Si dice che la Liga spagnola sia un campionato con gerarchie molto rigide e difficili da superare. L’Atletico Madrid nelle ultime stagioni sta mettendo a tacere queste voci ponendosi sullo stesso piano di Real Madrid e Barcellona. Nella scorsa stagione ha abbattuto  qualsiasi barriera con la conquista del titolo. Percorso inverso, invece, per il Valencia. Negli ultimi anni è stato solo la controfigura di quel Valencia maggior indiziato a vincere la Liga dei terrestri. Impossibile cercare termini di paragone con il Valencia di  Rafa Benitez che, agli albori del nuovo millennio, rubava la scena, alzava trofei internazionali e vinceva campionati.

Los Xotos hanno chiuso l’ultima stagione all’ottavo posto, rimanendo così esclusi dalle competizioni europee. L’aspetto più grave della faccenda, però, non sono i risultati: l’intera squadra ha dato la sensazione di aver raggiunto la fine di un ciclo, non necessariamente vincente, ma un ciclo che sotto la guida di Unai Emery ha regalato grandi soddisfazioni alla piazza.Persi tutti gli storici senatori uno dopo l’altro (ultimo della lunga serie Roberto Soldado), alla luce della carenza di fondi da investire, la formazione lentamente ha perso qualità, efficacia ed appeal sprofondando in un insipido anonimato. Per fortuna del Club e per la gioia dei tifosi Peter Lim, magnate di Singapore del settore immobiliare, ha deciso di acquistare il club per garantirgli più rosei orizzonti . L’ufficialità dell’acquisto non è ancora arrivata, ma siamo in fase di definizione. Il Valencia CF ha avviato una profonda rifondazione.

Francisco Rufete, DG della società, uno dei senatori negli anni d’oro di cui sopra , si è affidato alla guida tecnica di Nuno Espirito Santo e ai suoi consigli sugli acquisti: non a caso oggi il Valencia è imbottito di giovani talenti portoghesi di belle speranze (Rubén Vezo, André Gomes e Joao Cancelo in particolare). Del gruppo che ha fallito sono rimasti solo giocatori che possono garantire il meglio alla nuova squadra, solo quelli  funzionali sia nei nuovi schemi, sia fuori dal campo. Tutti gli altri sono stati tagliati fuori (Éver Banega su tutti). La società sembra orientata verso una crescita costante sul lungo periodo, con pazienza e attenzione negli investimenti.

A dire il vero i primi esiti del nuovo corso si possono già toccare con mano. L’inizio di campionato è stato fantastico: dopo il pari esterno (1-1) con il temibile Siviglia sono arrivate le vittorie contro Espanyol, Getafe e Malaga segnando sempre tre gol.Incoraggiante, non c’è che dire. La classifica parla chiaro: il Valencia è a 10 punti dopo quattro partite, nella parte alta della classifica. Aspettando il posticipo del turno infrasettimanale, la sfida casalinga contro il Córdoba.

Cappelli Alessandro

2 Commenti

  1. Il Valencia è forte, ha solo bisogno di tempo per riprendere ad essere la squadra interessante e potente di Benitez e Ranieri, o quella di Moretti, Albelda, Baraja, Mata, David Villa…
    Questione di fiducia.
    Amunt Valencia!

    • Ci sarebbe molto da dire.
      Parejo-Javi Fuego sono una coppia di mediani di esperienza e grande qualità (l’ex Madrid è ancora giovane, ma ha già molte presenze alle spalle).
      In avanti oltre a Feghouli e al ritrovato Piatti c’è Rodrigo Moreno che è un grande talento, e si parla molto bene anche di De Paul.
      Alcacer ormai è già una certezza, ma Negredo è un altro colpo grosso, se ritrova fiducia può essere devastante, anche se penso non possa convivere in campo con Paco.
      Comunque è una società che ha voglia e carattere, sanno cosa devono fare per riprendersi, è solo questione di ore

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