L’8 marzo 2016 sarà una giornata molto speciale per i fans del Principe del cantautorato italiano, Francesco De Gregori, che si esibirà al Teatro Augusteo di Napoli, proprio nel giorno della festa delle Donne, con il suo ultimo lavoro discografico De Gregori canta Bob Dylan – Amore e Furto, già disco di platino.
Dopo l’uscita del disco, il 30 ottobre, e la promozione di esso nelle librerie La Feltrinelli in giro per tutta Italia, finalmente l’Amore e Furto tour 2016 avrà inizio con la prima data a Roma, il 5 marzo, a cui seguirà subito quella napoletana:
“Tradurre Dylan — dichiara De Gregori — è stata una grande avventura in tutti i sensi, e credo che non avrei mai potuto nemmeno pensare ad un progetto del genere se non avessi amato da sempre il suo straordinario repertorio e il suo incredibile talento di musicista. Per questo motivo il mio disco ha questo titolo: “Amore e Furto”, rubato al disco di Dylan “Love and Theft” in cui lui stesso dichiarava esplicitamente le sue passioni musicali e le influenze che aveva subito. Furto, quindi, ma soprattutto amore per un grandissimo artista e per alcune delle sue più belle canzoni.”
Sono undici le tracce dell’album, e potremmo meravigliarci alla notizia che in esso non compaiano i capolavori di Bob Dylan come Blowin’ in the wind o Knockin’ on heaven’s door. A tale interrogativo, De Gregori risponde appellandosi all’aggancio tra metrica e suono:
“Non mi sono messo di fronte al canzoniere di Dylan per scegliere, sono le canzoni che mi sono venute incontro quando ho iniziato a lavorare all’idea. È come se certi brani mi avessero detto “Sì, io posso farmi tradurre”, ma ho fatto un lavoro davvero preciso. A certi pezzi ho rinunciato perchè tradurre vuol dire stare sulla musica, non solo sul testo. E in generale è il suono che comanda. È un mondo misterioso quello della traduzione. Provo a prendere Just like a woman: non posso tradurlo. Letteralmente diventa Come una donna, suona uguale, eppure è ridicolo.”
“Io convivo con l’ombra di Dylan da sempre, il mio linguaggio era in sintonia col suo perché l’ho sempre studiato. Quando mi dicono: ma tu copiavi Dylan, io rispondo, ma sì certo, come si può non farlo, avevo quindici-sedici anni, volevo fare il cantautore e uscivano a raffica i suoi dischi!”
In radio possiamo già ascoltare “Un angioletto come te”, traduzione di “Sweetheart like you” direttamente da un Dylan del 1983:
“È la storia di un incontro d’amore clandestino — ci informa il Principe — di una passione notturna destinata a svanire all’arrivo dell’alba, ma anche il delicatissimo ritratto di una donna combattuta fra emancipazione e fragilità. Dylan riesce a bloccare in pochi fotogrammi musicali l’incontro fra due vite senza soluzione, a farci vedere per un attimo contemporaneamente le porte dell’inferno e quelle del paradiso e il confine sempre indefinito fra innocenza e peccato.”
Mentre da qualche settimana è online il videoclip ufficiale di “Mondo Politico”:
“Political World è un brano che mi fa venire in mente un quadro di Bosch, “Il giudizio universale”, Dylan l’ha scritta più di venticinque anni fa ma potrebbe essere stata scritta ieri.”
Tra le altre tracce, possiamo ricordare Via della povertà (Desolation Row), già incisa da Fabrizio De Andrè negli anni ’70, e Non dirle che non è così (If you see her, say hello), una delle canzoni più belle dell’album, già tradotta dal cantautore romano e pubblicata nel disco La valigia dell’attore nel 1997.
Sembra che il terreno della traduzione piaccia molto a De Gregori che, oltre a Bob Dylan, aveva già tradotto alcuni pezzi del grande cantautore canadese Leonard Cohen, come “Il futuro” presente nel penultimo album, Vivavoce.
Inoltre, De Gregori, aveva già confessato in tempi non sospetti che Buonanotte fiorellino era ispirata a Winterlude di Dylan.
Insomma, ammiratori di Francesco De Gregori riuniamoci e attendiamo la fatidica data napoletana del tour per goderci finalmente una serata di sana musica d’autore!
Maria Pisani