Con la firma di Marko Rog, il Napoli ha terminato le operazioni per la zona mediana del campo. Il talento croato, assieme a Zielinski e Diawara, andrà a rinfoltire il reparto che più ha sofferto la mancanza di alternative valide l’anno scorso. Le tre operazioni però, non possono essere considerate solo come un modo per consegnare a Sarri una panchina più lunga, ma anche come un’assicurazione sul futuro.
Partiamo da Piotr Zielinski: il classe ’94 ex Empoli ed Udinese è dei tre il più esperto, sia per età che per partite giocate in Serie A. Nel biennio in Toscana (dove è stato allenato anche dallo stesso Sarri) è diventato un centrocampista a tutto campo, duttile, capace di interdire e portar palla in attacco con qualità e riuscendo finalmente a trovare anche la via del gol, dopo aver dimostrato a più riprese la sua bravura come assist-man. Peraltro, non ha impiegato molto tempo per imporsi con il Napoli, conquistandosi prima un rigore a Pescara (salvo poi vederselo annullato dalla chiamata del giudice di porta) e poi aiutando gli azzurri a tornare in vantaggio nella sfida contro il Milan (che ha cercato di strapparlo proprio alla concorrenza azzurra) con una delle sue accelerazioni in mezzo al campo. La prima presenza l’ha fatta da vice-Hamsik, la seconda da vice-Allan. Ed è proprio al capitano azzurro che Piotr somiglia di più, soprattutto al primo Hamsik delle gestioni Reja e Mazzarri, qualità e tecnica al servizio della squadra, unità ad un’innata capacità di inserimento senza palla. Il giovane polacco si candida ad più di una riserva in questo Napoli, grazie alla sua bravura nello spaccare il campo palla al piede.
Amadou Diawara è stato invece la sorpresa più lieta del Bologna dello scorso anno. Il guineano classe ’97 ha iniziato giocando in una squadra parrocchiale della sua città, venendo portato in Italia, alla Corvino Soccer Academy, dal suo agente. Fu proprio Pantaleo Corvino ad individuare e volere fortemente il ragazzo. Lo parcheggia un anno alla Virtus Cesena, un anno al San Marino e poi lo porta tra le file dei rossoblu. Con la tranquillità di un veterano prende in mano il gioco del Bologna e si impone anche contro avversari di alto livello. Dice di ispirarsi a Yaya Touré, con il quale condivide il ruolo di regista difensivo (che l’ivoriano ha giocato soprattutto ad inizio carriera), la capacità di liberarsi dell’avversario (l’osservatore Robert Visan lo definì “l’africano con i piedi da brasiliano”) e di fare gioco in mezzo al campo ma non l’abilità di andare in gol. Nel Napoli diventerà probabilmente il vice-Jorginho, offrendo però anche la possibilità di giocare con un modulo più spregiudicato, affidandosi alla sua grande capacità di lettura difensiva.
Marko Rog è forse il volto meno noto dei tre ed è anche il centrocampista più offensivo, ma non è un giocatore passato inosservato agli addetti ai lavori. Il classe ’95 viene da un anno molto positivo alla Dinamo Zagabria, che gli è valso la convocazione agli Europei. Fortuna vuole che all’Europeo sia chiamato a sostituire un certo Luka Modric, infortunatosi il turno prima, nella sfida contro i campioni della Spagna. Giocando da mediano riuscì nell’impresa tutt’altro che facile di limitare Andres Iniesta, costringendolo spesso e volentieri a giocare palloni in orizzontale. Il Napoli ha raggiunto subito l’accordo con la Dinamo, lasciando però il giocatore in Croazia fino alla fine dei preliminari, dove è stato protagonista e trascinatore con 3 gol. In patria lo designano come l’erede di Modric o Rakitic. Paragoni scomodi, ma l’ex Zagabria ha i numeri per imporsi. Starà a Sarri decidere come collocarlo in mezzo al campo, se da trequartista, da interno o da mediano, ruoli che Rog ha svolto spesso e bene nella sua breve carriera.
Non sono semplici alternative, ma nemmeno dei giovani da cullare, nonostante le loro età sommate arrivino a 62 anni. Hanno tutte le carte in regola per essere importanti già da ora, come ha dimostrato Zielinski negli scorsi turni. E se aggiungiamo anche quell’Arkadiusz Milik, autore di una doppietta alla prima da titolare, all’equazione, presente e futuro del Napoli sembrano essere davvero positivi.
Andrea Esposito