Il 26 maggio 2019, dalle ore 7 alle ore 23, i cittadini italiani saranno chiamati alle urne per eleggere i nuovi candidati al Parlamento Europeo. In vista di questo appuntamento vi proponiamo una guida semplice e pratica per capire meglio come si vota alle Europee.
Da premettere che, nello stesso mese, anche tutti gli altri cittadini europei eserciteranno lo stesso diritto, in date e modalità leggermente diverse: la legislazione che regola le elezioni europee è, infatti, piuttosto complessa e non omogenea. E capirne i meccanismi è necessario per sfruttare in maniera efficace il più potente strumento democratico che abbiamo a disposizione: il voto.
Cosa si vota alle Europee
Per capire come si vota alle Europee, si deve innanzitutto avere in mente cosa si sta votando: i cittadini europei a maggio voteranno per eleggere i membri del Parlamento Europeo, una delle quattro principali istituzioni dell’Unione, detentrice, insieme al Consiglio dell’Unione Europea, del potere legislativo.
Il suffragio universale per l’elezione degli eurodeputati è stato introdotto nella legislazione europea nel 1976: dalle prime elezioni, svoltesi nel 1979, il Parlamento europeo è diventato l’organo più democratico dell’Unione, proprio perché formato da rappresentanti eletti direttamente dai cittadini ogni cinque anni.
Come qualsiasi legislazione che coinvolga tutti gli Stati membri dell’Unione, anche quella in merito all’elezione del Parlamento risulta cavillosa e complicata: trovare un accordo sovranazionale sulle modalità di elezione è stato impossibile e diversi problemi di rappresentanza si sono susseguiti nel corso degli anni. Dal 1976 ad oggi molte modifiche sono state fatte e molte ancora sono in corso d’opera: nonostante il progetto sia quello di creare una legge elettorale unica per tutti gli Stati membri, tutt’oggi i vari sistemi elettorali rimangono a discrezione dei vari Stati, con il solo vincolo di rispettare alcuni parametri, come la proporzionalità del voto.
Ogni cittadino europeo ha dunque la possibilità di votare per una delle liste presenti nella propria circoscrizione elettorale e di esprimere alcune preferenze per i candidati alla poltrona parlamentare.
Ad oggi, non esistono ancora liste su base transnazionale.
Ogni cittadino italiano residente in Italia avrà la possibilità, per esempio, di votare solo per liste italiane. Lo stesso vale per gli altri cittadini europei: i rappresentanti eletti in ciascun Stato andranno tuttavia, in post elezione, a unirsi agli altri deputati europei appartenenti allo stesso gruppo politico.
Importante per capire come si vota alle Europee è comprendere quindi che, sebbene non esistano liste transnazionali, i parlamentari eletti nei singoli Stati membri non si occuperanno soltanto dell’interesse dei cittadini dello Stato di appartenenza, ma dell’interesse di tutti i cittadini europei. La disposizione dei deputati nell’aula parlamentare rafforza proprio questo principio: gli europarlamentari, infatti, non si siederanno accanto ai loro connazionali, ma accanto agli altri eurodeputati dello stesso gruppo politico europeo.
Oggi, nel Parlamento europeo, come illustrato dalla figura, convivono otto diversi gruppi politici, ciascuno dei quali deve essere formato da almeno venticinque eurodeputati provenienti da più di sei diversi Stati membri.
Ogni Stato membro elegge un numero di deputati proporzionale alla propria popolazione: l’Italia, questo anno, eleggerà 76 deputati su un totale di 705 europarlamentari (e non più 751, come accadeva prima della fuoriuscita del Regno Unito dall’Unione).
Per capire come si vota alle Europee, è bene specificare un altro interessante meccanismo, usato per la prima volta nelle elezioni del 2014 con il fine di promuovere la partecipazione al voto, rendendo il sistema più democratico.
Tale meccanismo ruota attorno alla figura dello Spitzenkandidat.
Si tratta di una parola tedesca per indicare, sostanzialmente, colui o colei che andrà, in post elezione, a ricoprire la più alta carica di governo. Lo Spitzenkandidat non è una carica ufficiale, ma soltanto un ruolo consuetudinario, che permette ai votanti di sapere chi sarà il capo dell’esecutivo se il partito di preferenza vincerà le elezioni.
Dal 2014, ogni gruppo politico europeo ha il dovere di indicare, prima delle elezioni, il proprio Spitzenkandidat, ovvero colui o colei che, dopo l’elezione, se appoggiato da una maggioranza parlamentare, diventerà Presidente della Commissione Europea.
Tale meccanismo sottolinea l’importanza dei gruppi politici europei: per esprimere un voto consapevole non serve soltanto capire il programma delle varie liste nazionali, ma anche sapere a quale partito europeo queste appartengono. Soltanto in questo modo i cittadini europei riusciranno davvero ad appropriarsi del potere di determinare chi sarà il Presidente della Commissione Europea, organo esecutivo dell’Unione.
Chi vota alle elezioni europee
Altro step fondamentale per capire come si vota alle elezioni europee del 2019, è capire chi ha diritto di esercitare il voto.
Anche in questo caso la legislazione europea non è omogenea sull’argomento, ma varia da Stato membro a Stato membro: se in alcuni Paesi, quali l’Austria o la Grecia, si può votare già da 16/17 anni, in Italia a esercitare il diritto di voto sono, invece, tutti i cittadini italiani che, compiuti 18 anni, risultano iscritti alle liste elettorali. Se in paesi come il Belgio, il Lussemburgo o la Grecia, votare è un obbligo, in Italia il voto costituisce un diritto e un dovere civico.
Per quanto riguarda i cittadini italiani residenti o abitanti (per più o meno brevi periodi di tempo) in altri Paesi membri dell’Unione, essi potranno esercitare il proprio diritto di voto direttamente dal luogo in cui si trovano, con modalità che verranno chiarite nel prossimo paragrafo.
Per quanto concerne, invece, i cittadini italiani abitanti o residenti fuori dai confini EU, la questione risulta spinosa: come abbiamo analizzato in un precedente articolo, in tal caso, l’unico modo per poter esercitare il proprio diritto di voto è quello di essere fisicamente presenti, il 26 maggio, al seggio del proprio comune di appartenenza in Italia.
Come si vota alle Europee
Arrivando alla parte più pratica della nostra breve guida, cerchiamo adesso di capire come si vota alle Europee nelle varie circostanze riportati in precedenza.
Partendo dal caso più semplice, ogni cittadino italiano residente in Italia si dovrà presentare il 26 maggio tra le ore 7 e le ore 23 alle urne del proprio seggio elettorale (indicato sulla tessera elettorale) e votare per una delle liste presenti nella propria circoscrizione, con la possibilità di esprimere da una a tre preferenze per i candidati della lista votata. Nel caso in cui il cittadino esprima tre preferenze, queste dovranno riguardare candidati di sesso diverso (pena l’annullamento della terza preferenza). Il voto si esprime tracciando una croce sul simbolo della lista, mentre le preferenze si esprimono indicando nome e cognome (o solo il cognome) negli appositi spazi accanto al simbolo della lista, come illustrato nel fac-simile.
L’Italia è uno dei pochi Stati membri che presenta più di una circoscrizione sul suo territorio: le circoscrizioni italiane sono infatti cinque, come indicate nella seguente mappa.
Andiamo adesso a capire, invece, come si vota alle Europee se si è cittadini italiani residenti in un qualsiasi altro Stato membro dell’Unione: in questo caso l’elettore può decidere di votare per i membri dello Stato di residenza (iscrivendosi ai seggi locali), oppure decidere di votare per i candidati italiani, presso le sezioni elettorali appositamente istituite nel territorio di residenza.
Allo stesso modo, anche i cittadini italiani che si trovano solo temporaneamente in un altro Stato membro potranno esercitare il proprio diritto di voto nelle stesse strutture. Unica clausola: aver mandato un’apposita richiesta entro il 7 marzo 2019 al Consolato di riferimento.
Viola Scalacci