Giulio Rincione, in arte Batawp (fumettista ed illustratore palermitano), dal 2014 ha iniziato la sua collaborazione con la casa editrice Shockdom. In una scaletta di opere che prevedono generalmente un carattere umoristico e fantasy, la presenza di scritti come “Noumeno” e “Paranoiæ” (realizzato nel 2015) sono una ventata di novità, l’introduzione di una tematica molto forte e discussa.
Paranoiæ (dal greco παράνοια ovvero “follia”, formato da παρα- cioè “para” ossia “disordine, condizione anormale” e dalla radice νοῦς occero “mente”) significa letteralmente “disordine della mente” e proprio da qui inizia il nostro percorso.
Ad essere evocata, con la sua aria cupa e soffocante è la paura, una paura identificata con il dolore che attanaglia e ti trascina verso il basso, in profondità, con scarpe di cemento e che non ti lascia altra via se non quella dell’isolamento.
Sfogliando la graphic novel il lettore si ritrova davanti diverse e varie realizzazioni pittoriche, un connubio di diversi stili che vogliono cercare di raffigurare e cogliere ogni sfumatura del nostro inconscio. In questo modo, Batawp alterna raffigurazioni luminose e ariose, dominati da colori caldi e morbidi chiaro-scuri che delineano ampi spazi naturali, a luoghi chiusi e soffocanti, freddi e antropomorfi.
Il protagonista è Alan, un giovane che racconta la sua storia tramite il dottor Bau.
Alan è affetto da continue crisi che gli provocano un netto allontanamento con la realtà che lo circonda e, sommerso dalle difficoltà che questa condizione gli porta, è riuscito ad aggrapparsi al suo ultimo pensiero felice.
Emily è l’amore della sua vita, un ricordo che rivive e gli fa forza, un puzzle che cerca di ricomporre per ritrovare la serenità perduta. Alan sa che erano inseparabili, che un legame speciale li avrebbe uniti per sempre, ma ad un certo punto lui è entrato da qualche parte, lasciando lei, tragicamente fuori.
La vicenda si duplica con la storia del Signor Patata, un’esistenza che si identifica con quella del protagonista, bloccato in una routine fatta di menzogne, di un uomo cieco che vede solo quello che vuole vedere, intrappolato nelle sue paure.
Alan è un Orfeo che si strazia per aver perso la sua Euridice, il viaggio nella sua psiche vuole far risalire a galla quelle colpe che lo attanagliano e che non accetta, perché dettate da una paura che non gli permette di vivere nulla e di restar schiavo delle sue ossessioni, per sempre. La felicità scorre via dalle sue mani, in modo labile e Batawp mette tutto se stesso creando dei dialoghi altrettanto labili, in modo da lasciare una libera interpretazione ai lettori intenti in questo particolare percorso. É impossibile e altrettanto controproducente cercare di cogliere il significato di tale opera nella sua globalità, un’opera che vuole toccare l’intimità, far rievocare vecchi fantasmi, far comprendere quanto la mente umana si auto imponga dei limiti piuttosto problematici quando si rinchiude in se stessa. Il tutto è reso da Batawp con un’ottima sceneggiatura, breve storia e una fortissima atmosfera evocatrice che ha origine dall’oscurità di noi stessi, dalle paranoiæ.
Alessia Sicuro