni dall’insediamento del Governo Renzi, è tempo di bilanci.
Questa volta a esprimersi sull’operato del premier non è stato però il classico opinionista di turno, impegnato nella sua personale ricerca di audience nelle tv nazionali.
Questa volta a fornire il suo giudizio su Renzi è stata una mente illuminata come quella di Giovanni Sartori, considerato da molti il più grande politologo sulla scena italiana e internazionale, con otto lauree honoris causa attribuitegli e un premio Principe delle Asturie per le scienze sociali vinto nel 2005.
Nel suo usuale stile schietto e divertito il professore si è espresso negativamente sul capo del governo, a suo avviso uno che «ne ha fatte di tutti i colori», e la sua intervista rilasciata a Fuori Onda su La7 farà probabilmente discutere molto.
Lo studioso innanzitutto commenta l’ascesa di Renzi, avvenuta tramite un processo particolare e a suo avviso inconcepibile. Dichiara infatti: «Le ha trasformate in elezioni a Presidente del Consiglio, erano primarie […]. Da allora abbiamo un presidente del consiglio eletto da primarie, assolutamente inaccettabile in tutto il mondo».
Anche riguardo alla presunta analogia tra la politica renziana e quella di Silvio Berlusconi, il giudizio sul premier che trapela dalle sue dichiarazioni resta molto negativo: Sartori definisce il Cavaliere un «imbroglione morbido» e Renzi «un imbroglione aggressivo», non usa insomma mezzi termini per comparare gli aspetti più negativi di entrambe le personalità.
Neanche i numeri esibiti dal governo a conferma di una pur debole ripresa economica sembrano inoltre convincerlo:«la disoccupazione giovanile è terribile, la gente va ancora meno all’università».
L’intervista si chiude poi con un aneddoto del grande politologo, che ricorda con il sorriso sulle labbra il suo primo e unico incontro con Matteo Renzi: «mi davano un premiuccio fiorentino, entro e PUF! Televisioni, luci, lampi! Eccetera eccetera… Un ignoto mi corre incontro, mi abbraccia, mi bacia, si fa fotografare così, e sparisce. Era Renzi (ride, ndr)».
Valerio Santori
(twitter: @santo_santori)