Il 24 giugno scorso negli Stati Uniti è stata ribaltata la sentenza Roe vs. Wade che garantiva l’aborto a livello federale rendendo il diritto all’aborto illegale in 9 Stati e con alcune restrizioni in 19 Stati. Con il rapido declino del diritto all’aborto, sono tornate tristemente in auge le “ruote degli esposti” che negli Stati Uniti prendono il nome di Safe Haven Baby Boxes.
Le ruote degli esposti nacquero nel Medioevo (la prima fu aperta nel 1188 a Marsiglia) e si trovavano sulle mura degli ospizi. Erano formati da uno sportello aperto dove poter lasciare i neonati anonimamente, appena si chiudeva lo sportello c’era un campanello che avvisava il guardiano di turno che faceva ruotare il congegno e il neonato veniva poi preso in carico dalla struttura. Alcuni genitori lasciavano dei segni di riconoscimento nel caso in futuro avessero voluto provare a riavere indietro i bambini. Il fine ultimo era quello di evitare l’abbandono in strada o nei fiumi (a Roma nel XV secolo erano tante le notizie sul ritrovamento di corpi di neonati nelle reti dei pescatori nel Tevere). Le Safe Haven Baby Boxes sembrano avere lo stesso fine: salvare i bambini dall’abbandono.
Cosa sono le Safe Haven Baby Boxes?
Nascono nel 2016 dalla storia di Monica Kelsey, fondatrice delle Safe Haven Boxes, che a sua volta fu abbandonata nel 1973 in un piccolo ospedale dell’Ohio dalla madre 17enne rimasta incinta dopo uno stupro. «Qui è dove inizia il mio viaggio» racconta la fondatrice che ha fatto della sua storia il suo obiettivo di vita. Queste scatole sono presenti in 7 Stati: Arkansas, Arizona, Florida, Indiana, Kentucky, New Mexico e Ohio. La prima fu inaugurata nel 2016 in Indiana, lo stato che conta più Boxes degli altri, ben 115. Si può accedere facilmente alle Safe Haven Baby Boxes perché poste fuori gli ospedali e alle stazioni dei vigili del fuoco ed è garantito l’anonimato perché non ci sono telecamere. Hanno inoltre un allarme silenzioso che mette in allerta i volontari, i quali arriveranno sul luogo dopo che il neonato verrà depositato nella scatola.
Secondo quanto riportato dal sito di Safe Haven, sono state registrate più di 8000 chiamate da ogni stato del Paese, 7 adozioni e più di 100 abbandoni legali di cui 21 direttamente nelle Safe Haven Baby Boxes. In realtà, le Safe Haven Boxes non sono state molto usate negli Stati Uniti nel corso degli anni: una ricerca della CNN ha dimostrato che in alcuni Stati le donne non hanno utilizzato per anni l’opzione delle Boxes preferendo l’adozione tradizionale o l’aborto; nel 2020 infatti sono stati adottati 95000 bambini e quasi un milione di donne americane si sono sottoposte a pratiche abortive.
«Il primo scopo di Safe Haven Baby Boxes è di sensibilizzare sulle Safe Haven Law» queste sono una serie di leggi adottate da tutti i 50 Stati con lo scopo di proteggere i bambini appena nati da possibili danni fisici e garantire ai genitori un’alternativa all’abbandono (ci sono stati molti casi di abbandono per strada o anche di ritrovamenti di bambini nei cassonetti) che non saranno poi perseguibili legalmente. Secondo queste leggi, i bambini possono essere abbandonati anonimamente solo nei luoghi prescelti dallo Stato (solitamente si tratta di ospedali, ma anche chiese e stazioni dei vigili del fuoco) e dati successivamente in adozione. In alcuni stati, come la California, viene richiesta la storia medica della famiglia nel caso in futuro il bambino abbia delle difficoltà, ma generalmente vengono lasciati senza avere alcuna informazione sulla loro origine o famiglia. Le prime Safe Haven Laws furono approvate nel 1999 in Texas e permetteva l’abbandono del bambino entro 30 giorni dalla nascita, oggi la legge è cambiata passando a 60 giorni. Ogni Stato ha un limite diverso, per esempio in Arkansas non si possono superare i 30 giorni, in North Dakota non si deve superare il primo anno di età, mentre in Alabama si hanno solo 3 giorni.
Perché se ne parla
La discussione delle Safe Haven Baby Boxes arrivò alla Corte Suprema degli Stati Uniti durante il caso di ribaltamento di Roe vs. Wade poiché la fondatrice Monica Kelsey ha dei seguaci tra i membri della Corte. Parliamo del giudice Samuel Alito che ha dichiarato che le Safe Haven Baby Boxes sono «esempio di sviluppo moderno» seguito dalla giudice Amy Coney Barrett che ha indicato le Boxes come «valida alternativa all’aborto» aggiungendo che chi non sostiene le Safe Haven Baby Boxes equivale a «incoraggiare l’infanticidio» .
Con il ribaltamento di Roe vs. Wade molti stati hanno reso illegale l’aborto, quindi chi non può permettersi di spostarsi in un’altro Stato per abortire può usufruire di questo “servizio” come già sta accadendo. A Carmel, in Indiana, una delle Boxes è ritornata attiva dopo 3 anni.
Questo significa portare avanti una gravidanza indesiderata che può provocare non pochi problemi. Secondo uno studio condotto dal 2008 al 2010 dalla University of California San Francisco su quasi 1000 donne provenienti da diverse cliniche di 21 Stati nel corso di 5 anni, si evince che le madri possono andare incontro a problemi di salute come eclampsia, emorragia postpartum o morte durante il parto. Possono decidere di restare in contatto con il partner violento ed essere vittime di violenza domestica o crescere il bambino da sole e questo potrebbe causare problemi economici. Solo il 9% decide di dare il bambino in adozione.
Portare le donne alla decisione di abbandonare il bambino invece di poter avere la libertà di decidere cosa sia meglio per loro è simbolo di un sistema che non sta lavorando per i diritti del popolo ma solo in base alle proprie idee.
Gaia Russo