Nel corso della 40esima Conferenza Generale dell’UNESCO il settore Comunicazione e Informazione e la Delegazione permanente del Canada hanno presentato la pubblicazione Informer sur les violences à l’égard des filles et des femmes. Manuel pour les journalistes (disponibile, al momento, in inglese e francese). Un manuale per giornalisti e giornaliste per imparare ad utilizzare il lessico appropriato, difendere le vittime ed inquadrare la violenza di genere per quello che è: un atto repressivo e patriarcale.

L’impegno canadese contro la Violenza di Genere

Nel suo discorso di apertura l’Ambasciatrice canadese ha sottolineato l’urgenza di una simile pubblicazione, per agire direttamente sul gergo giornalistico e su come le cose vengono raccontate. Rivisitare l’opera di framing e la narrazione che c’è dietro alle violenze significa pretendere una postura etica fondata sul diritto delle persone. L’utilizzo delle parole è, quindi, essenziale e di primaria importanza per sostituire alle “vittime” le “sopravvissute”, parlare di femminicidi piuttosto che di drammi passionali, cruciale per cambiare la percezione del senso comune e costruire un mondo sostenibile e pacifico.

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Lancio della Pubblicazione ” Informer sur les violences à l’égard des filles et des femmes. Manuel pour les journalistes “nella Sala X dell’UNESCO, Parigi 2019

Il Segretario generale canadese è intervenuto, a sua volta, per sottolineare quanto l’uguaglianza di genere sia una priorità nazionale e non soltanto per l’UNESCO, avendo un presidente dichiaratamente femminista. «Credo in questa causa e voglio contribuire alla causa di mia moglie, delle mie figlie e sorelle. Dobbiamo sfidare lo status quo», ha concluso, ricordando che nel promuovere una nuova visione della mascolinità il movimento #metoo ha portato il tema ad essere mainstream, spingendo le donne a parlare della violenza sui media. 

Come informare sulla Violenza di Genere

L’#IDEVAW è l’International Day for the Elimination of Violence Against Women e questo manuale per giornalisti e giornaliste viene presentato in concomitanza con la sua ricorrenza, il 25 Novembre.

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Copertina del manuale per giornalisti e giornaliste. UNESCO, Parigi 2019

Nello spazio pubblico, digitale e dei media, dobbiamo confermare i diritti umani come fondamento di ogni persona, nella garanzia di integrità psicologica e fisica. I media devono contribuire alla difesa dei diritti degli esseri umani senza sconti. Questa pubblicazione riconosce tutto quello era già stato menzionato sulla violenza sulle donne, divenendo strumento di diritto per le persone coinvolte. 

Il manuale per giornalisti e giornaliste si articola in tre sezioni:

  • i Temi Specifici concernenti il delitto d’onore, gli infanticidi, i matrimoni forzati, le aggressioni sessuali, i matrimoni precoci, le mutilazioni genitali, la tratta degli esseri umani, la violenza verso le donne durante i conflitti, le violenze coniugali e domestiche;
  • tutti questi temi vengono affrontati attraverso l’analisi delle definizioni, delle cifre, delle spiegazioni con riferimento al contesto, unendoli a consigli, buone pratiche e ad un glossario;
  • infine, vengono riportate le Dichiarazioni, le Risoluzioni e le Convenzioni Internazionali.

Tutto il mondo è coinvolto e affetto dalla questione, tutti quelli che lavorano in ambito socio-economico, culturale, politico e religioso. Il manuale affronta anche il tema del “sesso narrante“, preferibilmente femminile in alcuni contesti del mondo, in cui sarebbe più semplice non solo intervistare testimoni ma anche comprenderne le ragioni.

Come sono rappresentate le donne nei media?

Se ci soffermiamo sui movimenti sociali in tutti i Paesi, le donne sono arrabbiate. Dobbiamo uscire dalla dicotomia uomo-donna, dalla dicotomia Paesi poveri-ricchi, dall’idea che le donne soffrano soltanto nei Paesi poveri. Una rappresentante irachena presente in sala ha ringraziato calorosamente, affermando che il manuale sarà utilissimo per i corsi di formazione che si stanno organizzando per le giornaliste e riconoscendo all’educazione un ruolo fondamentale.

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Sala X dell’UNESCO. Parigi, 22 novembre 2019

Anche le legislazioni rappresentano un problema, perché non riuscendo a stare al passo coi tempi omettono dalla propria copertura la questione delle violenze sui social network (hate speech, fake news, ecc…). La Direttrice dell’ISESCO – Islamic Educational, Scientific and Cultural Organization si è fatta promotrice della possibilità di tradurre il manuale in arabo, per accompagnare l’UNESCO nella contestualizzazione del libro. Un giornalista del Burkina Faso ha, invece, proposto di utilizzarlo nei licei e di organizzare progetti su questo tema: «Dobbiamo sensibilizzare sul modo di parlare, questo manuale potrà servire per un’educazione egualitaria».


Il manuale, unito a “Gender, Media & ICTs: New approaches for research, education & training“, è la seconda pubblicazione dell’UNESCO che analizza il rapporto tra media e genere, unito alle distorsioni presenti nel mondo dell’Intelligenza Artificiale e al bisogno di vedergli applicata un’etica che tenga conto degli esseri umani. La Direttrice della Divisione per l’Uguaglianza di Genere Saniye Gulser Corat ha assicurato che il tema sarà affrontato nuovamente durante il 2020, soprattutto negli eventi che faranno seguito al lancio della pubblicazione, per permettere la sua diffusione in tutto il mondo.

Il tema che affronta, quello della violenza di genere e del modo in cui viene divulgata, ricopre un’importanza assoluta in questo momento storico, in cui le peggiori violenze sono quelle che ancora non vengono raccontate o denunciate. L’UNESCO difende la libertà di espressione e promuove la formazione dei giornalisti e delle giornaliste, oltre allo sviluppo dei media. Come ha affermato il Vicedirettore generale per il settore Comunicazione e Informazione Moez Chakchouk: «Dobbiamo coordinarci per agire» e per questo viene lanciato l’hashtag #MédiaContrelesViolences.

E in Italia?

È emerso anche dagli interventi in Sala X e vale in tutto il mondo allo stesso modo: dobbiamo parlare di patriarcato, superare la questione della virilità e invitare gli uomini a sposare la causa delle donne; non deve sembrare naïf il fatto che il manuale venga redatto e che ciò accada in una sede istituzionale come l’UNESCO, alla presenza di quasi tutti (meno USA e Israele) gli Stati del mondo. 

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Manifestazione del 23N a Parigi. Pas une de plus!

Il manuale va presentato, discusso, ampliato in ogni occasione possibile, associato alle esperienze della società civile già presenti sul territorio. Il Manifesto di Venezia, l’opera dell’associazione Ossigeno, le azioni di Non Una di Meno devono essere accompagnate da un impegno serio e costante da parte chi scrive e diffonde l’informazione sulla violenza di genere.

Sara C. Santoriello

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