Le novità in F1 non finiscono mai, che si parli di nuove e minuziose modifiche al regolamento o dell’atteso ritorno di un vecchio circuito in calendario. Nelle ultime settimane la Fia ha decretato l’elenco delle gare previste per la prossima stagione: è la seconda volta, dopo il 2012, che si corre su ben 20 tracciati, ma la novità più grande è il reinserimento del Gran Premio del Messico come terz’ultima prova del mondiale.
Si corre in un parco nella periferia di Mexico City nell’Autodromo Hermanos Rodriguez, su cui si sono disputate tutte le edizioni del Gran Premio valide per un mondiale di Formula Uno tra il 1963 e il 1992. Il circuito non rientrò nel calendario ufficiale nel periodo compreso tra il 1971 e il 1985. La prima edizione fu vinta da Jim Clark su Lotus, laureatosi definitivamente campione del mondo solo dopo il GP successivo in Sudafrica; di lì in poi solo successi di scuderie inglesi, fatta eccezione per le due vittorie della Ferrari con Ickx e Prost nel ’70 uno e nel ’90 l’altro, e quella di Ginther su Honda nel ’65. La Formula Uno vi ha vissuto diversi momenti salienti a partire dal ’64, quando John Surtees si piazzò secondo e conquistò così matematicamente il mondiale al volante di una Ferrari; stesso destino per Hulme nel ’67 e Graham Hill nel ’68. Nell’ultima edizione del ’92 Michael Schumacher, su Benetton, andò per la prima volta a podio.
La versione originale del circuito, lungo 5000 m, prevedeva un rettilineo iniziale, curva profonda a destra e subito un altro allungo fino al tornante Hairpin verso destra, dove le vetture dovevano diminuire drasticamente la loro velocità, dopodiché una serie di chicane moderatamente veloci – dette Esses – portavano al curvone veloce e in salita, chiamato Peraltada, su cui diversi piloti hanno perso il controllo delle loro vetture, alcuni con conseguenze fatali. Dal 1986 il circuito venne modificato con l’eliminazione dell’Hairpin e la trasformazione della prima curva in una chicane da percorrere a velocità ridotte rispetto a prima. Dal ’92 in poi ha ospitato anche gare di A1GP e NASCAR nelle versioni ridotta e ad ovale. In vista del rientro in Formula Uno nel 2015, l’Autodromo verrà rimodernato in osservanza alle direttive FIA su asfalto, paddock, box, hospitalities e sicurezza. Posto a quota superiore ai 2000 m, non creerà pochi disturbi ai nuovi motori e componenti aerodinamiche, visto il rarefarsi dell’aria a certe altitudini.
Ecco un video-presentazione del progetto del nuovo impianto:
HERMANOS RODRIGUEZ – Il circuito è intitolato alla memoria di due piloti e fratelli messicani, Pedro e Ricardo Rodriguez. Considerati i due piloti messicani più forti di sempre, persero entrambi la vita in un incidente d’auto. Ricardo, il più piccolo, iniziò a guidare solo dopo aver trascorso l’infanzia prima in bici e poi in moto come suo fratello. Nel ’61 viene invitato dalla Ferrari come pilota occasionale per il Gran Premio d’Italia e non tarda a mettersi in luce, qualificandosi secondo e lottano per il primo posto in gara finché non è costretto al ritiro. Nella stagione successiva Enzo Ferrari decide di puntare sul giovane messicano, che non delude e ottiene ottimi risultati. L’ultimo Gran Premio della stagione si disputa proprio in Messico al Magdalena Mixucha. Non è una vera e propria gara, perché non assegna punti validi per il Mondiale. La Ferrari non iscrive i suoi piloti, ma Rodriguez non ne vuol sapere di rimanere a guardare e firma un contratto con la Lotus. Un grande errore, perché la sua macchina si schianterà nella curva Peraltada, lasciando il pilota senza vita.
Pedro rimane sconvolto, e per poco non decide di lasciare le corse. Dal ’63 diventa un pilota di Formula Uno, ruotando una scuderia alla volta tra Ferrari e Lotus, le stesse in cui suo fratello Ricardo sarebbe potuto diventare un campione del mondo. Vinse due gare ed arrivò sette volte a podio. Uno dei migliori piloti della sua generazione, molto superstizioso, Pedro portava sempre con sé un anello come ricordo di Ricardo. Lo perse in un aeroporto americano nel ’71 e confidò di non sentirsi più al sicuro, di essere in pericolo. E il destino volle così. Pedro Rodriguez de la Vega morì in una gara di vetture sport al Norisring, in Germania. Il Messico ha perso due compañeros e a loro ha dedicato il circuito della capitale.
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Nicola Puca