Era il 13 dicembre 2014 e Beppe Grillo, in questa data, diede il via alla raccolta firme per il referendum che stava promuovendo per portare l’Italia fuori dall’euro. Lo fece con il suo aplomb di sempre facendo appello dal suo blog: “Finalmente possiamo esprimere una volontà popolare che sta scomparendo. Chiuderanno tutte queste opportunità, lo sappiamo. Oggi bastano 50mila firme per una legge popolare, le porteranno a 500 mila, porteranno i referendum a un milione, ridurranno ogni potere del Parlamento. Vogliono fare come Mussolini con solo un po’ di vaselina in più. Siamo ancora in tempo a mandarli a casa. Chiuderanno tutte le strade possibili di espressione popolare. Vi esorto ad andare a firmare, io ho firmato. Vi abbraccio tutti.”volantinoLa raccolta firme per il referendum avrebbe dovuto portare il nostro Paese ad una consultazione per rimanere o meno nell’Euro. L’obiettivo era chiaro: uscire dall’euro e tornare alla Lira. Infatti, poi, Beppe Grillo andò in Senato per incontrare i senatori del suo Movimento e per presentare, in una conferenza stampa in compagnia dei parlamentari pentastellati Alberto Airola, Giorgio Sorial, Barbara Lezzi e Laura Castelli, il referendum #Fuoridalleuro. Ma il referendum non c’è mai stato.

Dal sito costituito dal Movimento 5 Stelle si legge ancora oggi: La legge costituzionale per indire il referendum sarà presentata agli italiani sotto forma di legge di iniziativa popolare. Per poterla depositare in Parlamento è necessario raccogliere almeno 50.000 firme in sei mesi. Una volta depositata, presumibilmente a maggio 2015, i portavoce del M5S alla Camera e al Senato si faranno carico di presentarla in Parlamento per la discussione in Aula. Approvata la legge costituzionale ad hoc che indice il referendum, considerando i tempi di passaggio tra le due Camere, a dicembre 2015 gli italiani potranno andare alle urne ed esprimere la loro volontà sull’uscita dall’euro con il referendum consultivo. Il 14 novembre il M5S ha presentato in Cassazione il testo della legge di iniziativa popolare e in poche settimane inizieremo a raccogliere le firme per la legge di iniziativa popolare per indire il referendum. Abbiamo bisogno del maggior numero di firme possibile per non lasciar alcun alibi a questi portaordini della Merkel e della BCE capeggiati da Renzie. Gli italiani devono poter decidere se vogliono morire con l’euro in mano oppure vivere e riprendersi la propria sovranità.Grillo

Il cambio di passo

Dopo una lunga campagna per uscire dall’Euro, come riporta La Stampa, il comico genovese da un palco, nel 2015 disse: “Io non ho mai detto usciamo dall’euro! Io non voglio uscire dall’euro”. Anche se, nel 2016 sul blog su legge: E’ arrivato il momento, per il MoVimento 5 Stelle, di fare un appello al Governo. La moneta unica ci sta portando al collasso, non abbiamo più il tempo di discutere sui massimi sistemi e sulle supercazzole del premier. Non è questo il tempo per mentire ancora ai cittadini italiani. Non c’è alcuna speranza di miglioramento all’interno di questo sistema criminale, che prima ha messo in ginocchio la nostra economia e ora si vuole appropriare dei nostri risparmi e poi commissariarci. E’ tempo di agire e affrancarsi dalle catene dell’Euro, altrimenti quanto successo in Grecia potrebbe accadere a breve in Italia.

Ma quindi, cosa vuole il M5S?

Da quanto dichiarano la posizione ufficiale, quindi è: vogliamo uscire dall’Euro, dalla stretta della moneta unica, ma non vogliamo andare via dall’Europa.

Si legge sul sito dei parlamentari europei del M5S: “Il referendum nel Regno Unito ha seguito la strada più cara al Movimento 5 Stelle, quella di chiedere ai cittadini un parere su argomenti così importanti. Nessun governo deve aver paura delle espressioni democratiche del proprio popolo, anzi deve considerare il suo volere come il più autorevole dei mandati. Per questo il Movimento 5 Stelle ha raccolto le firme per il referendum sull’Euro, così da far decidere gli italiani sulla sovranità monetaria. Ovvero, per far scegliere ai cittadini se abbandonare o meno l’Eurozona, non l’Unione europea. Grazie all’UE il Movimento 5 Stelle ha potuto battersi al Parlamento europeo ottenendo risultati straordinari: la legittimazione del reddito di cittadinanza; la promozione delle energie rinnovabili; l’economia circolare e molto altro.”

Una posizione, poi, rinforzata negli ultimi giorni dopo la Brexit, quando Di Magio e il nuovo establishment del Movimento, ha dichiarato la propria contrarietà all’uscita del Regno Unito dall’Europa in un post di blog: “Il M5S è in Europa e non ha nessuna intenzione di abbandonarla. Se non fossimo interessati all’Unione europea non ci saremmo mai candidati. Ma ci sono molte cose di questa Europa che non funzionano. L’unico modo per cambiare questa “Unione” è il costante impegno istituzionale, per questo il M5S si sta battendo per trasformare l’Ue dall’interno.”

Ma su questo c’è stata una discussione bella forte online: il 20 maggio apparve sul blog un altro testo, che invitava a liberarsi dal “cappio della moneta unica”, e aveva un punto dieci totalmente diverso, che recitava così: “In Italia non si tiene un referendum sull’Europa dal 1989, ed i cittadini dovrebbero poter esprimere la loro opinione, senza dover sempre subire decisioni calate dall’alto. In ogni caso il governo italiano dovrebbe negoziare con Bruxelles condizioni favorevoli alla sua permanenza in Ue su una molteplicità di fattori che attualmente premiano solo ed esclusivamente i Paesi del Nord Europa”. M5S

Lo spot clamoroso che fece il giro sul web

Ma la chicca che tutti ricordano fu il video “Fuori dall’Euro” proposto dal Movimento, prendendo le musiche di Ludovico Einaudi che, sulla sua pagina Facebook fece sapere a tutti di non aver mai autorizzato il MoVimento 5 Stelle a usare una delle sue musiche nello spot per il ritorno alla lira. Nel post non venne nominato apertamente il M5S, ma il riferimento è molto chiaro e lo staff del Maestro Einaudi comunicò anche di aver chiesto la rimozione del brano dal filmato.

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