Predominante è il tema della follia, analizzato e snodato da sempre dagli scrittori e dagli artisti più audaci.

L’indagine del nostro essere e della nostra psiche ha da sempre affascinato l’umanità, da quando Petrarca ha iniziato a porsi le prime domande sul motivo dell’esistenza umana, allontanandosi inesorabilmente dai dogmi aristotelici, fino al Novecento e alla nostra età contemporanea, in cui un notevole passo avanti è stato affrontato grazie alla curiosità di Freud e dello scrittore Svevo.

“Qualcuno volò sul nido del cuculo” si rifà forse al concetto pirandelliano del “treno ha fischiato” ove, in particolare, il protagonista sembra esser stato etichettato come pazzo e ad attenderlo è un periodo di osservazione.

La trama, tratta dal romanzo omonimo di Ken Kesey pubblicato nel 1962, è stata ripresa per la creazione di una pellicola cinematografica da Miloš Forman, in cui ricordiamo la singolare interpretazione di Jack Nicholson. Dal punto di vista teatrale lo spettacolo è stato più volte rappresentato e sempre con gran successo, forse per la curiosità del pubblico, per il tema accattivante o per la scia di notorietà che ormai si porta dietro. Per la prima volta è stato portato a Broadway da Dale Wasserman.

“Qualcuno volò sul nido del cuculo” segna ora l’inizio della stagione teatrale 2015\2016 al teatro Bellini.

Ritorna quindi in scena la storia d’amicizia che ha coinvolto tutti, di un uomo che si finge matto per non restar in galera. La vicenda è qui rielaborata dallo scrittore Maurizio de Giovanni ed è stata reinterpretata da Alessandro Gassman che con un misto di eleganza e contemporaneità ha diretto un cast entusiasmante. Lo sprazzo di modernità e vicinanza al territorio napoletano fa sì che la vicenda sia ora ambientata nel 1982 nell’Ospedale psichiatrico di Aversa, con protagonisti Dario Danise per Randle McMurphy  (interpretato da Daniele Russo).

Alessia Sicuro

Ulteriori informazioni: Teatro Bellini.

Laureata in lettere moderne, ha in seguito ha conseguito una laurea magistrale alla facoltà di filologia moderna dell'università Federico II. Ha sempre voluto avere una visione a 360 gradi di tutte le cose: accortasi che la gente preferisce bendarsi invece di scoprire e affrontare questa società, brama ancora di tappezzare il mondo coi propri sogni nel cassetto. Vorrebbe indossare scarpe di cemento per non volar sempre con la fantasia, rintagliarsi le sue ali di carta per dimostrare, un giorno, che questa gioventù vale!

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