Nonostante sia considerata uno dei Paesi migliori in quanto a benessere personale, come riportato anche nella classifica di “The CEO Magazine”, l’Italia presenta un indice di vivibilità diverso dalla reale salute mentale della popolazione, che non rispecchia del tutto la realtà.
Mental health index: buona qualità dell’assistenza ma scarsa disponibilità di risorse
Da “Headway 2023 – Mental Health Index”, la ricerca sull’analisi della salute mentale di ventotto Paesi presentata a Bruxelles, è emerso che la situazione in Europa e nel Regno Unito è sempre più preoccupante. I disturbi legati alla salute mentale colpiscono sempre più giovani, specie a causa di fenomeni come il bullismo o delle precarie condizioni di vita, peggiorate dalla pandemia.
Sebbene l’Italia si posizioni al primo posto per la qualità dell’assistenza medica fornita ai pazienti che soffrono di disturbi mentali, occupa anche uno degli ultimi posti della classifica per quanto riguarda la percentuale di spesa sanitaria destinata alla cura di queste patologie e la disponibilità di operatori.
Aumentano gli aspiranti psicologi: l’iter da seguire
Dalle precedenti considerazioni emerge quindi la necessità sempre più urgente di implementare le risorse pubbliche da destinare alla salute mentale e a coloro che se ne occupano, ovvero esperti laureati in Psicologia, con le successive specializzazioni e tirocini. Ma qual è l’iter da seguire per entrare in questo mondo?
Innanzitutto, occorre conseguire un diploma di istruzione secondaria superiore per poter accedere all’università, e frequentare così il corso di laurea triennale e magistrale in Psicologia. È possibile anche iscriversi a una facoltà online: se si hanno altri impegni oltre allo studio, o se semplicemente si desidera maggiore flessibilità, questa opzione è molto interessante.
Dopo il conseguimento di entrambe le lauree si dovrà poi svolgere un anno di tirocinio professionalizzante presso una struttura convenzionata. Per effettuare l’iscrizione all’albo professionale, sarà infine necessario superare l’Esame di Stato per ottenere l’abilitazione all’esercizio della professione.
Le iscrizioni alla facoltà di Psicologia sono in crescita negli ultimi anni. Lo dimostrano i dati: +43,5% a Milano, +38,3% a Catania, +36,7% a Modena e Reggio Emilia, +11,7% a Firenze. Le motivazioni alla base di questa crescita sono diverse. Anzitutto gli stipendi: in Italia uno psicologo guadagna in media 39.000 euro all’anno, partendo da una base di 33.000 euro per gli entry level, fino ad arrivare ai 95.550 euro per i lavoratori con più esperienza.
In secondo luogo, l’ampia varietà di sbocchi lavorativi possibili: dal settore lavorativo a quello scolastico, passando per quello sportivo, lo psicologo può essere inserito in moltissimi contesti diversi. Infine, bisogna considerare anche l’influenza della pandemia: i tanti disagi psicologici della popolazione, aumentati durante e dopo i lockdown, hanno spinto sempre più persone a specializzarsi in questo settore.
L’importanza dell’aiuto psicologico
Come già anticipato, nonostante l’importanza dei sostegni psicologici fosse già cosa nota, la pandemia di Covid-19 ha evidenziato l’urgenza di una soluzione rapida, che coinvolgesse adulti e giovani. Le difficoltà legate alla poca socializzazione, alla crisi economica, alle preoccupazioni per la scuola o il lavoro hanno portato ad un incremento del +40% delle richieste per psicologi e professionisti del settore.
Per questo stesso motivo è stato introdotto il bonus psicologo, aumentato e riconfermato anche per il 2023, con una spesa da destinare pro capite di 1.500 euro al posto di 600 e l’abbassamento della soglia ISEE. Visto il successo dell’iniziativa, è probabile che il bonus psicologo diventi un’iniziativa permanente.
Pasquale De Laurentis